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Come già detto al precedente paragrafo, la curcuma è una pianta di origine asiatica. Appartenente alla famiglia delle Zinziberacee, la curcuma è parente stretto dello zenzero, anche se le sue spezie sono meno piccanti di quest’ultimo, ma pur sempre benefiche. Di questa specie si contano circa ottanta diverse varietà, tutte erbacee, arbustive, bulbose e con comportamento perenne. La pianta si presenta con un fusto carnoso alto da 45 a 70 centimetri( dipende dalla varietà) e con un’infiorescenza a forma di spiga, composta da brattee ( foglie deformate) che contengono i fiori. Le brattee sono più verdi alla base, mentre assumono diverse colorazioni nella parte apicale, dal giallo, al rosa, al bianco ed al violetto. Le foglie della pianta sono verdi, carnose, lunghe e lanceolate. Il nome botanico della curcuma deriva dall’arabo e dal sanscrito. La pianta è anche notoriamente conosciuta come “zafferano delle Indie”, dal colore della spezia ricavata dalla radice in polvere, colore che è proprio giallo. In natura esistono tante varietà di curcuma, anche se il semplice nome della pianta deriva in realtà da una varietà specifica: la curcuma longa. Le caratteristiche e le esigenze colturali delle varie specie sono simili, cambia solo l’altezza del fusto e la colorazione dei fiori.
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Come al solito, nella elencazione delle diverse varietà di curcuma, bisogna anteporre il fatto che non è possibile menzionarle tutte, anche perché, nel caso di questa pianta, ci si riferisce di solito alle varietà maggiormente conosciute e coltivate. Per completezza possiamo citare la curcuma longa, la curcuma alismatfolia, la curcuma zedoaria, la curcuma angustifolia, la curcuma bicolor, la curcuma sylvatica, la curcuma grandifolia, la curcuma colorata e la curcuma lanceolata. La curcuma longa è la varietà più nota e maggiormente coltivata, da cui deriva proprio il semplice nome della pianta. In questa varietà le foglie sono grandi e molto allungate; i fiori sono di colore rosa e il fusto può raggiungere l’altezza di un metro. La curcuma alismatifolia presenta un fusto alto settanta centimetri , foglie molto lunghe, lanceolate, di colore verde chiaro, e grandi fiori lievemente rosati che la rendono simile al Loto. La curcuma zedoaria è usata nella preparazione del liquori; i suoi fiori sono giallo rosa. Tutte le altre varietà sopracitate si distinguono per alcune lievi differenze morfologiche che riguardano la colorazione dei fiori, la forma e la grandezza delle foglie.
La curcuma è una pianta originaria dei paesi umidi e tropicali, quelli ricchi di pioggia per intenderci. Coltivarla non è difficile, a patto di conoscere molto bene le necessità colturali di questa pianta ed i suoi fabbisogni, sia idrici che nutrizionali.
La curcuma, essendo una specie tipica dei paesi con climi caldi e piovosi, necessita di temperature decisamente più elevate delle altre piante, anche nei mesi invernali. Nei periodi più freddi, la temperatura ideale per la pianta non dovrà scendere mai al di sotto dei 15 gradi, perché in caso contrario se ne impedirà la crescita e la fioritura. In estate, invece, la curcuma sopporta temperature anche ben elevate ed intorno ai 35 gradi. La pianta predilige le esposizioni luminose, ma non al sole diretto.
Il substrato ideale per la coltivazione della curcuma è soffice, ben drenato, leggero, ricco di sostanza organica e lievemente acido. In genere, nella messa a dimora della pianta si usano: terriccio universale mescolato con sabbia o comune terra da giardino a cui vengono aggiunte torba e sabbia.
La curcuma deve essere coltivata in un vaso abbastanza ampio, perchè ogni anno tende a formare dei rizomi molto grandi. Questi si possono dividere e rinvasare singolarmente per dare vita a nuove piantine. Per la curcuma coltivata in giardino, i rizomi si prelevano all’inizio dell’autunno, conservandoli in un luogo fresco e asciutto per poi interrarli la primavera successiva. Se la curcuma è coltivata in casa ( in vaso), durante l’autunno vanno sospesi tutti gli interventi colturali, i quali andranno effettuati a partire dalla primavera. Il rizoma si interra lasciando la parte superiore esposta all’aria, in modo da osservare la formazione dei primi germogli, che indicano la ripresa della fase vegetativa. Sarà proprio durante questa fase che bisognerà procedere ad innaffiare la pianta.
La curcuma deve essere innaffiata frequentemente durante il periodo vegetativo. La particolarità della pianta è che fiorisce in primavera, mentre a fine estate comincia a disseccare, le foglie si ingialliscono e tutta la struttura vegetativa entra in una fase di riposo. Durante la fase di riposo, cioè in autunno, bisogna sospendere le annaffiature. Queste riprenderanno alla comparsa dei primi germogli. La frequenza delle annaffiature nella stagione vegetativa ( dalla primavera all’autunno) dipenderà dalle condizioni del terriccio: se toccandolo con le mani sarà asciutto, bisognerà procedere ad innaffiare. Le piante di curcuma coltivate in casa e in luoghi troppo secchi ed asciutti necessitano di frequenti nebulizzazioni della chioma. Durante le annaffiature bisognerà evitare i ristagni idrici e l’eccessivo inzuppamento del terriccio. L’umidità è spesso causa dello sviluppo di malattie fungine che possono attaccare anche le radici ed i rizomi della curcuma.
La curcuma va concimata ogni dieci, quindici giorni, durante il periodo delle annaffiature, aggiungendo fertilizzanti liquidi per piante a fiore, all’acqua di irrigazione. Ogni mese, la pianta va concimata con specifici concimi per piante fiorite. La concimazione autunnale deve essere povera di azoto e ricca di fosforo e potassio, che contribuiscono al rafforzamento dell’apparato radicale della pianta. Da non trascurare anche i concimi ricchi di microelementi, come ferro, rame, zinco, manganese, boro e molibdeno, che intervengono in maniera importante nei processi di sviluppo della curcuma.
La curcuma, come accennato ai precedenti paragrafi, si propaga per divisione dei rizomi. Questi si tagliano e di dividono in singoli cespi, da rinvasare per dare vita a nuove piantine. I rizomi vanno tagliati con attrezzi a lama puliti e disinfettati. Ogni porzione di rizoma deve contenere almeno due o tre foglioline e la sua superficie va trattata con un fungicida ad ampio spettro, a base di zolfo.
La curcuma non ha bisogno di essere potata. Solo in caso di necessità bisogna procedere ad eliminare le parti secche, ingiallite o danneggiate, spesso veicoli per malattie parassitarie.
La curcuma, se ben coltivata, riesce a resistere egregiamente alle malattie e alle avversità. Tuttavia, in particolari condizioni, la pianta può essere attaccata dalla cocciniglia, dagli afidi e dal ragnetto rosso. Questi parassiti compaiono nei periodi caldi e secchi, ovvero in estate. In tal caso, per prevenirne gli attacchi, bisogna nebulizzare frequentemente la chioma della pianta. Un’eccessiva umidità può però provocare il marciume delle radici. Nella coltivazione della curcuma sarà, dunque, necessario utilizzare un certo equilibrio. Le malattie conclamate si combattono, invece, utilizzando specifici antiparassitari.
La curcuma è nota per le sue proprietà officinali. Dalla sua radice ridotta in polvere si ottiene una spezia, chiamata sempre con il nome della pianta, a cui vengono attribuite proprietà digestive, antinfiammatorie, antiossidanti, antidolorifiche e persino anticancro. Uno studio condotto dall’Università della California, ha evidenziato che la curcuma blocca la produzione di un enzima implicato nello sviluppo del tumori del collo e della testa. La curcuma può essere usata in cucina anche come condimento per risotti, con la stessa funzione dello zafferano, e per piatti a base di carne o pesce. La spezia viene usata anche per la produzione del curry, rinomato liquore giallo. Da una sostanza contenuta nella curcuma, la curcumina, si ricava anche un colorante alimentare. Nell’antichità la pianta era usata anche per colorare i tessuti, ma questo uso si è perso con il tempo, perché i coloranti estratti dalla curcuma tendono a scolorire facilmente sotto l’azione del sole. Nella cultura indiana la radice di curcuma appesa al collo di una ragazza indicava una promessa di matrimonio. Nella medicina Ayurvedica, la radice di curcuma viene usata per lenire ferite e scottature.
La curcuma si acquista facilmente nei vivai, mentre la spezia, nonostante le riconosciute proprietà officinali, non è ancora molto diffusa nei supermercati. La polvere di curcuma e le relative formulazioni erboristiche ( capsule o compresse) si possono comprare in erboristeria. Le capsule e le compresse si trovano anche in farmacia e parafarmacia. Un’ampia offerta di prodotti a base di curcuma si trova anche su Internet, dove esistono numerosi e-commerce che vendono sia la spezia in pacchi che le formulazioni erboristiche. Prima di acquistare la curcuma online bisogna accertarsi della serietà dell’e-commerce scelto. I prezzi di vendita della spezia sfusa, o in compresse, variano un base al produttore e al canale di acquisto e in genere sono compresi tra i tre ed i venti euro.
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