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Un modo molto funzionale ed elegante per arredare la propria casa è quello di farlo con le piante; questi straordinari doni della natura sono degli esseri viventi a tutti gli effetti, i quali nel corso dei millenni ci hanno fornito moltissime risorse ed è anche loro in parte il merito della nostra straordinaria evoluzione come specie umana. Nei tempi passati il loro legno è stato materiale per utensili ed armi, le loro foglie ci hanno riparato dal sole cocente e dalla pioggia, le stesse foglie ed i frutti sono stati e sono ancora cibi deliziosi, sani e molto ricercati. Oggigiorno si è scoperto come il trovarsi vicino a pezzi di natura vegetale aiuti moltissimo l’umore dell’essere umano, in quanto geneticamente gli ricorda un rapporto stretto con la natura, che è una delle cose che riesce maggiormente a donarci serenità. Ecco perché una pianta in casa è un toccasana sia per l’estetica dell’ambiente e sia per la nostra salute: innanzitutto dona prezioso ossigeno e questo è molto importante, poi cura la salute mentale perché contribuisce ad alleviare lo stress che moltissimi di noi accumulano continuamente per via dei grandi ritmi di vita che conduciamo, soprattutto ricchi di obiettivi, scadenze, appuntamenti eccetera eccetera.
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Il dendrobium è una pianta di origine tropicale che è stata adattata nel corso degli anni alla vita in appartamento ed infatti attualmente rappresenta una delle specie floreali più ricercate per arredare le nostre abitazioni. La motivazione di questo successo non si deve soltanto alla buona adattabilità al clima interno (sviluppato anche grazie ad una profonda ibridazione, ne riparliamo più avanti), ma anche all’estetica della pianta che colpisce soprattutto per i suoi fiori colorati ed eleganti. Cominciamo col dire che il Dendrobium è un genere appartenente alla famosa famiglia delle Orchidee e nello specifico ne è il secondo genere più numeroso, riuscendo a contare qualcosa come millecinquecento (1500) specie diverse! Esse sono dovute per gran parte alla gran diffusione della pianta (originaria sì del continente asiatica, ma con più focolai di nascita come l’Indonesia, la Cina, il Giappone, le Filippine, arrivando poi fino nel continente oceanico con Australia e Nuova Zelanda), ma una buona fetta di quel numero impressionante è da attribuire alle ricerche svolte dai biologi per ottenere determinate caratteristiche di resistenza e di estetica; uno su tutti è lo scienziato giapponese (ma trapiantato alle Hawaii) Yamamoto, i cui ibridi hanno preso il suo nome.
Lo studio della denominazione “dendrobium” ci dà già molte indicazioni su questa pianta: essa vuol dire “albero” e “vita” e si riferisce al fatto che il dendrobium è una pianta epifita, ovvero senza radici ma capace di assorbire i nutrienti dall’atmosfera che la circonda con radici aeree. Non solo, il termine albero ci dice che essa lo fa arrampicandosi (ma non è una rampicante) e sostenendosi grazie ai fusti ed ai rami degli alberi più grossi, in modo da raggiungere strati d’aria con le sostanze che ricerca. Ecco perché questa specie vive in ambiente tropicale equatoriale, ovvero molto umido: questo è l’unico modo per assorbire le sostanze necessarie con le radici. Un nome più volgare che si attribuisce al dendrobium è quello di “orchidea bamboo”: in effetti i fusti della specie in oggetto sono per costruzione molto simili al bamboo, ma con la differenza che risultano più esili, deformabili e che sono verdi e non legnosi. Non si sa precisamente quali siano i colori originari del dendrobium, perché la grandissima presenza di ibridi ha cancellato le poche tracce genetiche reperibili per queste indicazioni. Attualmente però essi sono disponibili in ogni colorazione, andando dalla tinta unita alla screziatura più disparata, differenziandosi anche in base al portamento, se eretto o cadente.
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