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Il cedro preferisce i climi temperati caldi e subtropicali, rispetto agli altri agrumi è piuttosto sensibile al freddo, infatti può perdere le foglie in inverno. Le temperature ottimali per lo sviluppo vegetativo e riproduttivo variano da 23 a 25 °C e non inferiori ai 12 °C, mentre valori termici di 4 °C possono danneggiare la produzione. La pianta può essere esposta in pieno sole, però è meglio scegliere ambienti riparati nelle regioni a rischio gelate tardive e venti forti, altrimenti bisogna costituire dei ripari come palizzate in legno, siepi vive, o muri di cinta. Il cedro predilige i terreni sciolti, di medio impasto, argillosi, moderatamente calcarei, profondi, ricchi di sostanza organica, ben drenati e subacidi o neutri, rifugge i suoli compatti. È una specie originaria dell’Asia sud-orientale ed è coltivato nel bacino del Mediterraneo, in Medio Oriente, in India, in Indonesia, in Australia, in Brasile e negli Stati Uniti; nel nostro Paese la sua coltivazione si concentra specialmente in provincia di Cosenza, nella fascia costiera tirrenica.
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Le cultivar di cedro si distinguono in base alle caratteristiche della polpa, che può essere dolce o acida. Le varietà a polpa acida hanno i fiori bianchi, con sfumature violacee esternamente, mentre quelle dolci presentano fiori di color bianco-giallastro. Le cultivar acide principali sono Diamante, Fiorentina, Etrog e Balady, mentre tra quelle a polpa dolce si ricordano Corsican e Salò.
Una varietà di cedro molto particolare è la mano di Buddha, il cui frutto è privo di polpa e segmentato in diverse sezioni, ognuna delle quali costituisce un’unità a se stante; l’esperidio ha una forma frastagliata in varie escrescenze e non globosa. Una certa importanza hanno assunto i cosiddetti limoni cedrati, che si considerano degli ibridi fra limoni e cedri, dotati di frutti che ricordano il cedro per la pezzatura e lo spessore della buccia ed il limone per l'aspetto della pianta.La Cedrina è una cultivar utilizzata per l’ottenimento dell’olio essenziale che risulta limpido e molto profumato, mentre quello delle altre varietà di cedro si intorbidisce ed è ricco di sostanze resinose.La propagazione del cedro avviene per via vegetativa, impiegando tecniche quali la talea e l’innesto, il portainnesto principalmente impiegato è l’arancio amaro.
La forma di allevamento adottata è il globo a chioma piena, con le branche inserite sul fusto a 40-50 cm da terra. Questo sistema facilita le cure colturali come potatura e raccolta, protegge la pianta dall’elevata insolazione e dai venti forti, ostacola la crescita delle erbe infestanti intorno all’albero grazie all’ombreggiamento e favorisce una rapida entrata in produzione in quanto necessita di poche operazioni di potatura in fase d’allevamento. La potatura si effettua ogni anno, per attenuare l’alternanza di produzione, eliminando i rametti affastellati lasciando quelli ben distanziati, i succhioni, i rami secchi e malati. La concimazione viene eseguita durante l’autunno o a fine inverno col letame maturo. Il periodo estivo è caratterizzato dall’assenza delle precipitazioni, per cui bisogna intervenire con l’irrigazione. La raccolta va effettuata in giorno pieno, le produzioni si aggirano intorno ai 200 q/ha; i frutti vengono utilizzati per la preparazione di canditi e di bevande.I parassiti animali più pericolosi sono gli acari ragnetto rosso e delle meraviglie, quest’ultimo sembra causare la mutazione del frutto nella cultivar Mano di Buddha, gli insetti cocciniglia cotonosa, oziorrinco e tignola della zagara, che provoca la colatura dei fiori; tra i parassiti vegetali si ricordano i marciumi radicali che si instaurano in condizioni di ristagni idrici. Per contrastare insetti ed acari vengono fatti monitoraggi e campionamenti, al superamento delle soglie di intervento si possono effettuare trattamenti chimici, tenendo conto della presenza degli insetti utili.
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