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Il cachi vaniglia è anche chiamato cachi mela, proprio per la sua somiglianza con questo frutto. Grazie al suo elevato apporto di zuccheri è un frutto sconsigliato a chi soffre di patologie metaboliche come il diabete. A differenza di quello comune, il cachi vaniglia non ha il problema della buccia che tende a rompersi facilmente, e per cibarsene non è necessario ricorrere al cucchiaino (come invece è necessario per il cachi comune), perché la polpa ha una consistenza tale da permettere che l'individuo possa anche addentarlo senza sbucciarlo. Questo frutto comunemente è consumato fresco, anche se in molte culture è mangiato essiccato. Ha forti proprietà lassative, quindi il consumo deve essere moderato nelle persone che hanno problemi all'alvo, cosi com’è controindicato a chi soffre di obesità.
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L'albero del cachi vaniglia può essere coltivato in qualunque tipo di terreno, purché non sia troppo umido o calcareo. Nonostante sia un frutto che dovrebbe essere coltivato in un ambiente a clima temperato, meglio ancora se caldo, la sua forte capacità di adattamento gli permette la sopravvivenza anche con il freddo. Oltre i -10° centigradi, le piante giovani del cachi vaniglia potrebbero danneggiarsi, è opportuno, quindi, coprirli con teli speciali oppure con protezioni costituite da fasci di paglia. Per una buona coltivazione il cachi vaniglia va concimato con letame e concimi organici in abbondanza. Il terreno non richiede innaffiature d'inverno o nelle stagioni delle piogge, in caso di siccità è sufficiente innaffiare un paio di volte la settimana evitando i ristagni, bagnando in profondità il terreno.
Prescindendo dai suoi impieghi nell'arte culinaria, il cachi vaniglia, è anche utilizzato per insaporire alcune vivande e come addensante per marmellate e conserve dolci. Il suo stato denso e la sua polpa compatta, lo rendono idoneo a essere tagliato a spicchi e usato per guarnire le tavole e le macedonie (con la varietà 'comune', invece, il coltello non può essere usato perché la polpa è flaccida). Nel secondo dopoguerra il simbolo di pace era costituito proprio dalla bacca del cachi vaniglia, e lo è rimasto fino agli anni sessanta. Una curiosità circa il cachi vaniglia vuole che secondo una narrazione popolare rompendo il semino, che è all'interno della polpa, con un po' di fantasia può essere intravista la tipica immagine della croce, e per questo in alcuni dialetti campani è noto come 'legnasanta'.fonte:u1.ipernity.com
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