Achillea millefoglie

Leggenda e nomi dell'Achillea millefolium

Secondo ciò che viene riportato da Plinio, noto scrittore romano, il nome di questa pianta si deve al famoso eroe Achille. Egli curò le ferite riportate dai suoi compagni soldati durante la guerra di Troia, in un periodo non ancora certificato intorno al 1200 a.C. Si narra che Chirone, consigliere personale di Achille, lo avesse indirizzato verso le grandi capacità cicatrizzanti della pianta; grazie a questa intelligente mossa, l'eroe riuscì ancora una volta a farsi ammirare e stimare dal resto del gruppo di soldati. Il medico svedese Linneo ufficializzò nel Settecento il nome di questa pianta, accostando Achille (dalla narrazione romana) all'aggettivo "millefoglie", a causa della frastagliatura delle sue foglie, appunto. Nella zona americana che va dal Nuovo Messico al Sud del Colorado, questa pianta viene chiamata Plumajillo, la cui traduzione dallo spagnolo è piccola foglia, per indicare la sua particolare forma frastagliata.
Foglie dell'Achillea millefolium

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Erboristeria con l'Achillea millefolium

Creazione dell'infuso di Achillea millefolium Nell'Achillea millefolium troviamo degli elementi costitutivi simili a quelli della Camomilla, che fanno attribuire quindi anche all'Achillea proprietà benefiche come antinfiammatorio e antispastico per l'apparato digerente. In più, nonostante non ci siano studi scientifici decisivi in merito, sembra che la pianta in questione sia molto utile anche come rilassante e calmante naturale. Le competenze antispastiche di questa pianta non si limitano allo stomaco, ma hanno funzionalità anche per il ciclo mestruale e le emorroidi, o ragadi anali. Unita al Biancospino e al vischio, uo studio condotto di recente ha dimostrato il loro effetto positivo nei trattamenti di ipertensione arteriosa. Mentre per i dolori mestruali è consigliato un assiduo utilizzo del decotto, fatto con l'Achillea millefolium, per reumatismi e problemi di circolazione basterebbe bere l'infuso un paio di volte al giorno per il tempo che riteniamo necessario.

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    Come preparare l'Achillea millefolium per ottenere l'infuso

    Pianta di Achillea millefolium A seconda delle problmeatiche, si può consumare il decotto, l'infuso e lo sciroppo. Dopo aver raccolto in grandi quantità l'Achille millefoglie, bisogna tagliarne foglie e gambi per ottenere minimo 30 grammi di sommità fiorite, ovvero solamente il "bocciolo" completo di petali bianchi (a volte anche tendenti al rosso) e polline. L'intera quantità dev'essere immersa in un litro di acqua naturale a temperatura ambiente, dove va lasciata in infusione per una mezz'oretta circa per poi essere filtrata dalle impurità della pianta. Una volta bevuto l'infuso ottenuto, si presta attenzione alla reazione del corpo: nel caso di un fastidio è vivamente consigliato il consulto con il proprio medico di base, per il rischio di allergia. Per il decotto si fanno bollire altri 30 grammi di radice in mezzo litro di acqua, anche qui per circa venti o venticinque minuti. Il tutto, una volta bollito, dev'essere anch'esso filtrato dalle impurità. Al fine di ottenere lo sciroppo di Achillea si devono procurare 100 g di foglie secche della pianta in questione, da unire a 400 grammi di zucchero ed ad un litro di acqua. Dopo venti minuti di bollore si filtra.


    Achillea millefoglie: Altre proprietà dell'Achillea millefolium

    Esemplare di Achille millefolium Per quanto riguarda le proprietà dermofunzionali e cosmetiche, sembra l'Achillea millefolium abbia benefici tonici, disarrossanti, astringenti e rassodanti. Viene spesso utilizzata in unguenti, creme oppure oli per rimediare ad arrossature dovute ad eccessiva esposizione solare; può anche essere applicata sulla zona cutanea screpolata, oppure costituire degli impacchi tonificanti da usare a temperatura da frigo. Anche nel campo culinario l'Achillea millefoglie viene utilizzata nella produzione di alcuni liquori artigianali. In Scandinavia, più precisamente nella zona basso svedese, sembra si usi l'Achillea anche per la produzione di birra. In entrambi i casi, la pianta viene essiccata con metodi alternativi alla luce solare, salvandone solo le sommità fiorite e saltuariamente le foglie. Infine, lo troviamo raramente in piccola percentuale nei sali per i bagni rilassanti.



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