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In Italia la Sughera è presente in Liguria e sulle coste tirreniche di Toscana, Lazio, Calabria e Puglia. In Sicilia e Sardegna viene coltivata diffusamente. Si trova sporadica in Umbria e nell’entroterra maremmano. Data la sua importanza commerciale è stata diffusa oltre il suo areale, che sarebbe quello della fascia climatica mediterraneo temperata in un contesto di bosco rado di sempreverdi insieme al Leccio o macchia. E’ una pianta nettamente eliofila, che tollera un lieve ombreggiamento solo in giovane età, e è termofila e oceanica, quindi preferisce inverni miti e estati caratterizzate da umidità atmosferica, con una piovosità media annua di 600-700 mm. Il terreno che predilige deriva da rocce silicee decalcificate, con pH acido o sub acido, o al limite leggermente basico. Non può tollerare basse temperature.
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La propagazione della Sughera avviene per seme, subito dopo la raccolta, oppure stratificandoli in cassette areate con torba o sabbia umida a 2-3°C e mettendoli nel terreno la primavera seguente. In teoria è possibile ottenere piante anche per propagazione vegetativa, anche se la percentuale di germinazione non è elevata e le plantule hanno dimensioni molto ridotte (tentativi in questo senso sono stati fatti per cercare di migliorare il patrimonio genetico della specie in un contesto di vivaismo forestale). In un contesto ornamentale la Sughera è una pianta dal volere estremamente elevato, perché oltre a non essere imponente e quindi di difficile collocazione, è un sempreverde, con bellissimi rami contorti e la corteccia biancastra esteticamente molto decorativa. Adatta come esemplare isolato in giardini di medie dimensioni, lasciata sviluppare senza intervenir con potature o con la decorticazione. In alternativa si può mantenere a ceppaia.
Tra i parassiti della Sughera ricordiamo i defoglia tori come Lymantria dispar, Malacosoma neustria,Tortrix viridana e l’Euproctis chrysorrhoea che possono defogliare completamente intere aree di una sughereta. Tra le malattie tipiche della specie ricordiamo la cistodendrosi (micosi fogliare che produce defogliazione anche totale), il cancro carbonioso causato dal fungo Hypoxylon mediterraneum, e il marciume radicale. Anche la Sughera viene colpita dalla Sindrome da deperimento delle querce. Tra i fattori scatenanti e predisponenti ci sono il calo generalizzato delle precipitazioni nel nostro emisfero che dura da ormai vent’anni, la densità eccessiva delle piantagioni in certe sugherete, la scarsa fertilità e i danni prodotti dagli icendi.
Il legno della Sughera è poroso o semi poroso, molto duro e pesante, durevole ma con la tendenza a imbarcarsi o spaccarsi, quindi non viene usato se non come combustibile, peraltro ottimo. La sua cenere è ricca in potassio.
Quercus suber “occidentalis” a maturazione biennale e foglie semipersistenti, con esigenze minori in fatto di luce e calore. Nella nostra penisola si trova in Toscana, Sicilia e Sardegna.
Quercus x morisii è presente in Sardegna e viene considerato un ibrido tra Sughera e Leccio, ha la corteccia poco sviluppata e le foglie molto scure e allungate.
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