La prima cosa che si pensa quando si punta ad allestire il proprio giardino è quali specie di piante è meglio piantare; in generale, il primo consiglio che ci sentiamo di darvi è di scegliere le piante che più vi piacciono, sia esteticamente che per altri personali motivi. Questo non è altro che un consiglio frutto dell’esperienza, perché anche noi abbiamo allestito più giardini ed all’inizio ci siamo ritrovati a porci la stessa domanda. Quello che sorprende è che molte persone scelgano di mettere piante senza ascoltare sé stessi, ma solo per sentito dire o per seguire alcune mode. E’ un concetto sbagliato, ma fa parte soprattutto di quel modo di essere – purtroppo attualmente molto diffuso – in cui molte persone sacrificano i propri gusti personali per piacere agli altri. Per avere un bel giardino la cosa bella è riempirlo delle piante che, compatibilmente con il clima della nostra zona di residenza e con le possibilità di spazio a disposizione, abbiamo sempre sognato di avere: non esiste un gruppo di piante decorative chiuso e definito, in quanto una pianta è decorativa se piace, se si amalgama con ciò che la circonda e se noi desideriamo vederla ogni giorno.
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Una pianta che è considerata “decorativa” è la Pervinca, conosciutissima con questa denominazione ma che in realtà si chiama “Vinca” scientificamente, come gruppo contenente un gran numero di specie. Essa viene considerata come decorativa (più che altro perché viene caldeggiata a coloro i quali si pongono il quesito su quale pianta scegliere per alcune parti del giardino) in quanto ha un aspetto molto semplice ed universalmente apprezzato, al di là dei gusti soggettivi e personali. Essa si presenta come una pianta annuale la cui caratteristica più forte è quella di costituire un uniforme tappeto di foglioline sul quale spuntano e si fanno notare fiori dalle dimensioni non particolarmente grandi ma evidenti per colore ed elegante semplicità. La sua origine non è localizzata in un luogo unico e preciso, bensì gli studiosi ritengono che alcune specie siano originarie delle zone tropicali dell’Africa, mentre altre provengano dall’Europa. E’ chiaro che la Pervinca “primordiale” sia originata da uno solo di questi due luoghi, ma attualmente ciò non è stato ancora scoperto perché è difficile risalire. L’etimologia del suo nome ha origine latina ed indica la capacità legante dei suoi rami flessibili e fitti, strumento principale della sua diffusione come pianta da fitto sottobosco.
In natura la Pervinca è diffusa soprattutto come spontanea, in quanto si tratta di una pianta rustica (definizione già introdotta in altri articoli del nostro sito che indica particolarità capacità di adattamento di una pianta, la quale sopravvive in habitat anche abbastanza diversi dall’originale) che popola i sottoboschi freschi, ovvero quelli riparati dalle folte chiome degli alberi alti. La struttura strisciante di questa pianta è adatta a popolare rapidamente grosse zone, visto che possiede rami flessibili e che crescono rapidamente, così come delle foglie molto ben formate e numerose. Sopra tutto ciò si nota la crescita di un numero non elevatissimo di fiori, di un colore che ha fatto scuola per la sua unicità e che infatti viene chiamato “pervinca”: si tratta di un violetto-celeste con una certa tendenza al grigio, molto delicato ma allo stesso tempo ben visibile soprattutto rispetto al verde carico dei rami e delle foglie della pianta a cui appartiene. Una curiosità da sapere assolutamente sulla pervinca è la sua non trascurabile tossicità: tutte le specie vegetali sono tossiche, ma praticamente tutte necessitano di essere assunte in enorme quantità per palesare questa cosa; la pervinca invece è normalmente abbastanza tossica, soprattutto a carico dell’apparato digerente (con vomito, diarrea).
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