La paulownia tomentosa è un albero che fa parte della famiglia delle Scrofulariaceae. Originaria della Cina, raggiunge fino i venti metri di altezza: ha una chioma larga e sviluppata in orizzontale, con il tronco spesso inclinato. La corteccia è grigio-bruno chiaro ed è ruvida; le foglie caduche sono grandi, con apice acuto, coperte di peluria, e di un verde intenso. La foglia raggiunge fino i 30 centimetri di lunghezza e ha una forma ovale, oppure è divisa in tre lobi. I fiori sono molto belli: tubulosi ed ermafroditi, nascono tra aprile e giugno, prima delle foglie, hanno un profumo intenso e sono tra i preferiti delle api. Di solito sono violetti, oppure bianchi con sfumature bluastre, lunghi circa 6 cm e riuniti a grappoli lunghi circa 25 cm. I frutti sono capsule dure di circa 40 mm, coperte di peluria: in autunno diventano scure e in seguito si aprono lasciando cadere i tantissimi semi che poi si disperdono con il vento. La produzione in grandi quantità di semi inizia verso gli 8-10 anni di età della pianta. Le radici non arrivano molto in profondità, a meno che non vivano un lungo periodo di aridità.
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La paulownia tomentosa preferisce i luoghi soleggiati, ma può crescere bene anche a mezz’ombra; resiste bene sia al gelo invernale che al caldo estivo. Di solito si sviluppa meglio se viene posta a dimora come singolo esemplare. Le piante giovani hanno bisogno di essere annaffiate sporadicamente nei periodi caldi dell’anno, mentre per gli esemplari adulti sono sufficienti le acque piovane. In ogni caso è sempre meglio porre alla base della pianta del concime organico maturo in primavera, per poi eseguire concimazioni con concime a lenta cessione almeno una volta l’anno. La paulownia si adatta bene a qualsiasi terreno, purchè sia ben drenato e, appunto, ricco di sostanza organica, che ne favorisce la rapida crescita nei primi tre anni di vita; i grossi semi rilasciati dai frutti in primavera si possono subito seminare. Le piantine appena nate possono essere subito messe a dimora e in primavera si possono asportare per talea di radice o di ramo. La paulownia ha un punto debole: viene spesso attaccata da funghi come Phyllosticta paulowniae, Phyllactinia guttata e Uncinula clintonii. Di questi tre, solo la specie guttata è presente in Italia.
Introdotta in Europa nel 1700 come pianta ornamentale, la paulownia tomentosa è utilizzata ancora oggi per questo scopo, sia come singola pianta, sia in gruppi nei giardini. Viene usata anche come frangivento grazie alla sua chioma folta, o come barriera contro l’inquinamento delle polveri, che la pianta riesce a trattenere grazie alla peluria delle foglie. Ma questo albero viene usato anche per altri due scopi: il legno e la biomassa. Il legno della paulownia è pregiato, resistente, flessibile e leggero: in oriente viene usato per strumenti musicali, per i geta, ossia i sandali giapponesi, per armadietti e maschere. In occidente, invece, si usa per realizzare rivestimenti, oggetti e mobili. Non viene attaccato da tarli, resiste all’umidità e si lavora molto bene; l’unico problema è che non regge viti e chiodi, dunque bisogna usare la colla. La paulownia viene dunque coltivata in piantagioni per utilizzare il legno ma anche per produrre biomassa, una fonte energetica di origine organica e che dunque rispetta l’ambiente. Infine, le sue foglie possono essere usate per fertilizzare terreni o come foraggio per il bestiame, dato il loro alto contenuto di proteine.
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