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Il pitosforo nano ama la luce diretta del sole, ma ben si adatta alla penombra. Le temperatura ideale per il completo sviluppo dell'arbusto oscilla tra i dieci e i venti gradi, anche se il pitosforo nano resiste in modo eccellente a temperature al di sotto dello zero termico. Per quanto riguarda l'innaffiatura, l'arbusto va irrigato con frequenza settimanale durante la primavera e l'estate, così da ottenere abbondanti infiorescenze. Durante i periodi più freddi, al pitosforo nano è sufficiente l'acqua piovana. Quando si effettua l'innaffiatura, è necessario evitare il ristagno dell'acqua, che potrebbe provocare dei seri rischi per la salute dell'arbusto. La concimazione va eseguita due volte l'anno: all'inizio della stagione primaverile e in piena estate. Si consiglia l'utilizzo di un fertilizzante organico a lenta cessione.
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Il terriccio da utilizzare per la coltivazione del pitosforo nano deve essere formato da torba, da sabbia e da terra da giardino, elementi che favoriscono il perfetto drenaggio dell'acqua, essenziale per mantenere in perfetta salute l'arbusto. Il pitosforo nano può essere coltivato sia in giardino che in vaso, utilizzando il medesimo tipo di terriccio. Per quanto riguarda il rinvaso, l'operazione va effettuata ogni due anni, sostituendo il vaso qualora non risulti più in grado di contenere l'arbusto. La moltiplicazione del pitosforo nano avviene generalmente per talea. È sufficiente tagliare, possibilmente durante la primavera, dei piccoli rami dall'albero, lunghi circa dieci centimetri. Successivamente è necessario posizionare i rami in apposite cassette, da esporre a una temperatura mite. Non appena avviene la radicazione, la pianta può essere messa a dimora in vasi da otto o da dieci centimetri.
La potatura del pitosforo nano è un'operazione da effettuare annualmente, eliminando i rami spezzati o malati e correggendo eventuali difetti di crescita dell'arbusto. Il periodo consigliato per effettuare la potatura è quello primaverile, preferibilmente tra aprile e maggio. Il pitosforo nano è soggetto agli attacchi della cocciniglia e degli afidi. Nel primo caso è possibile intervenire utilizzando del cotone imbevuto di alcool, da strofinare accuratamente sulla zona colpita, altrimenti è possibile ricorrere a un anticoccidico, sciacquando successivamente la pianta con abbondanti dosi di acqua. Per quanto riguarda gli afidi, i quali si nutrono della linfa dell'arbusto, rendendolo appiccicoso, si suggerisce di utilizzare un apposito insetticida, utile sia per prevenire gli attacchi che per l'eventuale cura.
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