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La pianta nandina può essere coltivata come pianta singola, ma raramente viene messa in vaso proprio perché le radici si rinnovano continuamente con nuovi ceppi, dunque bisognerebbe rinvasarla spesso. È preferibile dunque metterla a dimora direttamente a terra. Tuttavia, se si comprano delle vasche abbastanza ampie, è possibile tenerla anche così per adornare il proprio balcone, tenendo presente che ogni due anni bisognerà rinvasarla. Spesso viene utilizzata per creare delle folte siepi, soprattutto nel caso delle varietà più alte, oppure come pianta da bordura, per adornare la base di piante ad alto fusto. La nandina deve stare al sole: se la mettiamo troppo in ombra c’è il rischio che non produca fiori ma solo un folto fogliame scuro. Preferisce un terreno soffice e ricco di sostanza organica, anche se si adatta comunque a qualsiasi tipo di terriccio, purché sia sempre ben drenato.
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La siccità non è un problema per la pianta nandina, anche se dura a lungo. D’estate, però, è preferibile annaffiarla con regolarità. Di solito la nandina predilige climi miti, ma resiste anche a basse e alte temperature. Tuttavia, se d’inverno ci sono delle gelate, questa pianta potrebbe perdere la parte apicale dei rami ma non è una cosa grave, perché in primavera tornerà a germogliare e si rinfoltirà in poco tempo. A fine inverno questo arbusto va concimato alla base con dell’humus o con del concime specifico. La potatura non è necessaria per questa pianta, al massimo si possono togliere i rami secchi o danneggiati dalle intemperie, o quelli dove sono cresciute le bacche. Raramente la nandina viene colpita da parassiti perché è un arbusto molto resistente: a volte è vittima solo degli acari, ma possono essere facilmente combattuti con prodotti idonei.
Pochi lo sanno, ma per il loro portamento e il loro fogliame, le nandine assomigliano molto al bambù: in molte zone dell’Asia, soprattutto in Cina, questa pianta è denominata "bambù sacro", viene considerata di buon auspicio e viene spesso coltivata nei giardini che circondano i templi. In Asia è molto diffusa anche la sua coltivazione come bonsai, che vengono spesso regalati proprio per augurare buona fortuna a una persona cara. Per moltiplicarla si possono piantare i semi contenuti nelle bacche, ma questo metodo richiede molto tempo. Un metodo alternativo e più veloce è quello della talea, che va operata in primavera o a fine estate: bisogna asportare le cime dei rami e interrarle in un terriccio umido e ricco, che va poi annaffiato con regolarità, soprattutto i primi tempi, per far sì che la nuova piantina attecchisca bene e metta presto le radici.
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