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Essendo una pianta di origine africana, la clivia teme il freddo e per questo si adatta particolarmente alla coltivazione in serra o in ambienti chiusi. La temperatura ambientale non deve mai scende sotto i 10 gradi, mentre nel periodo della fioritura la temperatura più indicata è intorno ai 20 gradi. L'esposizione deve essere tale da garantire una buona illuminazione, ma mai il sole diretto per molte ore della giornata, poiché ustionerebbe le foglie. Attenzione anche alle correnti di aria fredda, dannose per la pianta. Nel periodo di ripresa del ciclo vegetativo, dalla primavera all'autunno, la clivia richiede abbondanti annaffiature e un terriccio sempre umido, anche se sono da evitare i ristagni idrici, che farebbero marcire le foglie. Annaffiature molto meno abbondanti sono invece necessarie nel periodo invernale. La clivia dovrebbe essere posizionata in vasi di dimensioni non troppo ampie, per permettere alle radici di occupare completamente lo spazio a disposizione. Solamente dopo che ciò è avvenuto si provvederà al rinvaso, in media ogni due anni. Il materiale più indicato per la disposizione della pianta in vaso è la terracotta, che permette alla terra e dunque alle radici di traspirare e garantisce stabilità alla pianta: un vaso pesante eviterà alla clivia di capovolgersi nonostante l'abbondante produzione fogliare.
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Proprio dalle foglie che si sviluppano copiose a partire dalla parte radicale della pianta si ricava il più semplice metodo di riproduzione della pianta: all'inizio della primavera, nel periodo del rinvaso, si possono dividere i rizomi assicurandosi che rimangano almeno cinque o sei foglie per pianta, sistemando poi le due porzioni così ottenute in due vasi separati. Anche la riproduzione per seme è possibile, ma in questo caso potrebbe accadere che la pianta ottenuta non assomigli alla pianta madre e che presenti caratteristiche differenti, a causa della varietà genetica. Ancor più semplice, invece, è la tecnica che prevede di piantare i polloni che si sviluppano spontaneamente alla base della pianta. A meno che non sia in corso una produzione di foglie particolarmente abbondante, non sono necessari particolari interventi di potatura, tuttavia si consiglia di provvedere all'eliminazione periodica delle foglie ormai secche. Per ogni operazione di taglio, comunque, si consiglia di utilizzare forbici e attrezzi adeguatamente sterilizzati su fiamma, per evitare che si provochino dei tagli di difficile rimarginazione che possano essere viatico di malattie e infezioni.
La clivia è una pianta decisamente resistente a parassiti e attacchi di altre malattie infestanti, ma questo non significa che non necessiti di attente cure. La più diffusa forma di parassita infestante per la clivia è la cocciniglia: in caso di infestazione si consiglia di rimuovere i parassiti con un batuffolo di cotone imbevuto di alcol, per poi passare all'utilizzo di prodotti specifici che garantiscano la totale eliminazione dei parassiti e proteggano la pianta da ulteriori attacchi. Osservare le foglie della clivia è anche il modo migliore per evidenziare uno stato di salute non ottimale anche se non direttamente legato all'attacco da parte di qualche organismo esterno: foglie ingiallite e che tendono ad accartocciarsi possono segnalare annaffiature troppo frequenti o troppo rade: in tal caso si consiglia di analizzare anche il terreno e regolarsi di conseguenza, in modo che sia mantenuto umido, in modo particolare in estate, ed evitando invece che ci siano eccessivi ristagni idrici. Le foglie traggono beneficio da una adeguata nebulizzazione, ma occorre accertarsi che essa non sia eccessiva e soprattutto che non comporti l'accumulo di acqua alla loro base. Se le foglie assumono invece una colorazione bronzea e la lamina si inspessisce, è possibile che stiano ricevendo troppa luce diretta: spostare la pianta sarà sufficiente per risolvere il problema.
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