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L’acero palmato preferisce i climi temperati, però è in grado di adattarsi anche a quelli più freddi in quanto è in grado di sopportare temperature inferiori allo zero di diversi gradi. Le esposizioni migliori nei climi caldi sono gli ambienti parzialmente ombreggiati, in modo da impedire ustioni da raggi solari sulle foglie, mentre nelle zone più fredde è consigliata un’esposizione in aree completamente soleggiate, meglio se riparate dal vento. L’acero giapponese predilige i terreni freschi, profondi, sciolti, anche argillosi ma ben drenati e con un buon contenuto di sostanza organica, mentre rifugge i terreni eccessivamente calcarei e compatti, quest’ultimi risultano soggetti ai ristagni idrici. Questa specie è originaria dell’Estremo Oriente, attualmente è diffusa in tutto l’emisfero boreale.
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Dal punto di vista varietale l’acero palmato, all’interno della sua famiglia, è la specie più importante al mondo, infatti attualmente sono presenti più di mille cultivar che si differenziano tra loro in base alla forma, alla grandezza, alla profondità dei lobi ed al colore della foglia, al portamento ed al colore della corteccia. A seconda del colore delle foglie le varietà principali sono: Atropurpureum, con foglie e corteccia di color rosso scuro, Aureum, caratterizzato da un fogliame giallo-verde che in autunno vira al giallo lucente, Butterfly, con foglie verdi e bordo bianco-rosato che in autunno diviene rosso-violaceo, Burgundy Lace, rosso scuro che in autunno vira ad un verde bronzato, Katsura, con foglie giallo-verdi che in autunno virano all’arancione. Le cultivar Atrolineare e Deshojo hanno un portamento piramidale con una chioma ampia, Orange dream, Kitoseyama e Higasayama assumono l’aspetto di un cespuglio, mentre il gruppo varietale Dissectum è caratterizzato da foglie di diversi colori e da un habitus di crescita pendulo.
L’acero giapponese si moltiplica per seme, mentre la propagazione delle cultivar avviene per innesto o per talea in modo da ottenere esemplari identici alla pianta madre. Prima della semina il seme deve essere sottoposto alla vernalizzazione a basse temperature in modo da eliminare la dormienza invernale. Una volta sviluppatesi i semenzali vengono innestati con le varietà desiderate, la messa a dimora si effettua in autunno o in primavera. Le talee, lunghe 5-7 cm, vengono prelevate in primavera, si mettono in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali. Una volta avvenuta la radicazione le piantine sono pronte ad essere trapiantate nell’autunno o nella primavera seguente.
L’acero palmato viene coltivato a scopo ornamentale nei parchi pubblici, nei giardini, in vaso, a bonsai e per la formazione di alberature stradali. Nel caso della messa a dimora nei parchi pubblici le distanze d’impianto variano a seconda del portamento dell’albero, di solito non superano i 6 m in quanto la chioma non è troppo ampia e le radici esplorano un volume limitato di terreno sviluppandosi maggiormente in profondità. Gli interventi di potatura sono limitati e mirano al mantenimento della forma dell’albero, vengono asportati eventuali rami secchi, danneggiati e sovrannumerari. La concimazione si esegue durante all’impianto apportando del letame maturo, negli anni seguenti, qualora fosse necessario, si distribuisce del concime complesso a lenta cessione alla ripresa vegetativa. L’irrigazione è necessaria nei primi anni successivi all’impianto, però bisogna intervenire anche nel caso di esemplari adulti qualora si manifestassero condizioni di siccità prolungata.
L’acero giapponese è una pianta abbastanza soggetta ad attacchi di parassiti, tra i funghi si ricordano l’oidio, che colpisce le foglie, e la verticillosi, la quale si instaura nel sistema vascolare provocando il disseccamento di rami e branche. In quest’ultimo caso il metodo di lotta più efficace è ricorrere a varietà resistenti, altrimenti le piante attaccate vanno eliminate. I parassiti animali più comuni sono la cocciniglia farinosa, gli afidi (insetti) e l’acaro ragnetto rosso.
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