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Essendo una pianta asiatica, il croton non è abituato a temperature molto rigide e per questo motivo si tende a praticare la coltivazione in vaso, in modo tale da poter ritirare la pianta al riparo durante il periodo invernale. Il croton richiede la collocazione in ambienti umidi e teme gli sbalzi climatici. Necessita di abbondante illuminazione, ma si consiglia di evitare l'esposizione diretta ai raggi solari o vicino ai vetri, per evitare che le foglie possano riportare ustioni. Anche le annaffiature devono essere frequenti, permettendo al terreno di conservare sempre un certo grado di umidità pur senza creare ristagni idrici che favoriscono il proliferare di parassiti e funghi. Piuttosto che esagerare con le innaffiature, quindi, si consiglia di provvedere a quantità moderate ma frequenti e di nebulizzare le foglie anche con cadenza quotidiana durante l'estate, quando le temperature sono più elevate e il clima rischia di essere troppo secco. Lo sviluppo rapido della pianta può essere aiutato attraverso una buona concimazione, da diluire nell'acqua di innaffiatura durante il periodo di ripresa vegetativa della pianta e per tutta la stagione estiva. Mentre in estate si provvederà alla concimazione bisettimanale, nel periodo invernale sarà sufficiente intervenire ogni due mesi.
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Dal momento che il croton tende a svilupparsi in modo rapido, la potatura è il più efficace strumento per tenere sotto controllo la sua crescita e per conferirgli la forma preferita. La pianta, infatti, tende a svilupparsi in altezza dando origine a foglie rade ma, se opportunamente potata nella parte apicale, si manterrà più bassa e darà vita ad un fogliame più fitto, di maggiore fascino dal momento che la chioma sarà caratterizzata da più colori ravvicinati. La potatura tradizionale va comunque effettuata anche per contenere lo sviluppo laterale e per eliminare i rami secchi, che sottraggono nutrimento inutilmente alla pianta. Con la potatura, il croton sarà rinvigorito e più resistente agli attacchi parassitari. La riproduzione avviene invece prevalentemente per talea: occorre prelevare porzioni di ramo di circa 10 cm dotate di foglie e gemme che daranno vita alla nuova piantina. Il ramo così ottenuto va posizionato in una soluzione rizomatosa per favorire la radicazione e in seguito all'interno di torba e sabbia. La talea va poi coperta con materiale isolante e trasparente che garantisca umidità, filtraggio della luce e una temperatura media di circa 25 gradi: si creeranno così le condizioni ottimali per lo sviluppo della pianta fino allo sviluppo dei primi germogli, quando il vaso potrà essere collocato in una zona luminosa senza più bisogno di essere isolato. Infine, quando la pianta ha raggiunto i 15 cm circa di altezza, va posizionata nel terriccio indicato per le piante adulte.
Osservare le foglie del croton non è soltanto un piacere, ma è anche lo strumento migliore per determinare se la pianta è in salute oppure no. La caduta delle foglie è il primo sintomo di qualche errore nella cura: si può trattare di scarsa umidità nell'ambiente oppure di innaffiature troppo rare o troppo abbondanti. Anche la scarsa illuminazione può essere causa di patimento per la pianta: una volta individuata la causa primaria della sofferenza del croton è sufficiente modificare quest'abitudine e ricreare le condizioni ottimali per il suo sviluppo per poter vedere la pianta riprendere a svilupparsi in modo rigoglioso. Per quanto riguarda gli attacchi esterni, invece, il più diffuso nemico del croton è la cocciniglia, parassita che provoca macchie gialle e marroni sulle foglie e in seguito la loro caduta. Individuare la presenza di cocciniglia o di altri parassiti in modo tempestivo permetterà di intervenire prima che la pianta possa riportare danni troppo gravi: se la colonizzazione è ad uno stadio iniziale è possibile rimuovere i parassiti presenti con un cotone imbevuto di alcol. Se però non è possibile eliminare in questo modo ogni organismo infestante, occorre utilizzare uno specifico antiparassitario, che possa eliminare completamente la presenza di questi parassiti. In caso contrario, essi riprenderebbero a proliferare anche dopo il trattamento, richiedendo ulteriori interventi.
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