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Il limone preferisce i climi temperati caldi e subtropicali, rispetto all’arancio dolce e al mandarino è più sensibile ai freddi invernali in quanto ha il legno più tenero, per cui è meglio coltivarlo in zone esenti da improvvisi abbassamenti di temperatura. Le oscillazioni termiche ottimali per lo sviluppo vegetativo e riproduttivo variano da 20 a 30 °C, la ripresa vegetativa primaverile avviene con temperature di 12-13 °C, intorno ai 5 °C la pianta entra in quiescenza e, vicino allo zero, la pianta ne risente negativamente; il riposo vegetativo si può avere anche in estate nel caso in cui la temperatura superi i 38°C. Le esposizioni migliori sono i luoghi molto luminosi perché l’emissione di fiori è direttamente proporzionale alla quantità di sole diretto che ricevono, mentre sotto un certo limite la produzione quasi si annulla; è una pianta sensibile alle gelate tardive. Il vento danneggia i giovani impianti, causando estese defogliazioni, la cascola dei fiori e dei frutticini dalle piante adulte; nelle aree soggette a questo fenomeno bisogna predisporre dei filari frangivento lungo tutto l’impianto. Il limone predilige i terreni sciolti, di medio impasto, profondi, fertili, ben drenati, moderatamente calcarei e con un buon contenuto di sostanza organica, mentre rifugge i suoli eccessivamente argillosi e compatti in quanto soggetti ai ristagni idrici, troppo calcarei e quelli salini. È una specie originaria della Cina e dell’India, e coltivata in America centrale e meridionale, negli Stati Uniti, in Turchia, in Sudafrica e nel bacino del Mediterraneo; nel nostro paese è diffuso soprattutto in Sicilia, in Calabria ed in Campania.
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Le cultivar di limone migliori sono caratterizzate da un’elevata produttività, da una precoce messa a frutto e da una buona tolleranza ai principali parassiti, soprattutto al mal secco; si preferiscono i frutti apireni, di buona pezzatura, con forma regolare, buccia sottile, liscia, ricca di oli essenziali e con un’acidità superiore al 6 %. Le varietà italiane più importanti sono Femminello, Interdonato, Lunario tondo e sfusato, Monachello, Sfusato amalfitano, Limone di Massa e di Procida.
La cultivar Femminello è quella più diffusa, specialmente in Sicilia, fornisce verdelli di buona qualità, ha una polpa succosa con pochi semi ed è sensibile al mal secco; essendo particolarmente eterogenea sono stati selezionati i cloni con una minor sensibilità a questo parassita. La varietà Interdonato non è rifiorente, produce poco, i frutti maturano a settembre-ottobre e sono più grossi del Femminello, resiste al mal secco. Le cultivar spagnole più importanti sono Berna, la più coltivata, e Mesero, che rispetto alla prima ha un succo con un maggior contenuto di acido citrico e una buccia ricca di oli essenziali. Le varietà più frequenti in California sono Eureka, albero mediamente vigoroso quasi privo di spine che fruttifica all’estremità dei rami ed ha una precoce messa a frutto, e Lisbon, più vigorosa della Eureka, con una fitta vegetazione ricca di spine; in Florida la maggior parte della produzione dei limoni è data dalla cultivar Villafranca. Le varietà del limone rosso e del limone dolce sono quasi ignote e danno frutti abbastanza dolci da poter essere mangiati come frutta fresca. Quando questi limoni giungono a maturazione si deteriorano nel giro di due o tre giorni, per cui vengono consumati dalla popolazione locale e rimangono sconosciuti su un mercato più vasto.I portainnesti si moltiplicano per via gamica, invece le varietà per via agamica, secondo la tecnica dell’innesto. I semi sono poliembrionici, per cui soltanto la piantina derivante dalla fecondazione è diversa dalla pianta madre, mentre le rimanenti derivano da embrioni nucellari e sono uniformi. Questo fa sì che, selezionando solo le piantine nucellari si possa ottenere del materiale da propagazione molto omogeneo.
I portainnesti maggiormente impiegati sono l’arancio amaro, il limone volkameriano (Citrus volkameriana) e l’alemow (Citrus macrophylla). L’arancio amaro si adatta a molti tipi di terreno, ma non a quelli compatti, imprime un vigore medio ed una buona longevità agli alberi. Resiste alle basse temperature e tollera alcuni parassiti come la gommosi del colletto ed i marciumi radicali, mentre risulta sensibile al mal secco ed al virus della tristezza. Presenta fenomeni di disaffinità con le varietà Monachello e Eureka. Il limone volkameriano è il portainnesto più impiegato in Italia, esso induce un’elevata vigoria, un rapido sviluppo delle piante ed un minor contenuto zuccherino nei frutti; è sensibile ai marciumi radicali. L’alemow è molto utilizzato in California, induce vigoria, produttività e precoce messa a frutto, però i limoni presentano una qualità inferiore rispetto alle piante innestate sull’arancio amaro; tollera i marciumi radicali e risulta sensibile al virus della tristezza.Il momento migliore per mettere a dimora le piantine di limone è la primavera. Le distanze d’impianto variano in base alla vigoria del portainnesto, nel caso dell’arancio amaro i sesti sono di 4-5 X 4-5 m, mentre col limone volkameriano sono 6 X 6 m, con densità d’impianto variabili tra 300 e 600 piante/ha. La forma di allevamento adottata è il globo a chioma piena che facilita le cure colturali come potatura e raccolta, protegge la pianta dall’elevata insolazione e dai venti forti, ostacola la crescita delle erbe infestanti intorno all’albero grazie all’ombreggiamento e favorisce una rapida entrata in produzione in quanto necessita di poche operazioni di potatura in fase d’allevamento. La potatura del limone si effettua in estate, a metà luglio, perché nel periodo invernale è in piena fioritura. I rami vigorosi, caratterizzati da un portamento eretto, innalzano la vegetazione, per cui alcuni vanno diradati ed altri raccorciati. Gli interventi di potatura consistono nell’eliminare alcuni rami misti, i succhioni alla base delle branche principali, i rami più bassi per favorire una miglior circolazione d’aria e quelli secchi e deperiti. La raccolta si esegue in almeno sei soluzioni, una volta che i frutti virano dal verde al giallo; le produzioni si aggirano intorno a 200-300 q/ha all’anno.
Con la pratica della forzatura del limone si ottengono i verdelli, frutti di colore verde, apireni, con buccia sottile, che maturano in estate, periodo in cui la richiesta dei limoni è massima. La forzatura consiste nel sospendere l’irrigazione nella stagione estiva, ciò stimola la fioritura, che si verifica a partire da agosto, in seguito si riprende ad irrigare e ad effettuare concimazioni soprattutto azotate; il frutto si sviluppa durante l’inverno e giunge a maturazione l’estate successiva. La forzatura è sconsigliata nelle aree soggette ai freddi invernali e su piante che hanno fiorito abbondantemente in primavera, che produrranno i primofiore; in quest’ultimo caso bisogna irrigare in estate perché la siccità provoca una cascola dei frutti. La zona più idonea alla produzione dei verdelli è la Sicilia, con le cultivar Femminello e Monachello.
Il limone è una pianta molto esposta agli attacchi dei parassiti, tra i funghi il più pericoloso è il mal secco, che provoca l’occlusione dei vasi interrompendo il trasporto della linfa. Per contrastare il fungo è consigliabile proteggere le piante dalle avversità meteoriche come la grandine, eliminare i rami infetti ed eseguire trattamenti preventivi con fungicidi a base di rame. I parassiti animali sono molto attratti dalla sottile buccia del limone, i più diffusi sono le cocciniglie, provocano un disseccamento dei rametti e delle foglie, una cascola o deprezzamento dei frutti ed un generale deperimento della pianta, la tignola della zagara, le cui larve causano la colatura dei fiori, gli acari ragnetto rosso e acaro delle meraviglie, quest’ultimo provoca accecamento delle gemme, un affastellamento dei rami ed una malformazione dei frutti. Per contrastare insetti ed acari vengono fatti monitoraggi e campionamenti, al superamento delle soglie di intervento si possono effettuare trattamenti chimici, tenendo conto della presenza degli insetti utili; inoltre con la potatura vanno asportati i rami infetti e bisogna eseguire concimazioni equilibrate, non esagerando con l’azoto.
Il limone viene impiegato per realizzare molteplici piatti culinari, bibite oppure viene estratta solo qualche goccia per dare sapore o un tocco acido a carne, pesce o verdura. Il limone è un frutto dalle innumerevoli proprietà e non tutti, nonostante la notorietà del frutto, ne conoscono i benefici. Il suo elevato apporto di vitamine lo converte in un grande depuratore di tossine e un implacabile battericida per il nostro organismo. Tra le vitamine più importanti per la nostra salute troviamo la vitamina c, la vitamina p e le vitamine del gruppo b. Il limone è inoltre ricco di magnesio, calcio, fosforo, sodio, ferro e fluoro. E’ inoltre molto utile in caso di raffreddori e febbre; se il succo è unito ad un bicchiere di acqua calda aiuta a ripulire l’intestino e riattivarlo; è un potente antitumorale, elimina i calcoli nel fegato e nella vescica, equilibra il ph nonostante il limone sia di natura acida e cicatrizza le ferite!
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