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Il salice da vimini è una pianta rustica, eliofila, naturalizzata in tutto il nord Italia compresa la Sardegna. In natura ibridizza spesso con altre specie di salice, il che rende difficile il riconoscimento e l’esatta classificazione degli esemplari spontanei. Il suo areale di distribuzione arriva a 500 metri di altitudine al massimo. Gradisce un terreno fresco, fertile e umido.
La moltiplicazione del Salice da vimini avviene per seme, per talea legnosa o semilegnosa a aprile o margotta o propaggine in luglio. Un metodo utilizzato dai contadini è semplicemente quello di prendere degli astoni (ovvero rami della pianta con un diametro di 3-4 cm, lunghi circa 2 m, senza rami laterali) e provare a farli radicare piantandoli direttamente nel terreno per circa un terzo della loro lunghezza, badando a mantenere elevata l’umidità del suolo. La messa a dimora delle giovani piante va eseguita in autunno o primavera.
Essendo impiegato come pianta da vimini, per i suoi giovani lunghi getti diritti, resistenti e flessibili, viene capitozzato in inverno, per aumentare la produzione dei rami, che sono impiegati per la costruzione di cestini o usati per legare le viti. La pianta dà il meglio su terreni umidi e freschi, e dato il rapido accrescimento va nutrita di conseguenza. Il Salice da vimini può essere utilizzato in giardini di piccole e medie dimensioni, specialmente laddove siano stati costruiti laghetti o piccoli stagni ma non ci sia lo spazio sufficiente a ospitare salici di maggiori dimensioni. La bellezza della fioritura abbondante e precoce, giallo vivo grazie al colore degli amenti fiorali, permette di godere di un precoce annuncio di primavera. Per le sue dimensioni ridotte, il Salice da vimini si presta anche alla coltivazione in vaso, su ampi terrazzi soleggiati, dove dà il meglio di sé tra l’invero e la primavera, sia per il colore brillante dei suoi rami che per la fioritura successiva. Come tutti i salix si presta molto bene a essere accostato da bulbose primaverili a fioritura precoce, come i Galanthus, e ai Cornus “da ramo” come il Cornus sanguinea o il Cornus alba.
Come tutti i salici, il Salice da vimini è molto sensibile ai parassiti. Viene colpito dai cecidomidi, che inducono formazione di galle e deformazione fogliare, afidi da eliminare tempestivamente, e dai rodilegno che possono causare anche la morte della pianta. I lepidotteri possono defogliare del tutto un esemplare in caso di infestazione massiccia allo stadio larvale, ma di solito una seconda emissione fogliare pone rimedio ai danni operati dai bruchi. Malattie tipiche della specie sono invece ticchiolatura e ruggine, oltre al cancro.
Come si evince dal nome, il Salice da vimini viene utilizzato da secoli per produrre oggetti in vimini, dall’arredamento da giardino (poltrone, divisori frangivento) ai cesti, passando per culle, stuoie e paraventi. I suoi rami vengono utilizzati come tutori nell’orto o in giardino, per i rampicanti come i Piselli odorosi. Tuttora la pianta viene coltivata nei vigneti e posta alla fine dei singoli filari per poter impiegare i suoi rami nella legatura delle viti. Nei lavori forestali non è raro veder utilizzare la pianta per consolidare terreni fluviali, lungo canali o sugli argini dei fiumi.
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