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Il Pino nero è naturalmente presente in gran parte della penisola italiana con l’esclusione di Piemonte e Val d’Aosta, Sardegna, Puglia, e Basilicata. Il suo areale di distribuzione va da 0 a 1200 metri sul livello del mare. E’ un albero eliofilo, che in fatto di terreno non ha preferenze particolari per quanto riguarda la granulometria. Il pH del suolo invece determina la diffusione delle varie sottospecie di Pino nero, oltre che influire sulla qualità del legno dell’albero. Di norma il cosiddetto Pino austriaco cresce su suoli calcarei, mentre il Pino laricio cresce su quelli acidi. Il terreno ideale comunque è molto ben drenato. Sopporta molto bene i venti salmastri, i venti forti, l’aridità, il freddo.
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La propagazione del Pino nero avviene per seme. La germinazione presenta alta percentuale e temperature ideali che vanno da 15 a 20°C a seconda dell’area di provenienza della semente (per cui è sempre buona regola seminare varietà locali di Pino nero in modo da poter controllare le condizioni ambientali ideali per lo sviluppo dei semenzali). La semina di solito viene effettuata subito dopo la raccolta dei semi e direttamente in contenitori singoli, protetti da marciumi e nematodi, per evitare di danneggiare le plantule con il ripicchettamento. La messa a dimora deve avvenire quanto prima, avendo cura di proteggere il giovane pino nero dal gelo invernale per i primi due anni. Vanno evitati i trapianti soprattutto per piante più alte di 90 cm. Come molti altri pini anche gli aghi del Pino nero producono sostanze inibenti la germinazione che una volta cadute sul terreno per dilavamento ad opera della pioggia rendono difficile da coltivare le piante sotto la sua chioma. Si consigliano hosta, ortensie (soprattutto le Hydrangea serrata e macrophylla che cambiano colore dei fiori a seconda del pH del terreno, creando effetti cromatici piacevoli) e azalee o rododendri. Le varietà nane sono adatte a spazi contenuti. Alcune cultivar possono essere potate secondo le regole dell’ars topiaria, altre sono adatte a giardini minuscoli, magari associate ad altre conifere in miniatura per creare piccole collezioni giocate sugli accostamenti di diverse tessiture e le differenti tonalità di verde degli aghi.
Tra i parassiti tipici del Pino nero ricordiamo la Processionaria del pino Thaumetopoea pityocampa, gli afidi, alcuni coleotteri e lepidotteri. Tra le malattie segnaliamo soprattutto la ruggine e vari tipi di attacchi fungini.
Il Legno di Pino nero varia molto a seconda della sua provenienza, ma in ogni caso è un legno resinoso non durevole (va sottoposto a trattamenti), utilizzato per produrre parta di cellulosa e mobilio grezzo.
Tra le numerose cultivar di Pino nero ricordiamo: “Nana” che non supera i 6 metri d’altezza, “Pierrick Bregeon” adatto per l’arte topiaria, “Moseri”, “Black Prince”, e “Hornibrookiana” più largo che alto (supera di poco il mezzo metro). Numerose anche le varietà naturali, che differiscono per morfologia, dimensioni, e resistenza alla siccità, tra cui segnaliamo: Caramanica, Poiretiana, Maritima, Cebennensis, Laricio, Pallasiana, Corsicana, e Calabrica. Infine ricordiamo che il Pino nero ibridizza liberamente con altri congeneri (Pinus montana, Pinus sylvestris, Pinus densi flora) inclusi alcuni ibridi.
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