Carpino nero

Generalità

Il carpino nero (Ostrya carpinifolia) appartiene alla famiglia delle Corylaceae, in particolare al genere Ostrya che conta sette specie diffuse in Asia e America oltre che in Europa. Il portamento varia molto a seconda dell’habitat in cui cresce. In condizioni ottimali arriva a 15-20 metri di altezza e 8 di diametro, mantenendo un portamento dritto a cono largo, con palchi orizzontali, non troppo aperto né eccessivamente disordinato. In condizioni più problematiche, su ghiaioni o declivi, assume un portamento a ceppaia o arbustivo. La pianta completamente sviluppata ha la corteccia bruna e ruvida, fessurata, mentre in giovane età è più liscia e di colore tendente al grigio con lenticelle biancastre. Le foglie di massimo 10 cm per 5 cm, sono decidue, ovate, appuntite e doppiamente dentate. Di color verde scuro che in autunno vira al giallo oro, hanno le caratteristiche nervature secondarie parallele, e la pagina inferiore leggermente pelosa. I fiori sono a sessi separati, contemporaneamente presenti sulla stessa pianta fin da aprile, prima che spuntino le foglie. Gli amenti maschili sono gialli, lunghi 7-10 cm, mentre le spighe femminili sono più piccole e verdi. I frutti che si formano in seguito all’impollinazione anemofila sono degli acheni. Se ne trovano circa 15 all’interno delle brattee a forma di sacchetto che costituiscono le infruttescenze pendule, lunghe circa 5 cm, somiglianti a lampioncini che inizialmente sono verdi e in seguito assumono una colorazione giallo crema. La pianta deve il suo nome proprio alla conformazione delle brattee delle infruttescenze, che ricordano le valve delle conchiglie (“ostren” in greco). Il carpino nero è una delle piante “simbionte” di tutti i tipi di tartufo, compreso il pregiato tartufo bianco. Infine, va tenuta in conto l’elevata allergenicità del suo polline, anche se la pianta non ne produce in quantità esagerata.
ostrya carpinifolia

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Clima e terreno

fiori ostrya carpinifoliaE’ una pianta molto adattabile. In Italia il suo areale di distribuzione copre gli Appennini fino alla Calabria (da sola o in associazione con rovere, leccio e orniello), e le Prealpi, arrivando oltre i 1300 metri di altitudine insieme al faggio. In quota ama i versanti più riparati e meglio illuminati, essendo una pianta eliofila e termofila. Colonizza con facilità terreni poveri e asciutti, marnosi e calcarei, ma si adatta anche a terreni argillosi, tenendo comunque conto della sua avversione per il ristagno idrico. Tollera assai bene la siccità, più del carpino bianco. In pianura predilige posizioni più ombreggiate.

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Impianto

I semi lunghi circa 5 mm vanno raccolti dalle infruttescenze essiccate e posti in semenzaio nell’autunno successivo. Dopo il diradamento le giovani piante vanno mantenute in vivaio per circa quattro anni, poi possono essere messe a dimora in autunno o primavera su un terreno possibilmente ben drenato e ricco di sostanza organica. Gli esemplari vanno affiancati dai tutori se devono crescere come alberi isolati. Nel caso di siepi informali le piante andranno sostenute dal un filo posto a 100 cm da terra e piantumate su due file sfalsate a quinconce, distanti 100 cm tra loro. Tra una pianta e l’altra va mantenuta una distanza di 150 cm, accorciabile a 100 cm se si desidera affrettare i tempi di chiusura della siepe, che altrimenti richiede 4 anni per arrivare a formare la barriera.


Tecniche di coltivazione

Il carpino nero è un’essenza di dimensioni ridotte, adatta anche a piccoli giardini e utilizzata nelle alberature urbane dove dà prova di sopportare molto bene le condizioni avverse date da siccità e inquinamento. Si presta a essere utilizzata nelle siepi informali, o a formare piccoli gruppi di due o tre esemplari in parchi di maggiori dimensioni. Viene considerata una specie poco socievole. Nel caso della siepe la cimatura per favorire il rinfoltimento va eseguita già dal primo autunno successivo alla messa a dimora, a 150 cm di altezza. Ha un apparato radicale superficiale, ragion per cui in giovane età teme le gelate. Essendo una specie pioniera resistente agli incendi e piuttosto frugale, il carpino nero viene utilizzato anche per preservare il suolo dalla degradazione o nel rimboschimento di versanti impoveriti.


Parassiti

Da segnalare il fungo ascomicete Taphrina carpini che attacca il legno di tronco e rami creando l’effetto affastellato dei rametti detti a “scopazzi”. Le parti colpite sono caratterizzate da ipertrofia, risveglio anticipato delle gemme, e produzione di foglie piccole e arricciate.


Carpino nero: Caratteristiche del legno

Il legno del carpino nero ha fibre irregolari che ne rendono difficile la lavorazione. Viene utilizzato come legna da ardere e, data la sua durezza e resistenza, per la produzione di attrezzature agricole o da falegnameria (pialle).


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  • carpino albero Il carpino ha foglie di forma ovale e oblunghe, che presentano nervature particolarmente pronunciate e margini seghetta
    visita : carpino albero

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