Un giardino che si rispetti non può non avere delle piante al suo interno: a parte che non sarebbe proprio un giardino se non ci fossero le piante (ma solo uno spazio aperto dove poter fare delle attività), ma poi esse contribuiscono a garantire tutti quei pro per cui amiamo il giardino, cominciando dal pezzo di natura tutto per noi, passando per il luogo ossigenato e silenzioso dopo potersi rilassare dopo una giornata di lavoro. Ma è solo di piante che deve essere fatto un giardino? Ebbene no, anzi assolutamente no: il giardino è il nostro luogo per definizione, pertanto è bene che sia fatto con tutto ciò che amiamo, che sia un canestro se il nostro sport preferito è la pallacanestro oppure un tavolo da scolpitore se amiamo intagliare il legno o la pietra con la nostra fantasia. Allora un’idea di stile per il nostro giardino potrebbe essere un laghetto, no? Il laghetto contribuirà a personalizzare il nostro giardino, gli darà un tocco fiabesco (che sicuramente alle nostre figlie piacerà) e soprattutto potrà far coltivare la passione per i pesci e gli acquari (nel caso, enorme ed a cielo aperto) a chi la possiede.
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Un laghetto di un giardino, per ricreare sia il clima ideale per la vita dei nostri pesci e sia per avvicinarci ancora di più al disegno fiabesco, non può non avere delle piante galleggianti; famosissime le ninfee in fiore di tanti film e racconti avventurosi, le piante galleggianti non sono alghe (queste ultime non vengono classificate come piante) ma delle vere e proprie specie di piante che in milioni di anni si sono adattate alla vita in acqua per soddisfare la loro estrema richiesta di acqua. Le piante di questo genere sono meglio definite come “acquatiche”, dato che possono essere sia galleggianti che immerse; come tutte le altre specie del mondo vegetale, hanno delle radici, delle foglie per la fotosintesi, dei fiori e qualcuna anche dei frutti. In modo particolare, le piante galleggianti hanno delle foglie con una superficie non banale che ha il compito di trattenere bollicine d’aria in modo da far galleggiare tutta la pianta, e questo è un segno di un’incredibile evoluzione. Le piante acquatiche hanno radici speciali, perché non devono “succhiare” dal terreno ma dall’acqua, cosa diversa in quanto è diverso il meccanismo di assimilazione e le sostanze trattate.
Le piante acquatiche, e quindi anche le piante galleggianti di cui oggi parliamo, dovranno assumere le sostanze a loro utili per sopravvivere non più dal terreno ma dall’acqua; bensì la maggior parte delle acque sia circondata da terreno e quindi in essa si troveranno disciolte piccole ma sufficienti parti di tanti elementi nutritivi, non cambiano i contenuti ma la forma: le radici delle piante acquatiche devono imparare ad isolare l’ossigeno dall’acqua, secondo reazioni sostanzialmente diverse a quelle utilizzate per il classico terriccio. Non solo, anche i meccanismi di protezione della zona riproduttiva saranno diversi, notandosi degli innovativi (rispetto alle altre piante) sistemi per evitare di disperdere il polline in acqua facendolo bagnare. Di funzioni le piante acquatiche ne posseggono varie, alcune delle quali vanno anche oltre il lato estetico: esse sono degli ottimi depuratori naturali, in quanto sia eliminano le sostanze minerali in eccesso dall’acqua, ma soprattutto contribuiscono in questo modo a ridurne la torbidità, perché continuamente la filtrano assorbendone varie componenti. Nel caso di acquari e laghetti vengono anche posizionate per creare zone d’ombra e ripari per alcuni tipi di pesci che in cattività non riescono a costruirsi un riparo, favorendo quindi la vita e soprattutto la riproduzione (a tale scopo sono diffusissime nei vivai acquatici e nei parchi zoo delle zone temperate).
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