Quercia scarlatta

Generalità

La Quercia scarlatta (Quercus coccinea) appartiene alla famiglia delle Fagaceae. Originaria del Nord America, è stata introdotta in Europa alla fine del XVII secolo come albero ornamentale, e in seguito coltivata per il suo legno duro e resistente. Viene facilmente confusa con la Quercia rossa a cui somiglia molto, anche se la colorazione autunnale rossa compare di ramo in ramo e non contemporaneamente su tutta la chioma come in Q. rubra. La Quercia scarlatta arriva a 20 m di altezza, rispetto a altre querce ha il fusto esile che tende a allungarsi col tempo, e la chioma disordinata e globosa in età adulta. I giovani ramuli sono glabri e rosso-aranciati. La corteccia è inizialmente grigia e liscia, poi diventa bruna, rugosa e fessurata, con sfumature aranciate in fondo alle fessure longitudinali. Le foglie caduche sono semplici, alterne, color verde intenso, lunghe anche 30 cm. Hanno forma obovata con il margine profondamente lobato. I 3-4 lobi sono spigolosi, dentato-aristati, e arrivano oltre la metà del lembo fin quasi alla nervatura mediana a differenza di quanto accade nelle foglie di Q. rubra, con grandi seni a forma di C. Le nervature sono sporgenti, a volte con piccoli ciuffi di peli. Come tutte le querce presenta fiori maschili o femminili contemporaneamente sulla stessa pianta. La fioritura avviene da aprile a maggio. Gli amenti maschili sono penduli, giallo verdognoli, i fiori femminili bianco-verdognoli sono ancor meno appariscenti, singoli o a coppie e portati da un singolo peduncolo. I frutti sono ghiande di circa 2,5 cm chiusi per metà all’interno delle cupole lucide che le sovrastano, inizialmente verdi poi di colore bruno. L’apparato radicale della pianta è profondo, quindi la Quercia scarlatta non sopporta facilmente il trapianto. Come tutte le querce produce polline moderatamente allergenico, ma in grande quantità.
quercus coccinea

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Clima e terreno

quercus coccinea splendens La Quercia scarlatta è una specie rustica, molto resistente al freddo (può sopportare temperature inferiori a -25°C senza troppi problemi), coltivabile con successo nella zona del castagno e del faggio, tra i 500 ed i 1200 m di altitudine. Nei climi troppo caldi e asciutti soffre, predilige invece estati fresche e inverni piovosi come Q. rubra, anche se alcuni sostengono che sopporta meglio l’aridità della Quercia rossa. In ogni caso l’ideale sarebbe una piovosità che porti a 700-800 mm di precipitazioni annue, eventualmente raggiungibili tramite un’irrigazione integrativa. Predilige pH leggermente acido e suolo sciolto, sui terreni calcarei fatica a crescere e può manifestare fenomeni di clorosi. Esige una posizione soleggiata, e spazio per sviluppare la chioma, non sopporta assolutamente posizioni ombreggiate. In Nord America, dove è spontanea, diventa specie dominante (e quindi in grado di accaparrarsi più sole di altre specie) in foreste che hanno una storia di incendi alle spalle grazie alla sua velocità di accrescimento e alla sua rusticità.

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    Impianto e tecniche di coltivazione

    La propagazione avviene soprattutto per seme, anche se la Quercia scarlatta produce molti più getti di altre querce ed è possibile cercare di far attecchire questi germogli per ottenere propagazione vegetativa. Le ghiande germinano su una lettiera che riproduca le situazioni boschive e con un’esposizione che sia quanto più possibile simile a quella del sottobosco, quindi né troppo aperta né troppo chiusa. Non è raro che la giovane pianta di Quercia rossa muoia e ricacci da sopra o sotto il colletto più e più volte, il che fa sì che l’apparato radicale di una pianta sia più vecchio di quanto non sembri guardando solo la parte aerea dell’esemplare. L’impianto può avvenire a novembre, su un terreno ben lavorato, curando il drenaggio e fornendo un tutore per i primi 3-4 anni alla giovane pianta. La buca va riempita con terra di scavo (40%), sabbia (10%) e terriccio universale o di foglie, o una miscela di entrambi (40%). Concimare le piante giovani in primavera con un prodotto a lenta cessione in primavera e letame maturo pellettato oppure compost in autunno. Data la bellezza della pianta, la Quercia scarlatta viene impiegata in parchi, campi da golf, giardini, alberature stradali. E’ ideale come esemplare isolato.


    Parassiti e malattie

    Viene attaccata da afidi, cerambicidi e processionaria, e come altre querce è coggetta a carie del legno e marciume radicale. Anche Q. cocinea è soggetta all’Oak decline, la sindrome da deperimento delle querce che provocano rarefazione della chioma, colamento sul tronco di mucillagine, disseccamento di rami, avvizzimento fogliare e drastico calo delle micorrize vitali nell’apparato radicale. Questa sindrome ancora poco nota, che come fattori predisponenti e scatenanti annovera soprattutto malattie fungine, fattori ambientali avversi, inquinamento e stress dati da insetti defoglia tori o sbalzi termici, va contrastata soprattutto con azioni preventive, offrendo alla pianta le migliori condizioni ambientali possibili, cercando di evitarle stress meccanici e idrici, e lasciandole lo spazio adeguato per svilupparsi.


    Caratteristiche del legno

    Il legno non è tra i più pregiati, dato che è facilmente marcescibile anche se duro.


    Quercia scarlatta: Varietà

    In natura la Quercia scarlatta ibridizza con Qurcus velutina, Quercus ilicifolia e Quercus palustris dando vita a esemplari con caratteristiche intermedie tra i due progenitori. In commercio si possono trovare le varietà “Red dwarf” e “splendens” della pianta. La prima è un alberello o un cespuglio che si ottiene da innesto, con internodi molto ravvicinati, foglie lucide lunghe fino a 20 cm, che non tollera assolutamente terreni calcarei. La seconda ha foglie più grandi della normale Quercia rossa, e in autunno assume una colorazione più scura.



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