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La famiglia delle Cyperaceae cui fa capo il Papiro è molto vasta e, oltre al comune Cyperus Papyrus, una tra le specie più diffuse è sicuramente il Cyperus Alternifolius. Questa è una pianta che difficilmente supera il metro e ottanta di altezza, ha fusti sottili e di forma cilindrica. Le brattee sono raggruppate in ciuffi poco densi e disposte sulla parte apicale dei fusti, hanno le estremità appuntite cui fanno seguito piccoli frutti muniti di semi. Questa specie proviene dal Madagascar ed è quella che viene più spesso impiegata come pianta da appartamento sia per le sue dimensioni contenute e sia per la facilità di coltivazione. Un'altra specie degna di nota è il Cyperus haspen, originaria del Messico e anche questa si presta bene alla vita d'appartamento (giacché teme il freddo) ed è molto apprezzata per la sua chioma ricca di ciuffi.
Sebbene il papiro nel nostro Paese si sviluppi allo stato selvatico, generalmente viene impiegato a scopi ornamentali perché la maggior parte delle specie di papiro tende a disseccarsi con il gelo e i rizomi attraversano un periodo di dormienza. Per fare in modo che ciò non accada, è bene coltivare il papiro in vaso e spostarlo in casa quando sopraggiunge il freddo. Anche se la pianta ama l’esposizione in pieno sole, in appartamento riesce a vivere anche con poca luminosità ma, in questo caso, le foglie potrebbero perdere la loro naturale brillantezza. Il terriccio deve essere mescolato a sabbia e non è necessario che sia particolarmente fertile. Una condizione indispensabile per lo sviluppo della pianta è che deve essere annaffiata spesso e non bisogna preoccuparsi di possibili ristagni.
Sebbene il papiro sia coltivato soprattutto come pianta ornamentale, anticamente il suo impiego era diffuso per tantissimi altri scopi. Nell’Antico Egitto, ad esempio, i fiori di papiro erano utilizzati come decorazione per ghirlande fusto e radici erano impiegate per la realizzazione di utensili, pentole, calzari ed anche imbarcazioni, il midollo come fibra tessile e come alimento, mentre il rizoma era utilizzato come combustibile. L’uso del papiro, tuttavia, è legato strettamente a quello della carta perché nell’antichità era impiegato soprattutto come superficie scrittoria. A recuperare questa tradizione millenaria fu proprio un italiano, lo studioso catanese Saverio Landolina Nava, che alla fine del XVIII secolo diede inizio alla fabbricazione della carta in Sicilia (più precisamente, a Siracusa) dove prosegue tuttora.
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