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Naturalmente il mestiere può essere svolto da uomini o donne, ma non tutti sanno che il termine giardiniera non è sempre stato il solo sostantivo femminile del termine: le donne appartenenti a questa società segreta, molto attiva nel nostro Risorgimento, venivano chiamate "le giardiniere" per l'abitudine, appunto, di riunirsi nei loro giardini. Erano suddivise in Apprendiste e Maestre, quest'ultimo ruolo era più operativo ed impegnativo, con le donne che erano autorizzate a portare un pugnale tra calza e giarrettiera. Si riconoscevano fra di loro disegnando un semicerchio con la mano, toccandosi prima la spalla sinistra e poi la destra, con tre colpi battuti sul cuore, come finale. Molte, scoperte dalla polizia austriaca, vennero arrestate ed incarcerate.
Ma come si fa per intraprendere questa professione? Si possono seguire vari percorsi formativi. Le Regioni, per esempio, permettono di acquisire una qualifica professionale frequentando corsi della durata di uno o due anni, promossi dalle Regioni stesse. Altra possibilità è frequentare la Scuola Agraria del Parco di Monza, un centro specializzato nel formare giovani professionisti del domani in ambito "verde": si impara il verde ornamentale, la sua progettazione e la conseguente gestione, sia in ambito pubblico che privato. Inoltre e qui siamo nella scuola secondaria di secondo grado, si può frequentare un Istituto Professionale - Settore Servizi - Indirizzo Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale oppure l’Istituto Tecnico - Settore Tecnologico - Indirizzo in Agraria e Agroindustria.
Alcuni giardinieri hanno influenzato l'epoca in cui hanno vissuto, come Lancelot Brown, architetto paesaggista inglese del settecento che creò quel particolare stile architettonico dei giardini e dei parchi che viene universalmente riconosciuto come "all'inglese". Fu incaricato dalla monarchia della sistemazione dei giardini reali di Windsor ed Hampton Court e finì per occuparsi di oltre 170 parchi, fra privati e Corona. Anche noi italiani abbiamo il nostro Lancelot Brown: si chiama Gianfranco Giustina, ha 59 anni e da 37 segue, per conto della famiglia Borromeo, i parchi dell’Isola Bella e dell’Isola Madre, sul Lago Maggiore. Il 10 aprile di quest'anno è stato insignito della Rhs Memorial Medal, un riconoscimento annuale che viene assegnato a livello mondiale alla persona che "ha più contribuito ai progressi delle conoscenze scientifiche nel giardinaggio".
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