Trattorini

Uomo e natura

L’uomo, al di là di cose crede e di cosa va raccontando in giro, ha un rapporto imprescindibile con la natura, sia essa quella che lo circonda materiale e sia quella fatta dai fenomeni, dalle leggi che regolano la sua vita. In effetti, noi esseri umani siamo frutti dell’evoluzione naturale che ha creato anche gli animali, le piante e tutto quello che ci circonda; proprio per questo motivo è difficile comprendere perché l’uomo continui a sfidare la natura, a volerne riscrivere le regole (quelle stesse regole che in miliardi di anni hanno permesso un’infinità di cose straordinarie, quindi non saranno tanto sbagliate …), a volerla controllare in vari modi e con risultati nulli, anzi controproducenti il più delle volte. Forse si tratta di un rapporto di amore-odio, oppure è la mente umana che vuole controllare tutto e non si rassegna a sottostare. Comunque, lungi da noi ogni intenzione di intraprendere un discorso filosofico di tale entità, preferiamo parlare di come l’uomo riesca fortunatamente ad avere un rapporto molto buono con la natura che lo circonda, decidendo persino a volte di circondarsi di essa per vivere immerso in quei colori e quei profumi che sono alla base di tantissime emozioni positive.
esempio di trattorino

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Uomo e natura 2

trattorino husqvarnaProprio grazie al fatto di essersi resi conti, noi esseri umani, che la natura ci può portare enormi benefici fisici e mentali se decidiamo di viverla e non di provare a sottometterla (tanto non ci riusciamo), la società ha cominciato a ricercare un rapporto più diretto con la natura in ogni campo e momento della giornata; se per qualche decennio (o meglio, dalla rivoluzione industriale e quindi per due secoli praticamente) c’è stata una corsa, una fuga dalla campagna verso la città, una rincorsa frenetica alla tecnologia, alla fabbrica piuttosto che all’agricoltura, al cemento piuttosto che ai prati, ora si sta invertendo clamorosamente la rotta. Le amministrazioni tutte si stanno svegliando ed ogni nuovo giorno promuovono proposte di legge per ritrasformare un mostro di cemento magari abbandonato in un parco verde, legiferano su spazi verdi in centri commerciali ed in grandi parchi abitativi, insomma si stanno tentando un recupero di quanto distrutto in precedenza. Questa nuova tendenza è frutto sia di quanto gli studiosi stanno scoprendo, ovvero che il nostro pianeta Terra sta soffrendo l’invasione del cemento umano, e sia di quanto l’uomo si sta accorgendo autonomamente, ovvero che il cemento gli mette tristezza ed ansia, gli fa pensare al lavoro ed agli impegni, mentre un angolo di verde, anche se isolato e sporadico, ci può offrire quel sorriso e quella luce che manca in giro per le nostre città.

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La natura a casa

trattorino Questo cambio di mentalità umano si può ritrovare anche nella vita quotidiana e soprattutto nelle scelte che compiamo riguardo alla nostra casa; per tanti anni c’è stata la tendenza a preferire le case grandi, con ambienti ariosi e superficialmente estesi, con una stanza in più e non in meno. oggi invece è tutto cambiato: anche grazie, o per colpa, delle tasse imposte sulle case, si preferisce che le case siano della misura giusta, con dei vani non spropositati ed in numero adatto, mentre da affiancare a questa casa c’è sempre maggior desiderio di un giardino esterno. Anche questo può effettivamente essere visto come un ritorno dal cemento alla natura, ed ha la motivazione fondamentale nell’effetto rilassante che il giardino ha. L’esempio più classico è quello del ritorno da lavoro: troppo spesso, per trovare un po’ di relax, decidiamo di recarci in palestra, nel centro estetico di fiducia o al parco con famiglia al carico; sono tutti momenti rilassanti e belli da vivere, nessuno lo mette in dubbio, però costano tempo, denaro, spostamenti e potenzialmente aggiungono stress (causa traffico, ricerca vana del parcheggio, aumento dei prezzi al consumo) invece che toglierlo. Il giardino è invece lì ad aspettarci a casa: silenzioso, semplice e tutto a nostra disposizione, ad un passo dalla tv e dalla doccia, nostro e di nessun altro, quindi liberi di metterci a nostro agio su una sedia con una bevanda, di chiacchiere con il nostro partner o di veder giocare i nostri figli sapendo che si tratta di un luogo sicuro e tutto dedicato a loro.


La cura del giardino

trattorino con attrezzi Il giardino riesce ad offrire a chi lo possiede e lo vive degli enormi ed indubbi vantaggi, che molto spesso giustificano l’investimento ed i sacrifici fatti per raggiungerlo. Il costo iniziale però non è l’unico aggravio di questa soluzione di arredamento; per molte persone, soprattutto coloro che di soldi ne hanno senza preoccupazioni, è molto più faticoso la fase in cui bisogna prendersi cura del giardino, manutenerlo, pulirlo, ordinarlo e riordinarlo ed operazioni simili. In realtà, per esperienza personale e condivisa, tutti questi “doveri” nei confronti del giardino, possono essere molto meno faticosi se presi con la dovuta leggerezza mentale, ovvero se innanzitutto svolti quasi quotidianamente in modo da non lasciarli accumulare (altrimenti diventano davvero gravosi) e poi se svolti come un hobby, quali spesso diventano autonomamente: è così che è nato il “pollice verde”, cioè quella passione tramutata in passatempo di occuparsi del proprio giardino autonomamente in tutte le sue parti. ciò dimostra come il giardino, elemento fatto di naturalità pura, riesca ad essere un perfetto compagno di vita per l’uomo, offrendogli riparo e protezione dallo stress in primis ed in secundis garantendo anche una certa dose di attività fisica salutare che aiuterà corpo e mente.


Attrezzi necessari

Per fare in modo di riuscire a curare il proprio giardino come esso merita, sono necessari e fondamentali alcuni “attrezzi del mestiere”; si tratta di oggetti che nessuno di noi deve scoprire o imparare ad usare, sono radicati nella cultura di tutti noi, li abbiamo visti utilizzare dai nostri nonni chissà quante volte e noi stessi li abbiamo utilizzati se non altro da piccoli quando la nostra terra era la sabbia della spiaggia. Si tratta della vanga, della palla, del rastrello, della carriola e di poche altre cose. Questi sono attrezzi che vanno bene per la cura del giardino di casa e delle sue piante ornamentali, per la coltura dell’orticello personale, per il lavoro nei campi e per qualsiasi altra applicazione in natura; infatti essi sono alla base del lavoro con la natura che l’uomo può svolgere. Certo, lavorare nel campo magari potrà comportare un aggravio lavorativo maggiore, ma il concetto è che essi sono universali. Solo di recente la tecnologia ed il progresso sono intervenuti per migliorare non tanto la qualità del lavoro fatto con questi attrezzi, bensì la quantità di lavoro: la mietitrebbia, i trattori e tutti gli altri attrezzi da campo professionali sono stati progettati e costruiti per fare in modo che l’industria agricola riesca a garantire quella produttività che altrimenti l’avrebbe tagliata fuori dagli interessi economici globali, provocandone la scomparsa quasi totale.


Trattori e trattorini

Parliamo oggi in particolar modo di un attrezzo, o meglio dire, un mezzo da lavoro per la terra che in alcuni casi può essere adatto anche al giardino di casa: il trattorino. Esso, come suggerisce il suffisso diminutivo, è la riduzione in scala del trattore, mezzo da lavoro che ha aiutato tante persone a migliorare il loro lavoro nei campi ed a ricavarne maggiori utili con risparmio di tempo e di fatica soprattutto. In effetti il trattore nei campi è utilizzato per trasportare altri macchinari (come la mietitrice, la voltaterra, la trebbiatrice e tante altre), andando a sostituire o la spinta delle gambe umane oppure il lavoro dei buoi, degli asini e di tutti gli animali che nel corso dei secoli l’uomo ha utilizzato per farsi aiutare nel suo lavoro; ma non solo, allo stesso modo il trattore è anche utilizzato per il traino di grandi quantità di prodotti, oppure di immondizia o comunque prodotti di scarto (come cumuli di rami e foglie). Anche se oggi essi hanno raggiunto design, potenze ed affidabilità da auto normali o quasi, essi sono nati fondamentalmente come dei carri a motore: i primi modelli rivelano proprio la procedura di costruzione, con il posizionamento di un motore grezzo su un carro con ruote a pneumatico e di un cambio che permettesse a volte di districarsi in situazioni difficili come impantanamenti e salite su superficie non regolare (quindi marce ridotte, differenziali bloccabili ed altre tecnologie oggi sempre più evolute).


Trattorini in giardino

Descritto le caratteristiche, i campi di utilizzazioni ed una breve storia di un mezzo fondamentale come il trattore, è facile chiedersi a questo punto come sia possibile impiegare un mezzo del genere in un giardino. Domanda lecita, perché comunque il trattore non è mai utilizzato in giardino; per questa applicazione infatti esistono i trattorini: veri e propri trattori, ridotti in dimensioni generali ed in potenza del motore per adattarli alle ridotte distanze ed ai ridotti carichi che un giardino, ancorché di enormi dimensioni, comporta. Essi vengono utilizzati soprattutto in giardini di dimensioni che cominciano a diventare importanti, dove è faticoso trasportare o spingere a mano il tosaerba e così ci si avvale della forza di un motore, quello del trattorino; oppure l’altra usuale applicazione di questo mezzo è il trasporto di rami tagliati in angoli lontani del giardino verso la zona di accumulo. Una caratteristica fondamentale che differenzia i trattorini dai trattori è il pneumatico: le scanalature profonde dei classici trattori spariscono, così come le dimensioni enormi, ma perché? La risposta è nei solchi profondi che il trattore provoca dove passa, che sarebbero altamente inestetici in giardino e rovinerebbero il lavoro svolto per renderlo apprezzabile; perciò le enormi ruote sono sostituite da pneumatici con una sezione abbastanza larga (rispetto alle dimensioni del trattorino, per distribuire con efficacia il peso), senza scanalature profonde e di un materiale gommoso morbido per appoggiarsi al terreno e non solcarlo. Ovviamente anche il prezzo è … in scala: il trattorino è accessibile, soprattutto nelle versioni più recenti con motore elettrico al posto del classico a scoppio, per maggiore silenziosità.




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