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Il Cipresso di Monterey è stato introdotto nella nostra Penisola a scopo ornamentale e come essenza da legno, ma si è naturalizzato in Umbria. Nel suo ambiente naturale vive in ambienti costieri e in condizioni esposte a venti forti e aria salmastra, con estati fresche e umide a causa delle nebbie provenienti dal mare, oppure in ambienti più lontani dal mare e riparati, dove assume forma eretta. Si adatta a una grande varietà di pH e condizioni granulometriche del suolo, richiedendo solo che questo sia ben drenato e tollerando anche substrati molto poveri. Sopporta molto bene il caldo intenso e l’aridità e richiede il pieno sole, anche se l’eccessiva carenza idrica protratta per troppe stagioni consecutive lo espone agli attacchi degli insetti. E’ resistente ai venti ma per sopportarli ha bisogno di terreni non troppo superficiali altrimenti non riesce ad ancorarsi quanto serve. Come tutte le specie che sopportano il caldo e l’aridità non è una specie pienamente rustica, soprattutto quando è giovane, arrivando solo quando ben attecchita a sopportare inverni con temperature di -10°C.
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Il Cipresso di Monterey si propaga per seme nel tardo inverno, ricoprendo appena il letto di semina e magari sottoponendo preventivamente i semi a una stratificazione fredda di tre settimane. E’ necessario fare attenzione con le annaffiature perché i semi marciscono molto facilmente. La germinazione richiede circa 1 o 2 mesi a 20°C. Appena è possibile maneggiare i semenzali va effettuato il ripicchettamento, seguito da una intera stagione vegetativa più tutto l’inverno successivo in serra fredda. L’impianto può avvenire nella tarda primavera o all’inizio dell’estate. Va tenuto presente che il Cipresso di Monterey non sopporta bene i trapianti perché il suo apparato radicale si risente parecchio di eventuali disturbi. In alternativa si possono prendere talee di legno quasi maturo in settembre, tenute poi al riparo dal gelo, oppure in aprile-maggio. Per le sue caratteristiche il Cipresso di Monterey si adatta a una certa varietà di utilizzi. In posizioni riparate può essere un elemento di spicco che dà slancio verticale ad ampi giardini, magari come sfondo sempreverde di bordure o lungo viali, o per sottolineare le geometrie di spazi formali. Potato secondo l’arte topiaria si adatta a piccoli giardini moderni e di design, accanto a bossi oppure in contenitori su terrazzi dal sapore mediterraneo. Può addirittura essere allevato a semi-arco di modo che due alberi della stessa età ne vadano a formare uno completo, anche se ben altri alberi o arbusti servirebbero meglio allo scopo. Per chi invece ha la grande fortuna di possedere un giardino in zone costiere, meglio se spazzate da venti forti, il cipresso di Monterey può essere lasciato libero di svilupparsi come crede, fino a diventare una vera e propria scultura vivente, reso contorto dai venti e piegato dal sole, affascinante soprattutto quando si staglia solitario sullo sfondo di un panorama a picco sul mare.
Allevato in condizioni non ideali diventa sensibile al Seridium cardinale che causa il cancro del cipresso.
Il legno del Cipresso di Monterey è pesante, duro, resistente, durevole anche per 10 o 15 anni senza bisogno di trattamenti, aromatico, a grana fine, utilizzato per fabbricare targhe, barche, in falegnameria, per pannelli da interno, cornici e modanature, e come ottimo combustibile (anche se produce molte scintille quindi è meglio utilizzarlo per fuochi protetti e non in caminetti aperti).
Tra le numerose varietà di Cipresso di Monterey ricordiamo:
“Saligna Aurea” a habitus piramidale con lunghe fronde eleganti e piangenti, di colore verde-bronzo, adatta a collezioni di conifere. “Goldcrest” rappresentativa delle moltissime varietà a fogliame dorato di questo cipresso “Greenstead magnificent” varietà nana che si espande più che alzarsi, a fogliame blu-verde, adatta a contenitori.
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