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L'echinocactus è una delle piante grasse più ricercate, tanto che nel secolo scorso la raccolta indiscriminata degli esemplari nel loro habitat naturale ha portato al rischio di estinzione per questa pianta di grande fascino e di facile coltivazione. Nonostante il clima europeo sia molto diverso da quello originario di queste piante, infatti, l'echinocactus può crescere e svilupparsi raggiungendo grandi dimensioni anche nelle nostre zone, se coltivato con le dovute cure. Si tratta di una pianta che ama particolarmente l'esposizione solare, pertanto è consigliabile garantire l'esposizione diretta nel periodo estivo e primaverile, mentre nelle fasi di riposo vegetativo la pianta potrà essere conservata all'asciutto e al riparo dal freddo eccessivo, in ambienti che siano però ben arieggiati. Da ottobre a marzo, periodo di riposo vegetativo, le annaffiature andranno del tutto sospese, mentre nel periodo primaverile ed estivo dovranno comunque essere rade ed effettuate solamente una volta che il terreno si mostri asciutto, evitando categoricamente la formazione di ristagni idrici, che porterebbero alla morte delle radici e quindi della pianta stessa. All'acqua di innaffiatura può essere aggiunto del concime per rendere il terreno sufficientemente ricco delle sostanze necessarie a favorire la crescita e lo sviluppo dell'echinocactus.
Gli amanti dell'echinocactus sanno che devono armarsi di pazienza: prima di raggiungere le dimensioni di una pallina da tennis, l'echinocactus può impiegare anche cinque o sei anni. La crescita di questa pianta può infatti essere notevole, ma è anche lenta e questo ha contribuito al rischio di estinzione sfiorato lo scorso secolo, dal momento che la riproduzione dell'echinocactus avviene principalmente per seme. I semi vanno posizionati in un vassoio non troppo profondo all'interno di un misto di terriccio e tiorba, nel mese di aprile. Fino al momento della germinazione è bene garantire un costante livello di umidità del terreno, che sarà posto in un luogo caldo con almeno 21 gradi garantiti, ma senza esposizione diretta alla luce solare. Per garantire la giusta temperatura ed umidità è possibile coprire il contenitore con una lastra di vetro o una pellicola, da rimuovere quotidianamente per controllare le condizioni delle piantine in arrivo. Con la crescita delle piante, sarà possibile estrarre quelle più forti e robuste e posizionarle nel terreno, rispettando le condizioni di coltivazione delle piante adulte.
Come la maggior parte delle piante grasse, l'echinocactus non consente vita facile ai parassiti e ai funghi. I principali nemici di questa pianta sono soltanto gli afidi e la cocciniglia. Entrambi riconoscibili dalla presenza di macchie chiare sulla pianta, osservati con una lente di ingrandimento non lasciano spazio a dubbi. Per combattere questi parassiti infestanti, che sottraggono nutrimento alla pianta fino a portarla alla morte, è necessario intervenire con prodotti specifici in via preventiva e con antiparassitari specifici qualora l'infestazione sia già ampia e non sia possibile eliminare altrimenti tutti i parassiti presenti. E' importante ricordare, infatti, che solo se la colonia viene debellata completamente non ci saranno rischi di una nuova diffusione e di dover ricominciare la lotta da capo. In caso siano presenti pochi parassiti e la colonizzazione sia quindi ad uno stadio iniziale, è possibile eliminare gli afidi o la cocciniglia con un batuffolo imbevuto di cotone. Una corretta cura delle piante e il controllo periodico permetterà di evitare rischi e di non dover ricorrere a prodotti chimici che hanno solitamente una funzione sistemica, penetrando all'interno del sistema linfatico dell'echinocactus per agire poi contro i parassiti che se ne nutriranno. Questo tipo di prodotto, infatti, garantisce la propria efficacia, ma allo stesso tempo può indebolire la pianta pertanto occorre farvi ricorso quando non è possibile agire diversamente.
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