Pitahaya - Hylocereus spp.

Generalità

La pitahaya appartiene alla famiglia delle Cactacee ed al genere Hylocereus, comprendente diverse specie, in base al frutto le più importanti sono la pitahaya rossa (Hylocereus undatus), la pitahaya gialla (Hylocereus megalanthus) e la pitahaya del Costa Rica (Hylocereus costaricensis).

È una pianta epifita, per cui vive su altre piante che fungono da sostegno, con portamento ricadente, strisciante o rampicante, avente uno stelo molto ramificato dalla forma cilindrica o triangolare, con un diametro di 10-12 cm, in grado di svolgere la fotosintesi e rivestito da piccole areole di spine soffici di colore bianco; presenta inoltre ben poche costolature appena accentuate. L'epidermide del fusto è ricoperta di uno strato ceroso avente lo scopo di ridurre la traspirazione, le radici sono superficiali e robuste. La pianta sviluppa dei fiori composti molto grandi, lunghi fino a 30 cm e larghi 15-17 cm, con molti petali di colore verdastro, giallo o biancastro. La fioritura è piuttosto breve e generalmente avviene di notte, con un’impollinazione effettuata dai pipistrelli o dalle falene (farfalle notturne), la pianta produce diversi fiori in sequenza di tempo, ed in clima adatto ci possono essere più periodi di fioritura all'anno, nei climi temperati caldi fiorisce in estate o in autunno. La pianta è generalmente autosterile, il polline impiegato per la fecondazione proviene da altre piante di pitahaya.

Frutto di Pitahaya

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Frutti

Il frutto, detto anche dragon fruit, pesa 150-600 g, lungo 6-12 cm e largo 4-9 cm, ha un colore variabile, una forma allungata o ovale, con una polpa cremosa, caratterizzata da un aroma delicato e contenente numerosissimi semi neri che sono commestibili. I dragon fruit, a seconda del colore esterno e della polpa, si distinguono in pitahaya rossa, pitahaya del Costa Rica e pitahaya gialla.

I frutti della prima sono rossi con la polpa bianca, la pitahaya del Costa Rica presenta una polpa rossa, mentre quella gialla esternamente assume questa colorazione che all’interno è bianca.

La pitahaya rossa è ovale, invece quella gialla presenta una forma più allungata e delle spine sull’epidermide.


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Clima

La pitahaya preferisce i climi tropicali e subtropicali, però è in grado di adattarsi ai climi temperati caldi, tollera temperature fino a 45 °C e vegeta abbastanza bene a 8-10 °C, valori termici prolungati appena inferiori allo zero provocano gravissimi danni o la morte della pianta. La pitahaya deve essere posizionata in un luogo molto luminoso e poco arieggiato per tutto l'anno, si sconsigliano esposizioni al sole diretto; teme i venti freddi. Queste specie crescono bene su terreni aridi, sciolti, ben drenati e poveri di sostanza organica, nel caso della coltivazione in vaso va aggiunta della torba. La pianta è originaria delle foreste tropicali, ove utilizza gli alberi come sostegni ed è in grado di arrivare fino a 10 m di altezza, è diffusa nell’America centrale e nelle aree settentrionali del sud America, è coltivata anche nel sud-est asiatico, in Cina, in Australia ed in Israele.


Tecniche di coltivazione

La pitahaya si moltiplica prevalentemente per talea, un pezzo di stelo messo a dimora emette le radici molto rapidamente. La propagazione per seme raramente è utilizzata, in questo caso i semi devono essere sovramaturi e vanno posti in un terreno ben drenato e ricco di torba, la germinazione avviene a 14-28 giorni dalla semina a temperature di 18-21 °C. La pianta una volta messa a dimora necessita di sostegni a causa della sua natura epifitica. La concimazione può essere fatta una volta al mese impiegando dei concimi contenti tutte le sostanze nutritive necessarie. La pitahaya ha un’elevata resistenza alla siccità, però con l’irrigazione è in grado di dare una fruttificazione costante durante l’anno; gli apporti d’acqua devono essere regolari durante la crescita vegetativa, mentre diminuiscono in prefioritura, in modo da permettere la fuoriuscita dei fiori, e durante la stagione fredda. Bisogna tenere conto che eventuali ristagni idrici e le precipitazioni abbondanti possono causare cascola dei fiori e marciume dei frutti. La raccolta avviene 30-50 giorni dopo la fioritura, nei climi tropicali ci possono essere fino a 5-6 cicli di raccolta all’anno, in Vietnam alcune aziende producono 30 t/ha di frutti ogni anno. La pitahaya è poco soggetta ad attacchi di parassiti, i più comuni sono il batterio Xanthomonas campestris, che provoca marciume allo stelo, ed il fungo Dothiorella, che si instaura con macchie brune sui frutti; quest’ultimi possono essere danneggiati dagli uccelli.


Pitahaya - Hylocereus spp.: Utilizzo

La pitahaya può essere utilizzata sia come pianta da appartamento che per la produzione di frutti, per il consumo fresco il dragon fruit va tagliato a metà, la polpa è molto ricca di semi, dolce e soffice. La pitahaya viene impiegata nell’industria dolciaria e nella preparazione di bevande, oltre ad essere consumata come un gelato. Il dragon fruit è particolarmente ricco di vitamina C e sostanze antiossidanti.



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