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Il Pioppo nero è presente su tutto il territorio italiano tra 0 e 1200 metri sul livello del mare. Predilige ambienti umidi su terreni freschi presso fiumi o lagni, non teme le periodiche inondazioni. Le precipitazioni annue non devono scendere sotto i 700 mm. La reazione del terreno deve situarsi nel range tra sub acida e sub alcalina. Può vegetare su suoli più drenati, anche ghiaiosi oppure sabbiosi, a condizione che le radici possano raggiungere la falda freatica. Non ama i suoli troppo argillosi o troppo limosi. E’ eliofilo e termofilo, teme le gelate che ne possono spaccare il tronco, quindi la temperatura media del mese più freddo non deve scendere sotto i -2°C.
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La propagazione può avvenire per seme, ma va tenuta in conto la bassa percentuale di germinabilità, oppure per talea (nel caso delle cultivar avviene sempre per talea). L’impianto delle pioppelle di 1 o 2 anni avviene in inverno o a fine inverno a seconda delle varietà. Con la cultivar Pyramidalis si può utilizzare una distanza di impianto inferiore (2-3 m sulla fila e 3 m tra le file) mentre con la specie tipica è necessaria una distanza di 5-6 m. Se la coltivazione non è a scopo commerciale, in giardini o parchi, l’unica accortezza da avere è quella di preparare bene il terreno prima e garantire il giusto apporto idrico poi. Alcune cultivar hanno una specifica resistenza a talune avversità tipiche della specie e vengono quindi preferite per ridurre l’impiego di anticrittogamici in aree frequentate dal pubblico o in giardini privati.
Le tipiche avversità del Pioppo nero sono rappresentate dagli attacchi dell’afide lanigero, la defogliazione primaverile causata dal micete Pollaccia elegans che colpisce soprattutto le cultivar canadesi, le ruggini, la bronzatura causata dal fungo Marssonina brunnea, le necrosi corticali causate da Dothichiza populea, le macchie brune e il virus del mosaico. Ricordiamo anche i coleotteri Saperda carcharias e Cryptorhynchus lapathi, oltre al lepidottero Cossus cossus, che scavano gallerie nel legno. Si segnala infine il lepidottero Hyphantria cuneo che proviene dall’America e defoglia pesantemente la pianta.
Il legno di Pioppo nero è tenero e elastico, viene largamente utilizzato per produrre pasta di cellulosa, compensati, truciolati e imballaggi vari, oltre che fiammiferi.
Le varietà di Pioppo nero sono moltissime. La più nota a scopo ornamentale è la cosiddetta Pyramidalis a portamento colonnare, foglie più piccole e tronco senza protuberanze coi rami ascendenti raccolti attorno a esso, molto utilizzata per alberature stradali o in parchi pubblici. Altre cultivar sono state ottenute tramite ibridazione con il Populus deltoides di provenienza nordamericana, producendo i cosiddetti Populus euroamericana. Tra essi ricordiamo i cloni L-214 (pianta femmina, a chioma semi-espansa, a parte afide lanigero e bronzatura è resistente a tutte le altre avversità tipiche della specie), L-455 (pianta femmina, a chioma espansa, produce poco “cotone” in primavera ma è sensibile all’afide lanigero, ruggini e bronzatura) e L-154 (la cultivar più antica, pianta maschile), oltre a:
“Ballottino” femminile a chioma espansa, resistente alla defogliazione primaverile, necrosi corticale, bronzatura e ruggini"Pan" femminile a chioma semi-espansa, resistentissimo all’afide lanigero, meno a altre avversità"San Martino" femminile a chioma espansa, resistente alla defogliazione primaverile e all’afide lanigero, ma produce molto “cotone”. E’ la sola cultivar recente a essere attaccata dal mosaico."Bellini” maschile a chioma semi-espansa, molto resistente al vento ma sensibile a aridità, ruggini, necrosi corticali."Lux" femminile a chioma espansa, non adatto a zome ventose perché facile alle stroncature, è molto resistente alla defogliazione primaverile e alla bronzatura."Luisa Avanzo" femminile a chioma raccolta, adatta a zone ventose, ma sensibile all’aridità, necrosi corticali e macchie brune.
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