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Esistono tanti insetti che ci “aiutano” con il giardinaggio ed in tante altre cose, ma in questo articolo ci dedicheremo allo studio di uno dei “cattivi”: l’oziorrinco. Questa specie di coleottero curculionide ha un corpo della lunghezza di circa un centimetro e massima di due (dipende dalla specie, ne esistono circa mille e più o meno la metà è presente anche sul territorio italiano), caratterizzato da un capo piccolo ed appuntito, un torace altrettanto piccolo ed emisferico ed un addome grosso, ovalizzato e dalla dura corazza, che può avere delle macchie chiare o squame verdastre mentre il colore di base dell’insetto è bruno o nero intenso. La caratteristica anatomica dell’oziorrinco degna di nota è l’apparato masticatore, talmente forte e vorace che giunge a disturbare la crescita e lo sviluppo delle nostre piante, in quanto si ciba delle foglie e soprattutto delle foglie novelle (impedendo quindi la nuova crescita della pianta); esso agisce di notte, uscendo dalla sua tana nel terreno ai primi bui del crepuscolo e tornandoci alle prime luci dell’alba. E’ solo in questi momenti che possiamo vederlo, e sarà anche facile perché non vola ed ha movimenti piuttosto lenti e compassati.
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Sicuramente un attento lettore avrà pensato di quanto sia strano e raro il caso di un insetto che presenta come fase pericolosa quella adulta e matura; in effetti è così, l’oziorrinco è pericoloso in fase adulta, come non succede quasi mai tra gli insetti. Ma ciò non vuol dire che le larve non lo siano altrettanto: mentre l’adulto fuoriesce dal terreno di notte per cibarsi delle foglie, la larva resta costantemente nel terreno, cibandosi della pianta ma da sotto, ovvero attaccandone le radici, i tuberi e gli altri elementi sottoterra e portando la pianta alla morte perché le impedisce di rifornirsi di sostanze nutritive. Insomma l’attacco dell’oziorrinco è bilaterale e per questo motivo è molto pericoloso; il suo attacco comincia solitamente nel mese di maggio, quando cominciano ad uscire dal terreno i primi esemplari adulti nati dalle larve invernali: essi cominciano a cibarsi delle foglie e contemporaneamente le femmine “seminano” ovuli dappertutto, ovuli da cui nasceranno verso settembre-ottobre le larve che passeranno attraverso tre stadi durante l’inverno e daranno vita a nuovi adulti ancora in maggio. In generale gli obiettivi degli oziorrinchi sono un gran numero di piante, tra cui amano le piante da tubero (patate, carote) e gli agrumi, oltre che l’ulivo.
Proprio l’ulivo è l’obiettivo economicamente più rilevante dell’oziorrinco, quello per cui quest’insetto è conosciuto e per cui vengono fatte ricerche per combatterlo. Dal punto di vista dell’adulto, i prodotti biologici non fanno effetto perchè essi generalmente operano per contatto e la sua corazza resistente lo protegge da ogni cosa, mentre i prodotti chimici sono spesso molto tossici e per questo sono sconsigliati. Per fermarlo nella “arrampicata” alle foglie nuove dell’ulivo vengono vendute reti (in lana di vetro o materiale simile) da stendere in posizione orizzontale a mezz’altezza del tronco, in modo da costituire una barriera invalicabile per un piccolo insetto sprovvisto di metodi per volare. La lotta più efficace è quella preventiva-biologica: i nemici naturali degli oziorrinchi, o meglio delle loro larve, sono le larve dei nematodi; esse vengono vendute sotto forma di polvere, da mischiare con acqua e da utilizzare nel periodo di settembre per annaffiare le piante che vogliamo proteggere. Queste larve di nematodi sono parassiti delle larve degli oziorrinchi, cioè vi penetrano all’interno e le distruggono, oltretutto riproducendosi ed andando poi alla ricerca di tutte le altre larve che trovano di questo insetto; un’altra cosa positiva è che queste larve non disturbano in alcun modo né l’uomo e né le sue coltivazioni, quindi sono sicurissime.
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