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Il Pino strobo è presente nella nostra Penisola come ornamentale o coltivato per la produzione della carta, ed è naturalizzato in Piemonte, Lombardia, Veneto e Toscana. Predilige terreni di tessitura medio-fine, ben drenati, a pH neutro o acido, in pieno sole. Non sopporta l’inquinamento atmosferico.
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La propagazione del Pino strobo avviene per seme o in ottobre oppure nel tardo inverno, previa stratificazione fredda a 1-5°C per circa 60 giorni. Il letto di semina può essere ombreggiato all’inizio, ma in seguito va garantito il pieno sole. E’ bene riparare la plantula durante tutto il primo, e in certi casi anche il secondo, inverno e metterla a dimora nella primavere seguente. Anche se il Pino strobo sopporta bene i trapianti non è consigliabile spostare piante di una certa altezza per non intaccare la resistenza ai venti dell’albero. In alternativa si può procedere per propagazione vegetativa prendendo talee dai rametti nel tardo inverno di esemplari di 2-6 anni di vita e facendoli radicare, oppure innestando marze prese da esemplari adulti su giovani esemplari. La pianta patisce la competizione di altre specie, quindi sono necessarie una pacciamatura per scoraggiare le infestanti e un impianto che gli garantisca la luce di cui ha bisogno. Per le sue caratteristiche il Pino strobo può essere utilizzato come esemplare isolato o a gruppi non troppo densi, in bordure come protagonista o sul fondo a seconda della sua altezza, in collezioni di conifere, oppure in capaci contenitori nel caso di varietà nane. Non va mai associato a piante del genere Ribes perché è molto sensibile agli attacchi di una ruggine veicolata proprio da queste piante. Bello invece affiancato da aceri giapponesi, hosta in varietà, azalee sempreverdi. Attira la fauna selvatica.
Tra i patogeni più importanti correlati al Pino strobo ricordiamo l’Armillaria, che provoca marciumi anche a carico dei semenzali, il Cronartium ribicola che causa la ruggine (trasmesso dalle piante di Ribes), e il curculionide Pissodes strobii. La pianta è inoltre sensibile ai marciumi causati da altri funghi tra cui Fusarium e Phaeolus e agli afidi della specie Cinara strobi.
Il legno di Pino strobo è indeformabile e veniva usato per fabbricare alberature navali, oggi invece viene utilizzato soprattutto per pavimenti e infissi, oltre che nell’industria della carta.
Tra le numerosissime varietà di Pino strobo segnaliamo le seguenti
“Compacta” e “Nana” nomi generici che riuniscono le varietà a portamento nano e compatto.“Blue shag” varietà compatta e arrotondata con aghi verdi dalla sfumatura blu.“Contorta” varietà con il tronco e i rami contorti, ma con habitus comunque piramidale.“Fastigiata” varietà colonnare, tre volte più alta che larga di solito, con aghi bluastri e teneri.“Glauca” nome che accomuna molte varietà singole tutte con aghi dalla sfumatura boluastra.“Hillside winter gold” varietà con aghi che da verde chiaro diventano giallo dorati in autunno e inverno, ideale per creare un contrasto di colore con varietà di conifere a fogliame blu.“Aurea” a fogliame dorato durante tutto l’arco dell’anno, più ricco in autunno.“Pendula” varietà molto polimorfa ma comunque caratterizzata da rami piangenti e contorti, che può essere opportunamente guidata per ottenere un certo tipo di effetto finale. Molto scenografica.“Sea urchin” come dice il nome, forma nana e globosa che ricorda un riccio di mare, dall’accrescimento lento e aghi a sfumatura blu.“Uconn” di dimensioni intermedie, raggiunge circa 6 metri di altezza e ha una forma piramidale, quindi è ideale in piccoli spazi.
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