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Non tutti sanno che in realtà la pianta di mimosa esiste in tantissime varietà diverse, ognuna con caratteristiche davvero particolari. La Pudica, ad esempio, è forse tra le più conosciute perché le sue foglie si ritraggono e si ripiegano su loro stesse se vengono toccate; tra le mimose a foglie composte da altre foglioline troviamo la baileyana, con fiori piccolissimi e foglie argentate, la purpurea, che ha le foglie appena nate di un colore rossastro, la gaulois, che è la specie più diffusa come fiore reciso da regalare a mazzi, la mirandole, originaria della Francia e con fioriture meno abbondanti, la virginia, che ha i fiori arancioni e la pendula che ha i rami ricurvi verso il basso. Tra le varietà a foglia unica e intera troviamo la retinoides, che fiorisce di continuo e che in molti paesi viene usata come arredo urbano per decorare i viali, la imperialis e la lisette, simili alla precedente ma con i fiori più grandi, la clair de lune, che ha rami curvi e la cultriformis, che è molto decorativa ma non ha i fiori.
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La mimosa è una pianta da esterno perché è comunque un alberello e sta molto bene, ad esempio, vicino a un muro, così da ornare e riempire la parete di rami profumati e dal vivace colore giallo. Tuttavia, la mimosa può essere coltivata anche in casa in vaso, anche se non crescerà mai rigogliosa come quando viene posta a dimora a terra. Bisogna sapere che è una pianta che non tollera il freddo, dunque è difficile coltivarla in zone dal clima rigido, perché la temperatura non deve mai essere inferiore ai 15 gradi; le piante giovani temono anche il vento che potrebbe spezzare i sottili rami, dunque all’inizio è consigliabile porre dei sostegni alla base e accanto alla pianta. In ogni caso la mimosa deve stare in una posizione soleggiata; il terreno deve essere acido, ben lavorato e drenato a sufficienza. La moltiplicazione può essere effettuata per seme o per talea, operazioni da effettuare sempre a primavera.
La mimosa è una pianta che va concimata a inizio primavera e a inizio autunno: sin dalla messa a dimora, ogni tre anni massimo, al terreno va aggiunto dell’humus o dello stallatico. Per le mimose in vaso invece basta un normale concime liquido, da impiegare ogni due settimane nel periodo che va da maggio a settembre. Le annaffiature vanno effettuate solo ed esclusivamente quando il terriccio è ben asciutto, perché la mimosa soffre molto dei ristagni idrici. Solo in estate l’irrigazione deve essere più costante, ma mai eccessiva. Le piante adulte vanno annaffiate sempre sporadicamente, perché si accontentano dell’acqua delle piogge. Per quanto riguarda la potatura, bisogna farla sempre dopo la fioritura: potarla bene significa favorire lo sviluppo di nuovi germogli e anche conferire alla pianta una forma più elegante e definita. I rami secchi vanno tolti, mentre quelli più lunghi vanno accorciati: nel caso di piante giovani, conviene intervenire con un coltellino o con le mani, perché le cesoie potrebbero danneggiare i rami novelli e sottili, più fragili di quelli di una pianta adulta.
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