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La corretta identificazione di un terreno è essenziale per riuscire a garantire un naturale sviluppo delle piante, la loro crescita ottimale e la loro sopravvivenza. Si deve quindi distinguere adeguatamente un terreno calcareo da uno acido. Un terreno calcareo è ideale per la coltivazione di piante che vengono definite "calcicole" come: il Ginepro comune, il Larice, il Pino, il Ciliegio, l'Ibisco, il Melograno, il Noce, il Gelso, il Bosso, il Nespolo, l'Oleandro, l'Olivo e il Leccio, al contrario quindi delle piante acidofile. Infatti la presenza massiccia di calcio in alcuni terreni può provocare seri danni ad alcune piante. Quindi per una corretta coltivazione è opportuno conoscere il giusto grado di acidità di un terreno e ricavarne quindi il pH. Infatti in presenza di un terreno con ph inferiore a sette si sarebbe in presenza di un substrato acido al contrario di un terreno basico quindi adatto a piante "calcicole".
Il calcolo del pH risulta molto utile per la scelta delle piante da coltivare in un dato terreno, dal momento che mettere a dimora piante acidofile in un terreno eccessivamente basico potrebbe provocare la clorosi ferrica. Questa patologia si presenta con una progressiva decolorazione delle foglie, una ridotta fioritura e una fruttificazione eccessivamente scarsa. Questo perché il calcare presente nel terreno riduce la capacità di solubilizzazione di molte sostanze nutritive in esso presenti che quindi non possono essere assorbite dagli apparati radicali delle piante. È importante anche riuscire a distinguere un terreno calcareo da uno composto da torba. Infatti quest'ultimo contiene una buona quantità di sostanze organiche e può migliorare la capacità drenante tramite l'aggiunta di sabbia o ghiaia.
Un terreno calcareo potrebbe essere corretto provvisoriamente apportando al substrato dei fertilizzanti che contengano sostanze organiche adeguatamente acidificanti. Il risultato dell'acidificazione di un terreno però dipende da quante sostanze vengono somministrate, da quanto sia il grado calcareo del substrato e soprattutto dalla tipologia di terreno presa in considerazione. Infatti in presenza di grandi quantità di argilla potrebbe essere molto lungo il processo di miscelazione tra la terra e le sostanze organiche. Il processo che riduce l'alcalinità del suolo però non è definitivo, in quanto le irrigazioni e le piogge tendono a riportare le caratteristiche del substrato a quelle iniziali. Quindi il processo deve essere continuativo nel tempo e il suolo andrebbe pacciamato adeguatamente con sostanze acidificanti come aghi di conifere, scarti di caffè e di frutta o verdura.
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