Il coriandolo preferisce i climi temperati, i valori termici ideali per la germinazione oscillano intorno ai 10-15 °C in condizioni di asciutta ed è in grado di resistere alle temperature di poco inferiori allo zero. Le esposizioni migliori sono gli ambienti in pieno sole, meglio se riparati dai venti. Il coriandolo predilige terreni sciolti, di medio impasto, ben drenati e calcarei, però vegeta bene anche su quelli argillosi e subacidi, mentre rifugge i suoli umidi e compatti in quanto soggetti ai ristagni idrici che possono provocare la morte della pianta. La specie è originaria del nord Africa e dell’oriente, attualmente si coltiva in India, nell’Europa centrale, negli Stati Uniti ed in Russia.
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Le cultivar di coriandolo si distinguono tra loro in base alla dimensione del seme ed alla parte della pianta utilizzata. Le varietà impiegate nei climi tropicali appartengono alla sottospecie vulgare, sono caratterizzate da semi di grosse dimensioni (diametro di 5 mm) e si utilizzano per la produzione dei semi stessi. Le cultivar impiegate nelle zone a clima temperato appartengono alla sottospecie microcarpon, che presenta semi piccoli, con un diametro inferiore ai 3 mm e sono destinate alla produzione di olio, foglie e semi.
La propagazione del coriandolo avviene per seme, prima della semina il terreno deve essere ben affinato. La semina si effettua ad inizio primavera, prevalentemente in aprile, con il seme posto nel terreno ad almeno 3-4 cm di profondità. Le distanze tra le file sono di 30 cm, mentre sulla fila di 3-4 cm, la densità di semina superiore alle 100 piante/mq. È consigliabile adottare ampi avvicendamenti, evitando di seminare sullo stesso terreno il coriandolo, oppure una coltura appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, nei 4-5 anni successivi. Il controllo delle erbe infestanti si esegue effettuando delle sarchiature tra una fila e l’altra. Il coriandolo è una pianta con elevate esigenze in fosforo, che va distribuito insieme al potassio durante la preparazione del letto di semina, mentre l’azoto si somministra all’impianto senza eccedere altrimenti le piante crescono molto rapidamente cadendo a terra in quanto non resistono ad agenti atmosferici come pioggia e vento. Generalmente la coltura non necessita di irrigazioni. Il coriandolo è una pianta rustica, per cui è poco soggetto ad attacchi di parassiti, tra i funghi si ricordano i marciumi radicali, che si verificano in condizioni di ristagni idrici del terreno, la ruggine, l’oidio e la sclerotinia, mentre gli insetti solitamente non provocano danni.
La raccolta si effettua tagliando le ombrelle prima della maturazione completa, in seguito si pongono in pieno sole su un telo, altrimenti viene eseguita mietitrebbiatura a fine estate quando le piante sono secche ed emettono un odore gradevole. Un’altra parte della pianta utilizzata in minor misura è costituita dalle foglie, che solitamente si raccolgono già 20-30 giorni dopo la semina ed in genere non vengono essiccate perché si usano fresche. Dai semi più piccoli viene estratto fino al 2 % di olio essenziale, che contiene sostanze come linaolo, borneolo, geraniolo e geranil-acetato.
I semi si conservano in sacchetti di carta.I semi di coriandolo stimolano la digestione, aumentando la secrezione di succhi gastrici, attenuano le coliche, eliminano i gas intestinali, possiedono un’azione preventiva nei confronti di raffreddore ed influenza ed è utile per contrastare l’emicrania e la sonnolenza dopo i pasti. Inoltre il coriandolo trova impiego nei bagni stimolanti e deodoranti, nei massaggi fortificanti per il corpo e nel mantenimento di un alito fresco. In cucina le foglie sono utilizzate come erbe aromatiche nelle minestre oppure si aggiungono alle insalate, mentre i semi si impiegano come spezia o come condimento nel curry, in piatti di carne macinata, nelle salsicce e per preparare salse. Infine l’olio essenziale si usa per aromatizzare liquori e cioccolato.
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