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Le varietà di albero di ciliegio presenti sul territorio italiano sono numerose. Fra le cultivar spontanee più diffuse ci sono la sweet heart e la ferrovia. La prima è una varietà tardiva presente soprattutto nelle regioni del centro nord mentre l’altra menzionata è più caratteristica del meridione.Per quanto riguarda i porta innesti maggiormente adoperati per le loro peculiarità, sono essenzialmente tre: il franco dolce, il colt e il magaleppo. Mentre quest’ultima è adatta ad essere piantata in zone calde e caratterizzate da scarse precipitazioni, il franco dolce ha bisogno di molta acqua e non sopravvive se piantato in terre calcaree. Il porta innesto colt invece non teme la siccità né le terre ricche di calcare ma può essere attaccato dai pidocchi.
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L’albero di ciliegio, per crescere rigoglioso e regalare abbondanti fruttificazioni, necessita di frequenti concimazioni. L’azoto è l’elemento chimico che permette di ottenere frutti saporiti ma, invece di ricorrere a prodotti fitosanitari che ne contengono elevate percentuali, sarebbe meglio preferire concimi naturali come lo stallatico.Spargete del concime organico sopra la terra attigua al tronco a fine febbraio per incrementare la ripresa vegetativa della pianta e ripetete la medesima operazione a settembre. Ricoprite con del terriccio fertile di buona qualità e annaffiate abbondantemente affinché gli elementi nutritivi penetrino subito in profondità.Se desiderate ottenere risultati migliori in tempi brevi, concimate il ciliegio anche in inverno.
La pianta del ciliegio è soggetta a diverse tipologie di attacchi parassitari. Fra i più temibili ci sono gli afidi e le cocciniglie che possono essere sconfitti solamente ricorrendo all’utilizzo di appositi insetticidi reperibili nei consorzi di agraria.Le mosche delle ciliegie interessano quasi tutte le cultivar. Questi insetti depongono le loro uova all’interno dei frutti e, al momento della schiusa, le larve si nutrono della polpa distruggendo interi raccolti.Per quanto riguarda le malattie fungine, fra le più temibili c’è il corineo. Si presenta con macchie scure sulle foglie e necrotizza la parte colpita innescando l’insorgenza di numerosi bruchi. Anche la ruggine è un agente patogeno in grado di rovinare sia la pianta che il raccolto in maniera seria.
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