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Un substrato è costituito da uno o più elementi organici ed inorganici, spesso miscelati tra loro per sfruttarne le diverse proprietà. Tra quelli di natura organica vi sono la fibra di cocco, le cortecce, ma il componente più utilizzato è la torba, materiale vegetale più o meno decomposto, in particolare quella di sfagno, per la sua grande capacità di immagazzinare e cedere l'acqua e di mantenere un’umidità costante e una buona aerazione. I materiali inorganici hanno l'importante funzione di rendere il substrato permeabile e leggero, i più usati sono la sabbia, in genere di fiume, la ghiaia, l'argilla espansa, la perlite, il lapillo vulcanico, la lana di roccia. La scelta del substrato più adatto dipende oltre che dalla specie da coltivare, anche dall’ambiente e dalle tecniche che si intende utilizzare. Il substrato deve in genere ricreare l'ambiente naturale, ma può anche crearne uno artificiale, più controllato e più igienico, si parla in tal caso di coltivazione fuori suolo, come l'idroponica, in cui il terreno viene sostituito da materiale inerte, soprattutto lana di roccia, e le piante nutrite con una soluzione da appositi impianti.
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Per le piante che affondano le proprie radici nella terra il substrato è costituito principalmente da terriccio, di solito terreno di sottobosco cui sono aggiunti determinati elementi nutritivi. E' una miscela in cui sono presenti sostanze organiche, inorganiche ed elementi chimici. Tra le materie organiche la più utilizzata è la torba di sfagno, molto ricca di humus, in grado di assorbire l'acqua e cederla alla pianta. Quelle inorganiche hanno la funzione di mantenere il terriccio ben drenato e poroso, le più diffuse sono argilla e sabbia. In commercio esistono diverse tipologie di terriccio, da quello universale, che risponde alle necessità basilari di tutte le piante, o almeno delle meno esigenti, a quelli la cui consistenza e composizione è studiata per soddisfare al meglio le esigenze di particolari categorie, come le piante grasse, le piante da fiore, le piante verdi. E' inoltre possibile procurarsi in modo facile ed economico un buon terriccio altamente nutritivo, con il compostaggio domestico dei rifiuti organici di cucina e giardino.
Esistono poi dei substrati specifici per piante che richiedono particolari tecniche di coltivazione. Le piante epifite, piante aeree come molte orchidee, si sono evolute per sopravvivere in ambienti poco luminosi, adattandosi a vivere attaccate ad un sostegno, un albero o una roccia, per innalzarsi e raggiungere zone più luminose, e vivono pertanto con le radici scoperte e pendule. Il substrato deve essere leggero, permettere l’aerazione delle radici e non soffocarle. Si trova in commercio già pronto o si può comporre con fibra di cocco, torba di sfagno o corteccia. Esistono poi i substrati per le piante coltivate in acquario, che devono fornire ancoraggio e nutrienti, e spesso hanno anche una funzione estetica. I substrati in commercio sono di solito miscele di sabbia di varia origine con terriccio a base di torba, arricchite con elementi fertilizzanti a lenta cessione. Con un'appropriata fertilizzazione liquida è sufficiente anche della semplice ghiaia inerte. Anche la radicazione delle talee richiede un substrato particolare, che deve garantire umidità costante e buona aerazione. In genere è composto da una miscela di sabbia, torba e argilla.
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