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Il pecan è originario e coltivato soprattutto negli Stati Uniti, a seconda del clima l’areale intero è suddiviso in tre sottozone: a clima caldo secco (regioni occidentali vicino al Messico), con piogge inferiori a 500 mm annui ed inverni freddi, a clima caldo umido (regioni sud-orientali), caratterizzato da precipitazioni frequenti, concentrate specialmente nel periodo caldo, e da inverni miti, a clima temperato (aree al di sopra del 35° parallelo Nord), con inverni rigidi, primavere tardive ed autunni precoci, per cui il ciclo vegetativo è breve. Generalmente la temperatura ottimale per lo sviluppo vegetativo e riproduttivo è di 24-29 °C, le piante tollerano le temperature invernali di dieci gradi sotto lo zero, le cultivar del clima temperato resistono fino a – 20 °C. L’albero teme le gelate primaverili (ricorrere a cultivar a germogliamento tardivo) ed autunnali, quest’ultime perché la lignificazione non è ancora completa. In fatto di terreno è una specie adattabile, nell’ambiente d’origine vegeta su suoli alluvionali, profondi, ricchi di sostanza organica e ad alta capacità idrica, dove il livello dell’acqua sotterranea si mantiene sotto i 2,5 m. Se la profondità è minore di 2 m le piante assumono dimensioni più ridotte, comunque il pecan si adatta ai terreni sabbiosi a bassa ritenzione idrica, cresce bene anche su quelli argillosi inondati; predilige pH subacidi però tollera i suoli moderatamente calcarei.
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Le cultivar del pecan presentano caratteristiche diverse a seconda delle aree di coltivazione.
Le varietà occidentali sono adatte ai climi caldo-secchi (Texas, Nuovo Messico, ecc.), ma sensibili alla scabbia; quelle orientali prediligono ambienti caldo-umi¬di (Florida, Louisiana, ecc.), mentre le nordiche si adat¬tano alle aree fredde (Illinois, Kentucky, ecc.), dove il ciclo fioritura-maturazione è breve (intorno a 150-180 giorni), il loro fabbisogno in freddo è elevato, hanno una messa a frutto tardiva, sono meno prolifiche e producono una noce con guscio più spesso. Le principali cultivar occidentali sono Cheyenne, Kiowa, Chickasaw, Shawnee, Shoshoni, Sioux, Tejas, Western e Wichita; quelle orientali più importanti sono Barton, Caddo, Cape Fear, Candy, Curtis, Jackson, Mahan, Mohawk, Moreland, Stuart e Success. Tra le varietà nordiche si ricordano Colby, Giles, Hodge, Major e Posey, caratterizzate da una bassa resa in sgusciato.La propagazione del pecan attualmente avviene prevalentemente per innesto, lo scopo è quello di trovare portainnesti uniformi e resistenti ad alcuni parassiti. Gli alberi, date le dimensioni che raggiungono da adulti, devono essere messi a dimora adottando spaziature ampie, in Messico sono raccomandati sesti non inferiori a 10 X 10 m, mentre negli Stati Uniti frequentemente sono di 12 X 12 m. Una volta che gli alberi sono adulti sulla fila viene diradata la metà delle piante in quanto necessitano di molta luce. Nella fase di allevamento si scelgono i rami dotati di un angolo ampio, che costituiranno le strutture principali, però le cultivar che producono sui rami con angolo d’inserzione stretto vanno assecondate. La conformazione scheletrica che si tende a dare alle giovani piante di pecan è quella di un asse principale sul quale, ad altezza diversa, si inseriscono le branche secondarie, che devono avere un diametro inferiore rispetto al tronco altrimenti possono essere soggette a rottura; nel caso si voglia ottenere una forma a vaso si elimina la cima del fusto.
La messa a frutto di solito avviene intorno al sesto anno. Il pecan tende a produrre branche sguarnite di vegetazione per lunghi tratti e con una rosa di rami all'apice (zampa di gallo), ciò ha un’influenza negativa sulla produzione dei rami più bassi. Mediante la potatura è necessario cimare i rami, durante il riposo vegetativo, in modo da ottenere due effetti: evitare la produzione delle "zampe di gallo" e stimolare lo sviluppo delle gemme sottostanti.Gli elementi nutritivi più importanti sono l’azoto e il potassio; la mancanza del primo provoca la formazione di rami corti, aborto dei fiori, produzione di poche noci e piccole, premature defogliazioni, mentre con carenze di potassio la pianta resiste meno al freddo e ai parassiti.
È importante promuovere un sostenuto accrescimento vegetativo, per¬ché si è visto che più lungo è il ramo, più foglie si hanno, più noci vengono prodotte. L’azoto va frazionato in almeno tre interventi, il primo, insieme a fosforo e potassio, prima della ripresa vegetativa, inoltre bisogna somministrare anche i microelementi se necessario. Il pecan necessita almeno di 1200 mm di acqua all’anno, infatti nei climi a caldo secco viene praticata l’irrigazione; prolungati periodi di siccità, oltre a causare aborto delle noci, si ripercuotono negativamente sulla fruttificazione dell'an¬no seguente, e ciò perché si riduce la formazione e l'immagazzinamento degli elaborati fogliari. Alberi di 10-20 anni producono 50-10 kg di frutti col guscio, oltre il 20° anno 100-200 kg di noci per pianta; la resa in sgusciato è del 45-60 %. I principali parassiti del pecan sono la scabbia, che provoca la defogliazione sulle varietà sensibili, il leaf blotch ed il leaf spot.
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