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Il pungitopo preferisce i climi temperati caldi, però è in grado di adattarsi anche a quelli più freschi in quanto tollera temperature inferiori di poco allo zero. Le esposizioni migliori sono gli ambienti ombreggiati, però si sviluppa bene anche in pieno sole. Il pungitopo è una specie molto adattabile in fatto di terreno, infatti vegeta bene sui suoli sciolti, fertili, calcarei, umidi, ben drenati, asciutti e poveri però rifugge quelli compatti in quanto risultano soggetti ai ristagni idrici. È una specie originaria del bacino del Mediterraneo e dell’Africa settentrionale, attualmente è presente anche nelle zone del mar Caspio e nell’Europa centrale; questa pianta cresce in prossimità dei litorali nella macchia mediterranea spingendosi fino ad un’altitudine di 1000 m ove costituisce la fascia arbustiva di sottobosco nei lecceti.
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Il pungitopo si moltiplica per seme, per divisione di cespi e per talea, tutte queste tecniche si eseguono in autunno oppure ad inizio primavera. La semina si effettua in semenzaio in un substrato leggero e fertile che deve essere inumidito, la germinazione richiede tempi lunghissimi, infatti sono necessari 18 mesi. Quando le piantine sono alte 10 cm vengono trapiantate in vivaio e tre anni dopo saranno pronte per la messa a dimora in piena terra ad inizio primavera. La divisione dei cespi consiste nel prelevare delle piccole porzioni di rizoma, provviste di almeno una gemma, mettendole a dimora direttamente in piena terra, oppure in vivaio in modo da ottenere piantine pronte ad essere trapiantate. La propagazione per talea avviene prelevando i rametti laterali che operano la fotosintesi che si pongono a radicare in un substrato costituito da sabbia e torba in parti uguali, una volta avvenuta la radicazione le piantine sono pronte ad essere trapiantate.
Il pungitopo viene coltivato per la formazione di siepi, di bordure e nei giardini come pianta ornamentale nel periodo delle feste natalizie grazie al colore rosso acceso delle bacche.
La distanza tra una pianta e l’altra si aggira intorno ai 30-40 cm relativamente alla costituzione di siepi o di bordure. Con la potatura di solito si eliminano le parti secche o danneggiate, durante l’inverno si effettuano interventi leggeri per favorire la fioritura alla ripresa vegetativa in primavera.La concimazione viene eseguita a fine inverno utilizzando del concime complesso a lento rilascio. Durante il periodo estivo vanno effettuate delle annaffiature in assenza di precipitazioni, però è importante lasciare asciugare il terreno tra un intervento e l’altro.I rizomi si raccolgono in autunno, dopo averli puliti dal terreno vengono posti ad essiccare in pieno sole oppure in stufa e si conservano in sacchetti di carta; i germogli invece vengono prelevati durante la stagione primaverile, quando sono ancora privi di frutti. Il pungitopo è una pianta poco soggetta ad attacchi di parassiti, i più pericolosi sono i marciumi radicali, che si instaurano in condizioni di ristagni idrici, e l’oidio, il quale colpisce le false foglie presentandosi sotto forma di macchie bianche.
Il pungitopo possiede proprietà aromatiche, antinfiammatorie, sudorifere, vasocostrittrici, depurative e diuretiche delle vie urinarie. È il più potente tonificante naturale delle vene, esercita un’azione di rinforzo dei capillari in modo da favorire una migliore circolazione del sangue. Viene utilizzato anche nella cura di malattie come gotta e gonorrea e per i gonfiori alle gambe. Il pungitopo contiene sostanze come calcio, resine, fitosteroli, saponine e tannini; il suo utilizzo non è indicato a chi soffre di ipertensione. In cucina i germogli si consumano lessi nelle frittate e nelle insalate, i rizomi essiccati vengono impiegati per la preparazione di decotti e tinture.
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