Ficus carica

Introduzione

E’ una pianta di innegabile valore ornamentale, ma è anche apprezzata per la dolcezza dei suoi frutti. Abbondantemente coltivata negli orti privati, sua su terreno che in vaso, viene annoverata tra le principali piante dei giardini delle zone mediterranee. Stiamo parlando del Ficus carica, specie appartenente al genere ficus e alla famiglia delle moraceae. Il ficus carica è la pianta che produce gli omonimo frutti chiamati fichi, anche se per questa specie bisogna fare attenzione a distinguerne le diverse varietà. Nei prossimi paragrafi ci soffermeremo proprio sulle caratteristiche di questa pianta, sulle varietà botaniche e sulle tecniche di coltivazione.
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Caratteristiche

ficuscarica2Il ficus carica è un piccolo albero xerofilo( cresce nei suoli salini), originario dell’Asia e diffuso nei Paesi mediterranei o a clima temperato. Conosciuto fin dall’antichità, il ficus carica porta il nome della remota regione che gli diede i natali, ovvero la Caria, situata nell’Asia Minore. Tracce di questa pianta si hanno anche tra le civiltà dell’antico Egitto e della Mesopotamia. Oggi il ficus carica, detto anche fico comune, rappresenta la pianta maggiormente coltivata dalle regioni del Sud Italia, quali Calabria e Sicilia, anche se tra i maggiori coltivatori di particolari varietà troviamo anche la Turchia. La pianta si presenta con un tronco molto basso rispetto alla media di altri alberi, tronco che può raggiungere i cinque, massimo dieci metri di altezza. Il fusto è nodoso e ramoso, con una corteccia color grigio cenere, mentre le foglie sono grandi, con cinque lobi ai bordi esterni, colorate di scuro nella parte superiore e ricoperte di una sottile peluria in quella inferiore. La parte del fico comunemente conosciuta come frutto è in realtà un contenitore succoso, detto sicone, che contiene tanti piccolissimi frutti, chiamati acheni, e delle infiorescenze filamentose che possono essere fecondate tramite fecondazione partenocarpica( autoimpollinazione) o da un insetto particolare, un imenottero chiamato Blastophaga psene, una vespa di dimensioni piccolissime, massimo due millimetri, chiamata anche insetto impollinatore. Dal ciclo riproduttivo del ficus carica deriva la maggior parte delle varietà più note. Le gemme fresche del ficus carica hanno effetti benefici sulla gastrite, mentre le foglie raccolte in estate e fatte essiccare, hanno proprietà antinfiammatorie. I frutti freschi, invece, hanno un effetto lassativo.


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    Varietà

    ficuscarica1 Il ficus carica presenta varietà con infiorescenze maschili e con infiorescenze femminili. Le prime sono dette ficus caprifico o selvatico, mentre le seconde, fico domestico, vero o ficus carica sativa. Il fico caprifico produce frutti non commestibili, non tossici, ma comunque con un sapore acre che li rende immangiabili, mentre il fico domestico produce frutti succosi, dolci e commestibili. Il caprifico subisce l’impollinazione da parte della vespa, mentre il fico commestibile o domestico può riprodursi per partenocarpia( autoimpollinazione) o tramite l’insetto impollinatore ( caprificazione). Le varietà partenocarpiche producono frutti senza semi. In base al periodo di maturazione ed alla varietà si distinguono fichi o siconi con buccia verde, rossastra o violacea. All’interno delle varietà commestibili esistono anche frutti permanenti e caduchi. I primi rimangono sulla pianta anche in assenza di fecondazione, mentre i secondi, se non vengono fecondati, si staccano e cadono sul suolo ancor prima di aver raggiunto la maturazione. Le varietà più rinomate e pregiate di ficus carica sono caduche, cioè perdono i frutti in caso di mancata fecondazione. Esistono varietà caduche che possono anche non essere caprificate( fecondate). Queste hanno fichi con la buccia molto spessa e la polpa più asciutta. La loro coltivazione è finalizzata alla produzione di frutti da destinare all’essiccazione. Le specie commestibili di ficus carica possono produrre diversi frutti nel corso dell’anno. In base al numero delle fruttificazioni si possono distinguere varietà unifere( un solo frutto all’anno, in estate), bifere ( due frutti all’anno, fioroni a inizio estate e fichi a fine estate) e trifere ( tre frutti all’anno). Le varietà dalla triplice fruttificazione sono poco diffuse. Quelle unifere non possono essere sottoposte a caprificazione, mentre quelle bifere consentono la doppia possibilità della fecondazione o della mancata fecondazione. Tra le unifere più rinomate ricordiamo il verdino, il meloncello e la negretta, mentre tra le bifere citiamo il napoletano e il piombinese ( caprificabili) e l’ottano ( non caprificabile).


    Quali varietà coltivare

    ficuscarica3 Negli orti e nei giardini si coltiva prevalentemente il ficus carica sativa o domestico. Spesso vengono privilegiate le varietà permanenti i cui frutti rimangono sull’albero anche in assenza di fecondazione, altre volte si preferisce coltivare le varietà caduche che in seguito alla fecondazione, danno dei frutti dolci, succosi e immediatamente commestibili. La varietà scelta condiziona il periodo di raccolta dei frutti. Per le varietà con fruttificazione precoce la raccolta va da giugno ad agosto, per le varietà pregiate si procede da luglio ad ottobre, mentre per quelle più tardive, si raccoglie da novembre ad aprile.


    Fecondazione

    La fecondazione delle varietà domestiche di ficus carica può essere spontanea o partenocarpica, o per caprificazione ad opera di una vespa. L’insetto sverna dai frutti della varietà caprifico per depositare il polline su altre specie di fico. Mentre il caprifico può essere sottoposto alla sola caprificazione, le varietà ficus carica sativa possono maturare sia per autofecondazione ( partenocarpia) che per caprificazione ( impollinazione da insetto). La vespa, però, si può riprodurre solo nella varietà caprifico o selvatica, perché i siconi hanno ovari corti che favoriscono la deposizione delle uova dell’insetto, mentre le varietà domestiche hanno strutture più complesse che non permettono alle femmine di vespa di deporvi le uova. La caprificazione delle varietà commestibili a volte consiste in una vera e propria strategia colturale che prevede la coltivazione di diverse piante di fico caprifico e di fico domestico in aree dove la vespa impollinatrice è presente con molti esemplari. Il caprifico viene posto accanto al fico domestico per consentire il passaggio della vespa dal frutto del primo ai frutti del secondo.


    Coltivazione

    Il ficus carica si adatta ad essere coltivato nei climi mediterranei e temperati. Pianta classica delle zone aride, soleggiate e desertiche, il ficus carica ama le temperature elevate e subisce gravi danni a causa del gelo o del freddo eccessivo. In realtà questa caratteristica del ficus carica non è sempre vera, perché alcune varietà possono resistere anche a temperature inferiori ai dieci gradi. La maggiore o minore resistenza del ficus carica alle avversità dell’inverno dipende dalla sua esposizione: più è soleggiata, maggiore sarà la capacità della pianta di resistere ai rigori del freddo. Piante esposte a mezz’ombra, invece, rischiano di seccare e di morire prematuramente in caso di temperature inferiori allo zero.


    Substrato

    Il ficus carica ama un terriccio fertile e ben drenato, purché non troppo umido. Il substrato ideale per questa pianta può essere costituito da un mix di sabbia e torba, anche se un substrato più compatto non è un ostacolo alla sua corretta riproduzione. Il ficus carica, infatti, ha radici grandi, nodose e molto robuste, che possono penetrare facilmente su terreni sassosi, aridi e stepposi. Questa caratteristica condiziona il posizionamento della pianta nel vostro giardino. Nella messa a dimora del ficus carica bisogna prevedere un’area libera o u vaso abbastanza spazioso, perché la pianta ha radici invasive che possono raggiungere qualsiasi superficie si trovi nelle sue vicinanze, quali scantinati e simili. Le operazioni di rinvaso vanno effettuate in primavera.


    Irrigazione

    Il ficus carica va regolarmente innaffiato come le altre piante, ma con cadenze e periodicità diverse. In inverno e in autunno, specie se la pianta è coltivata in zone particolarmente piovose, le irrigazioni si possono anche sospendere, mentre le annaffiature debbono essere abbondanti in primavera e in estate.


    Concime

    Il concime ideale per il ficus carica deve essere organico. Da preferire il sovescio derivato dalle leguminose, che permette una maggiore fissazione dell’azoto nitrico al terreno, o composti organici e minerali con un titolo di fosforo e potassio superiore all’azoto. I primi due elementi favoriscono la fruttificazione, mentre l’azoto rende il fogliame più rigoglioso. Si consiglia di non eccedere con i concimi, perché possono danneggiare la pianta bloccandone lo sviluppo e la fruttificazione.


    Potatura

    Il ficus carica va potato solo in inverno. In genere non si tratta di interventi invasivi, ma di operazioni che mirano a ripulire e privare la pianta dei rami secchi, delle parti danneggiate o dei polloni( rami) che si sviluppano alla base del tronco. Alcune volte può essere necessario spostare manualmente i rami che si incrociano tra loro.


    Propagazione

    Il ficus carica è una pianta che molto spesso si propaga per propaggine cioè tramite i polloni che si sviluppano alla base del tronco e che spontaneamente con le loro radici molto grosse si staccano dalla pianta madre per attaccarsi al suolo. Nelle zone più calde si può praticare anche la propagazione per semi, da reperire da varietà fecondate per caprificazione. Con questo metodo si otterranno sia varietà selvatiche che commestibili. Il ficus carica si può moltiplicare anche per talea prelevando un ramo maturo dalla varietà selvatica in inverno e da quella domestica in estate. Tra la primavera e l’estate, cultivar pregiate di ficus carica sativa si possono ottenere tramite gli innesti.


    Ficus carica: Malattie

    Diverse sono le avversità e le malattie che possono colpire il ficus carica. I frutti possono essere danneggiati da coleotteri, sia adulti che allo stadio larvale. Rami e tronco possono, invece, essere gravemente compromessi da alcune specie di cocciniglia. Le larve dei lepidotteri possono rovinare sia i frutti che le foglie. La pianta può ammalarsi anche per colpa di funghi, virus e batteri. I primi causano malattie come il marciume e l’antracnosi, i secondi sono responsabili del mosaico del fico e gli ultimi del mal secco, fitopatologia che si manifesta sul tronco estendendosi alle foglie durante l’estate.


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