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L’avocado ha una diversa adattabilità in termini di clima, può essere coltivata in climi tropicali, subtropicali e temperati caldi, le varietà antillane sono più esigenti in calore, mentre quelle messicane possiedono una maggior resistenza al freddo, alcune anche fino ad otto gradi sotto lo zero. Le temperature ottimali per lo sviluppo e la fruttificazione sono 24-26 °C di giorno e 20 °C di notte, se superano i 35 °C e scendono sotto i 17 °C si possono verificare problemi nella fecondazione ed in allegagione. I venti caldi rendono molto difficoltosa la fioritura, per cui si sconsiglia l’impianto nelle aree interessate da questi fenomeni. L’avocado predilige terreni subacidi, freschi, profondi, fertili e ben drenati, mentre rifugge quelli pesanti, asfittici, con sottosuolo impermeabile e calcarei in quanto provocano fenomeni di clorosi ferrica. È una specie originaria dell’America centrale, però è coltivato anche nelle Hawai, in India, nel Madagascar, in Polinesia, nell’Australia settentrionale, a Madera e nelle Isole Canarie. Nel bacino del Mediterraneo è presente in Israele, in Algeria, nel sud della Spagna e limitatamente nella Francia meridionale, in Liguria e nel centro sud Italia.
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Le cultivar di avocado si distinguono in diverse razze a seconda di diversi caratteri.
La razza messicana ha le foglie che presentano un odore di anice, un frutto piccolo, con buccia molto sottile e liscia, che maturano a fine estate ed in autunno. Le varietà principali sono Zutano, Mexicola e Topa Topa.La razza antillana è caratterizzata da un frutto grosso, con buccia mediamente spessa e cuoiosa e da un’epoca di maturazione corrispondente all’estate ed all’inizio dell’autunno.La razza guatemalteca presenta i germogli di colore viola anziché verde, possiede un frutto di dimensione intermedia, con epidermide spessa, legnosa e ruvida, una maturazione a fine inverno e che si protrae in primavera. Le cultivar più importanti sono Haas, Pinkerton e Reed.Sono diffusi anche degli ibridi tra le razze messicana e guatemalteca tra cui si ricordano Fuerte, Bacon e Rincon. Le varietà si distinguono tra loro pure a seconda del comportamento dei fiori, nel primo caso (gruppo A) i fiori si aprono al mattino comportandosi come femminili e nel pomeriggio sono chiusi, mentre nel gruppo B i fiori si aprono al mattino emettendo polline per poi chiudersi a mezzogiorno; per favorire la fecondazione in un impianto devono esserci entrambe le cultivar. Le varietà principali appartenenti al gruppo A sono Haas, Mexicola, Topa Topa, Pinkerton, Reed e Rincon; al gruppo B appartengono Zutano, Bacon e Fuerte.L’avocado si moltiplica per seme, le cui piante sono caratterizzate da eterogeneità e da una lenta messa a frutto, e per via vegetativa, mediante la talea, che emette radici senza problemi soltanto se prelevata da semenzali, e l’innesto, effettuato in vivaio su piantine di un anno ottenute da seme che, una volta innestate, vengono messe a dimora l’anno successivo.
I portainnesti più utilizzati in California sono i messicani Topa Topa e Duke 7, caratterizzati da una buona tolleranza alle gelate, discreta al calcare e scarsa alla salinità. I portainnesti antillani come Maoz e Nahlat, utilizzati in Israele, temono le gelate mostrano un’elevata resistenza alle acque saline (specialmente al cloro), tollerano il calcare e, inoltre, riducono la dimensione delle piante. I portainnesti della razza guatemalteca tollerano mediamente le gelate e la salinità, ma temono la presenza di calcare.Le lavorazioni da effettuare prima dell’impianto sono lo scasso ed una concimazione di fondo a base di fosforo e potassio. I sesti d’impianto adottati sono di 6 X 4 m, una volta che le piante diventano adulte la chioma occupa uno spazio considerevole e le distanze diventano 6 X 8 m in modo da eliminare la competizione per la luce. La potatura è necessaria quando le piante si sviluppano troppo in altezza o verso l’interfilare, vengono fatti interventi di topping ed hedging ad anni alterni in quanto queste operazioni riducono la produzione dell’anno successivo. Relativamente alla concimazione è importante somministrare l’azoto, frazionandolo nel corso dell’anno; l’irrigazione è importante in quanto durante un’annata sono necessari 1000-1200 mm d’acqua. La raccolta è manuale, con produzioni di 100 q/ha per anno. Il parassita più pericoloso è la Phytophtora cinnamoni che può provocare la morte delle piante soprattutto in caso di cattivo drenaggio; per controllare gli attacchi alle radici si effettuano delle iniezioni al tronco con dei fungicidi sistemici.
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