Ontano napoletano

Generalità

L’Ontano napoletano (Alnus cordata) è un albero endemico del Sud Italia, appartenente alla famiglia delle Betulaceae. Raggiunge un’altezza di 8-15 o anche 20 m a seconda di come viene coltivato e delle condizioni in cui cresce, la corteccia prima liscia poi screpolata è bruno-grigiastra coperta da una sostanza bianca chiamata pruina, la chioma è piramidale e snella coi rami dell’anno glabri. L’apparato radicale entra in simbiosi con batteri azoto fissatori come accade in tutti gli altri gli ontani, quindi anche l’Ontano napoletano arricchisce il terreno su cui vegeta. Le foglie caduche sono semplici e alterne, da obovate a suborbicolari, con il margine dentato e il picciolo lungo quanto metà della lamina fogliare. La base è troncata o cordata, l’apice brevemente acuto, il colore verde lucido sulla pagina superiore e verde più chiaro sotto. Sulla diramazione delle nervature secondarie emergono ciuffetti di peli gialli. La fioritura avviene tra febbraio e maggio, con fiori piccoli e privi di corolla dai sessi separati riuniti in infiorescenze portate dalla stessa pianta. Gli amenti maschili sono penduli e lunghi 7-10 cm, riuniti a gruppi di 2-3 e presenti sulla pianta già durante l’inverno. Le spiche femminili sono ovoidi e di colore rossastro, lunghe circa 2 cm e larghe 1 cm. I frutti sono acheni alati di 3 mm, chiusi all’interno del rachide di una infruttescenza eretta, legnosa, prima verde poi scura, di colore bruno-grigio. L’impollinazione e la dispersione dei semi vengono operate dal vento.
alnus cordata

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Clima e terreno

ontano napoletano in invernoL’Ontano napoletano è diffuso in tutta Italia isole comprese da 0 a 1500 metri sul livello del mare con l’esclusione di Valle d‘Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Puglia. E’ specie tipica della zona fitoclimatica di Lauretum e Castanetum, e è stata usata nei rimboschimenti della zona del Fagetum. Tipico di boschi montani a faggio, castagno o quercia, pioppeti, saliceti o frassineti. Molto adattabile in fatto di terreno, tanto che viene considerata specie pioniera, preferisce la vicinanza dell’acqua e suoli pesanti, argillosi. Esige infatti una certa umidità, dato che le precipitazioni annue non possono scendere sotto gli 800-900 mm, però può resistere bene i periodi non troppo lunghi di siccità. La temperatura media del mese più freddo non deve essere inferiore a -2°C. E’ una specie eliofila e non tollera l’ombreggiamento di altre specie.

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Impianto e tecniche di coltivazione

La propagazione dell’Ontano napoletano avviene tramite seme appena coperto di terriccio subito dopo la raccolta. La semina in primavera ha successo anche senza coprire minimamente i semi. Appena possibile va effettuato il ripicchettamento, e successivamente appena i semenzali raggiungono le dimensioni adatte possono essere posti a dimora, durante l’estate successiva oppure durante la primavera dopo aver trascorso l’inverno all’aperto. In alternativa si può procedere per talea legnosa in autunno, su terreno sabbioso e all’aperto, subito dopo la caduta delle foglie. Il governo della pianta può essere a fustaia o a ceduo. Cresce rapidamente dato che a 30 anni può avere un tronco di 35 cm di diametro e superare i 12 m di altezza in 20 anni. L’Ontano napoletano può essere utilizzato per rimboschimenti in zone poco fertili, collinari o montani, su versanti esposti e per consolidare terreni franosi. Dato che all’interno dei noduli del suo apparato radicale viene fissato l’azoto atmosferico utilizzato dall’Ontano solo in parte, le piante circostanti possono beneficiare di una maggiore fertilità del suolo incrementata ulteriormente ogni anno dalla decomposizione delle foglie dell’Ontano dopo la loro abscissione in autunno. Dato che tollera benissimo i venti salmastri può essere coltivato anche in località marittime. Adatto a giardini di medio-grandi dimensioni, sul fondo di bordure all’inglese oppure come esemplare isolato circondato dal prato. Bello se affiancato da arbusti sempreverdi, oppure salix dai vivaci colori invernali e/o cornus da ramo, oppure circondato da bulbose primaverili particolarmente precoci e autunnali che esaltino l’aspetto della pianta alla fine dell’inverno e all’inizio dell’autunno. Può fungere da tutore vivente per rose rampicanti o clematis, per esempio una viticella in varietà (tra le tante ricordiamo “Little Nell” a fiori rosa e bianchi “Emilia Plater” a fiori viola, o la “Purpurea plena elegans” a fiori purpurei e doppi molto appariscenti). Se si ha la fortuna di poterlo collocare a fianco di uno stagno o un piccolo laghetto (ma anche una fontana può andare bene) si assisterà a una crescita particolarmente veloce.


Parassiti e malattie

Tra i parassiti tipici della specie ricordiamo il coleottero crisomelide Agelastica alni, un defogliatore che lascia intatte solo le nervature fogliari. L’Ontano napoletano è inoltre sensibile alle necrosi causate da batteri che attaccano il legno in corrispondenza delle lenticelle che per reazione emettono un liquido bruno.


Ontano napoletano: Caratteristiche del legno

Il legno dell’Ontano napoletano è leggero, durevole a contatto con l’acqua, facile da lavorare. Viene usato per produrre carbone, imballaggi, pali, zoccoli.


  • ontano pianta Vi sono circa 15 specie do Ontano, diffuse in buona parte delle zone temperate a nord dell'equatore, e sulle zone montuo
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