La primula comprende circa cinquecento specie di piante annuali e perenni, originarie dell’Europa e dell’Asia e appartenenti alla famiglia delle Primulaceae. Il suo nome deriva dal latino “primulus” che fa riferimento alla precoce fioritura di questa pianta, fioritura che avviene non appena finisce l’inverno e i prati verdi iniziano a colorarsi con le tonalità dei fiori della primula. Questa pianta predilige, infatti, tappeti erbosi, pascoli e zone montane ben soleggiate. Si tratta di una pianta rustica di piccole dimensioni, che in base alla varietà a cui appartiene, può essere annuale o biennale o sempreverde o perenne. La primula ama i terreni umidi e ben drenati, senza ristagni di acqua che possono far marcire le sue radici. La temperatura ideale per il sano sviluppo della pianta è di 7 gradi centigradi e massimo sedici, temperature superiori accelerano la fioritura della pianta, accorciandone anche l’esistenza. La primula rientra a pieno titolo tra le piante acidofile, in quanto non ama i suoli con ph troppo basici e i terreni con eccessiva presenza di calcare.
La primula è, come già detto, una piantina piccola. La sua altezza, in base alla varietà, non supera i 30 centimetri. Le foglie sono disposte sulla parte basale, presentano una sottile peluria e possono avere il margine dentato o intero. La loro disposizione è a rosetta, cioè con crescita dalla parte del fusto, nel caso della primula si parla anche di foglie radicali perché, essendo la pianta molto bassa, le foglie si sviluppano dalla base delle radici. La fioritura della primula avviene generalmente a fine inverno, con lobi fiorali di varia grandezza e colore, disposti a ombrello o a campana, a spiga e su fusti verticali portanti un numero variabile di fiori che a volte si possono sovrapporre tra loro. I fiori della primula hanno colori che variano dal bianco, al giallo, al rosso, al lilla e al blu.
Le varietà di primula sono molto numerose. A queste si aggiungono anche degli ibridi ottenuti da incroci di altre specie e coltivati solo a fini ornamentali. In genere le primule vengono suddivise in specie delicate e rustiche o da bordura. Le primule delicate si adattano alla coltivazione in vaso o su terreno, sono, dunque, ideali come piante da appartamento e giardino. Le specie rustiche o da bordura sono più adatte ai climi rigidi e vengono coltivate nei giardini delle zone montane e nei pressi dei corsi d’acqua. Le specie maggiormente conosciute sono: primula veris, detta anche odorosa, primula vulgaris, primula malacoides, primula sinensis, primula obonica, primula elatior, primula floribunda e alcuni ibridi , tra cui polyanthus e x kewensis. La primula odorosa è una delle specie più conosciute, fiorisce a fine inverno, è sempreverde e i suoi fiori sono di colore bianco o giallo, con una profumazione particolarmente intensa. Cresce praticamente ovunque ed è considerata una specie protetta. La primula vulgaris cresce nei boschi di montagna ed ha fiori bianchi e foglie strette e allungate. Si può coltivare in appartamento, ma dopo la fioritura va spostata all’aperto perché la pianta necessita di un sufficiente arieggiamento per poter vivere. La primula malacoides, originaria della Cina, fiorisce da gennaio ad aprile. I fiori sono disposti a spiga e presentano colori che vanno dal bianco, al rosa, al lilla. E’ originaria della Cina anche la primula sinensis, pianta perenne che può essere anche annuale. Le sue foglie sono ovali e di un colore verde intenso. I fiori, disposti a spiga, sono rossi o rosa. La fioritura di questa specie di primula si ha tra dicembre e marzo. La primula sinensis comprende anche varietà con fiori di colore azzurro. La primula obonica è una varietà perenne, sempre di origine cinese. Fiorisce da dicembre a maggio producendo fiori a ombrella, con colori che vanno dal rosa, all’azzurro, al lilla, al porpora. La primula elatior ha fiori gialli a campana, senza una particolare profumazione. La primula floribunda, come la veris e la elatiur, appartiene alle varietà rustiche che crescono spontaneamente nelle regioni montuose ( altezza da 800 a 2000 metri) o nelle scogliere umide. La varietà floribunda presenta fiori gialli a spiga e fiorisce da aprile a giugno La primula x kewensis è ottenuta dall’incrocio delle varietà sinensis e floribunda. Presenta fiori gialli dalla profumazione molto intensa. Gli ibridi polyanthus sono ottenuti dalla primula vulgaris. Presentano fioriture precoci, con fiori a ombrella e colorazioni che comprendono tutte quelle delle altre varietà di primula. Gli ibridi si possono coltivare all’aperto, in serra e in appartamento.
La primula si può coltivare sia in vaso che sul terriccio all’aperto. Questa pianta resiste molto bene alle basse temperature, per tale ragione si può piantare anche in autunno o a fine inverno, facendo attenzione a mantenere umido e ben arieggiato il terreno. Il drenaggio del suolo del giardino si può ottenere con una semplice operazione di pacciamatura, ovvero comprendo il terreno con foglie secche o appassite. La primula si presta bene anche alla coltivazione in vaso. Il rinvaso della pianta va effettuato con cadenza biennale usando ogni volta un contenitore che sia più grande di almeno tre centimetri rispetto al precedente e fino a una grandezza massima di 18 centimetri. Per le primule con eccessivo sviluppo e fioritura è necessario ricorrere alla loro separazione e al rinvaso in due contenitori separati. L’esposizione ideale della primula è a mezz’ombra, con terriccio sempre umido e ben drenato. La pianta ha comunque bisogno di luce, ma non del sole diretto che potrebbe farla seccare. La temperatura ideale per una sana crescita della primula è compresa tra sette e sedici gradi. Negli ambienti chiusi, specie in inverno, bisogna fare attenzione a mantenere costante la temperatura entro i livelli indicati e ad evitare spifferi e correnti d’aria che danneggiano la pianta. All’aperto, la primula va posizionata su terreni riparati dal vento.
La concimazione della primula presuppone un’attenta preparazione del terriccio o del terreno che dovrà accoglierla. Anche questa pianta rientra a pieno titolo tra quelle definite “acidofile”, cioè piante che amano i terreni con ph basso o acido e senza calcare. I terreni acidi sono più umidi e maggiormente drenati rispetto a quelli calcarei , i quali, impedendo il passaggio dei liquidi, creano ristagni idrici in grado di far marcire l’apparato radicale della pianta. Un buon terriccio acido si ottiene mischiando in parti uguali sabbia, torba, terriccio o terra da giardino. La concimazione della primula deve mirare ad ottenere delle fioriture gradevoli e abbondanti. Per questo scopo e a fine inverno, si possono somministrare concimi ricchi di azoto. Dopo la comparsa dei fiori si possono usare concimi adatti alle piante acidofile, con una composizione bilanciata di macroelementi ( azoto, fosforo, potassio ) e di microelementi ( ferro, zinco, manganese). Questi concimi vanno somministrati con cadenza settimanale o quindicinale o secondo le indicazioni riportate nella confezione di acquisto dei fertilizzanti. I concimi maggiormente usati, per la coltivazione della primula, sono liquidi e la dose da somministrare deve essere ricompresa nei limiti riportati sempre nella confezione dei prodotti.
La primula non ha bisogno di irrigazioni eccessive. Anche se ama i terreni umidi, questa pianta non gradisce quelli inzuppati, che creano danno alle radici causando il marciume. Le innaffiature vanno effettuate regolarmente a primavera o in estate, evitando di creare dei ristagni di umidità alla base della pianta o sui fiori e le foglie.
La propagazione della primula avviene generalmente per seme. La semina della pianta deve avvenire a primavera, anche se le specie ornamentali si possono seminare in qualsiasi periodo dell’anno. Per una maggiore facilità di germinazione, meglio scegliere i semi freschi, che si collocano in contenitori riempiti di compost studiato proprio per la germinazione degli stessi semi. I contenitori vanno protetti con vetro e mantenuti a una temperatura non superiore ai 16 gradi. In queste condizioni, la germinazione della primula avverrà entro due settimane. Le piante giovani vanno poi trapiantate in contenitori e poi interrate all’aperto per tutta l’estate. A inizio inverno vanno rinvasate. Le primule nate per seme hanno lo svantaggio di non mantenere le caratteristiche della pianta originaria. Un metodo di propagazione più semplice, che garantisce le stesse caratteristiche della prima madre, è la divisione, in due, di una primula eccessivamente sviluppata.
La primula, a differenza di altre piante acidofile, non necessita di potature vigorose. Questa pianta, essendo molto piccola e con una crescita abbastanza ordinata, necessita solo di essere privata delle foglie ingiallite e dei fiori secchi. Asportare le parti vecchie o morte della pianta permette, infatti, di prolungare il periodo della fioritura. Una crescita disordinata o un eccessivo sviluppo fiorale possono essere determinati da errori di coltivazione ( temperature troppo elevate) o di concimazione ( eccesso, carenza di elementi nutritivi).
La primula viene spesso attaccata dalla muffa grigia, dagli afidi e dal ragnetto rosso. La prima avversità è provocata dal fungo Botrytis cinerea, miceto che si sviluppa in condizioni di eccessiva umidità. I sintomi della muffa grigia sono degli ammassi grigi sulle foglie e sui fiori. Questa malattia si combatte asportando le parti della pianta infettate e il terriccio in cui è presente la muffa. Un ulteriore intervento si ottiene con prodotti antifunghini. Gli afidi succhiano la linfa della primula deformando le foglie e i fiori. Il ragnetto rosso provoca macchie scure sulle foglie. La lotta agli insetti che colpiscono la primula si effettua evitando le temperature troppo calde e secche o ricorrendo a insetticidi adeguati.
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