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I frutti sono delle capsule raggruppate al massimo a gruppi di due per infiorescenza. Il frutto è piuttosto grosso, lungo 15-30 cm e largo 10-15 cm, di forma globosa, oblunga o ellittica. La buccia è dotata di aculei grossi, lunghi 1-2 cm, piramidali, a base poligonale, non molto acuti; a maturazione è di color verde-giallino. La polpa è fibrosa, molto profumata, bianca all’interno e gialla esternamente, burrosa ed aromatica; all’interno ci sono 3-5 comparti, ognuno dei quali contiene 2-7 semi di color caffè, allungati, sottili, lunghi 5-6 cm e larghi 1 cm. I frutti contengono il 12 % di zuccheri, il 2,5 % di proteine ed il 3-4 % di grassi, altre sostanze presenti sono l’acido ascorbico ed il carotene.
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Il durian è originario dell’Indonesia e della Malesia, costituisce una delle maggiori fonti di reddito per gli agricoltori locali. A livello locale è denominato il re dei frutti per il suo sapore delicato e gradevole, tuttavia risulta odiato a causa dell’odore di cipolla marcia che emette, per questo motivo a Singapore le autorità ne hanno vietato il trasporto sui mezzi pubblici. Il durio viene coltivato anche in Thailandia, in India, nelle Filippine, nella Cina meridionale, in Madagascar e nel nord dell’Australia. Questa pianta predilige climi strettamente tropicali, infatti temperature inferiori ai 10 °C provocano un prematuro distacco delle foglie; viene coltivato su terreni umidi ad altitudini superiori ad 800 m sul livello del mare.
Le cultivar di durian hanno caratteristiche molto diverse tra loro, ad esempio la forma del frutto e delle spine, in quanto ottenute da propagazione per seme; di seguito vengono citate le varietà principali delle aree di coltivazione più importanti.
In Thailandia, il principale paese produttore di durio, le migliori cultivar sono Kam pan, Kampun luang, Kanyao, Chai mafi, Chat tong, Chok loy, Chompu sri, Ela, Montong, Kob picul, Chanee, Luang, Kradoon tong, Chompoosri ed altre che iniziano col prefisso Kob.Le varietà malesi più importanti sono Dajo nina, Hijau, Katoi, Batu e Gombat; in Indonesia si ricordano Sitokong, Bakul, Mas, Sitebel, Simanalagi, Simadat, Bojol, Ketan, Badak e Kuning.Attualmente la propagazione per gli impianti industriali avviene per innesto, visto che mediante la talea e la margotta non si riesce ad ottenere una buona radicazione. I portainnesti franchi sono ottenuti dai semenzali di almeno un anno, però risultano sensibili ai marciumi radicali. Per questo motivo vengono impiegate altre specie come portainnesti tra cui Durio malaccensis, Durio mansoni, Durio lowianus e Cullenia excelsa. Gli alberi in fase adulta assumono una dimensione considerevole, per cui le distanze d’impianto sono di 14 m in quadro, con una densità corrispondente a 50 piante/ha. Una volta effettuato l’impianto è molto importante intervenire con delle irrigazioni di soccorso ed effettuare delle lavorazioni del terreno vicino alle piante in modo da limitare le erbe infestanti. Inoltre l’albero va protetto dal vento e dall’intensità luminosa troppo elevata. L’entrata in produzione del durian è al quarto anno, fruttifica 1-2 volte all’anno tre mesi dopo la fioritura.
Il frutto del durian arriva a maturazione completa quando cade a terra e sono appena visibili le linee di sutura della buccia, che viene aperta con un coltello. La raccolta può essere effettuata aspettando che il frutto giunga a maturazione completa cadendo al suolo, altrimenti si raccoglie dall’albero e viene messo a maturare in appositi locali. In quest’ultimo caso il momento giusto della raccolta è individuato dal suono emesso dal frutto battendo leggermente una lama metallica su di esso.
A maturazione completa l’odore di cipolla marcia è meno intenso; è un frutto stagionale che nelle zone di origine si raccoglie da giugno ad agosto.Nella Thailandia meridionale il durio si raccoglie prima perché il consumatore richiede frutti croccanti e poco aromatici da utilizzare come verdura, mentre nel settentrione si prediligono i frutti completamente maturi.La polpa è consumata cotta e cruda, gli stessi semi vengono mangiati tostati o bolliti; il frutto si consuma fresco, bollito con zucchero, sciroppato industrialmente, trasformato in pasta, utilizzato sottoforma di canditi e per la preparazione di ricette locali nelle aree di coltivazione.
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