Rovo - Rubus fruticosus

Generalità

Il rovo appartiene alla famiglia delle Rosacee ed al genere Rubus; le specie più importanti sono: il rovo che cresce spontaneo in luoghi incolti e sui cigli stradali (Rubus fruticosus), Rubus procumbens, R. hispidus, R. trivialis, R. laciniatus e R. ulmifolius; da queste specie, di provenienza americana, derivano le varietà coltivate, alcune con tralci spinescenti ed altre prive di spine.

Il rovo è un arbusto perenne di tipo sarmentoso con produzione annuale di polloni dalla parte basale della pianta o dalle gemme presenti sulle radici, alti fino a 3-4 m, che fioriscono e fruttificano l’anno successivo alla loro emissione per poi seccare. Le foglie sono caduche, composte e di color verde scuro; ciascuna foglia è costituita da 3-5 foglioline ellittiche con un bordo dentato. I fiori hanno 5 grossi petali bianchi o rosati, sono riuniti in racemi all’apice dei polloni o all’ascella delle foglie dei rami laterali. L’impollinazione è facilitata dal fatto che le more sono autofertili, ma viene enormemente favorita dalla presenza di api e dal vento; la fioritura è scalare, da maggio a giugno. Il frutto del rovo è una mora, frutto aggregato di color nero-violaceo brillante formato dall’unione di tante drupeole che ricoprono il ricettacolo, restando attaccate a quest’ultimo. Il rovo sopporta bene il freddo invernale come pure le elevate temperature estive, può essere coltivato fino ad una quota di 800-900 m s.l.m., avendo l’accortezza di scegliere a que¬ste quote terreni ben esposti e protetti dai venti, per evitare maturazioni incomplete. Il rovo predilige terreni freschi, subacidi, sciolti o di medio impasto e ricchi di sostanza organica, cresce bene anche su suoli argillosi ben drenati e non eccessivamente calcarei, mentre rifugge i ristagni idrici. La propagazione avviene spontaneamente per capogatto, quando gli apici dei polloni toccano terra si formano nuove piantine.

Pianta di rovo

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Varietà

rovoLe cultivar di rovo cominciano a maturare 35-45 giorni dopo la fioritura, da metà luglio fino al mese di settembre; tra loro si distinguono in base al portamento, eretto o strisciante, ed alla presenza o assenza di spine sui tralci; nel nostro Paese si coltivano solo cultivar senza spine in quanto rendono più agevoli le operazioni colturali.

Le principali varietà a portamento eretto, dalle più precoci alle più tardive sono: Araphao, Dirksen, Black Satin, Thornfree, Smoothstem, Thornless evergreen, Chester, Navaho (cultivar senza spine, Thornless evergreen è sempreverde), Tayberry (ibrido tra rovo e lampone) e Rovello (dotata di spine). Le cultivar a portamento strisciante, non coltivate in Italia e spinescenti, sono: Cascade, Marion ed Olallie.


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Tecniche di coltivazione

frutto rovoLa messa a dimora viene fatta in genere a fine inverno; prima dell’impianto, effettuare una vangatura a 30-40 cm di profondità ed eseguire una concimazione con letame maturo (500 q/ha). I sesti d’impianto sulla fila sono di 1-1,5 m, mentre tra le file sono necessari almeno 2,5-3 m permettendo il passaggio dei mezzi e lo sviluppo dei polloni nell’interfila. Sulla fila si utilizza la pacciamatura con film plastico nero per prevenire il problema delle erbe infestanti; durante la stagione il telo va tagliato lungo la fila per favorire l’emissione dei polloni dalla base o dalla radice delle piante.

Le forme d’allevamento adottate sono a controspalliera, con l’ausilio di pali e fili in quanto i tralci necessitano di legature. La potatura si effettua nel tardo autunno o inverno, tagliando i tralci vecchi che hanno già prodotto e lasciando i polloni nuovi per l’anno successivo, raccorciandoli al massimo 3 m e diradando quelli in eccesso. Il rovo, essendo una pianta molto rustica, non necessita di concimazioni. L’irrigazione va praticata in caso di terreni molto leggeri o qualora si verificassero prolungati periodi di siccità, la massima richiesta idrica è in corrispondenza dell’ingrossamento dei frutti; irrigazioni esagerate portano ad un eccessivo rigoglio vegetativo con ottenimento di more troppo acquose.


Raccolta ed utilizzazione del prodotto

La raccolta è scalare per cui è effettuata a più riprese, a distanza di 4-5 giorni; vengono depositate in piccoli contenitori di cartone o di plastica dentro i quali saranno commercializzate per il consumo fresco. Le more devono essere completamente mature staccandosi con facilità; i frutti troppo maturi risultano eccessivamente molli sotto la pressione delle dita quindi vanno scartati, mentre se mostrano una certa resistenza alla trazione si considerano ancora immaturi, nonostante la completa colorazione. Oltre al consumo fresco le more possono essere destinate alla surgelazione, per la preparazione di sciroppi, liquori, marmellate, gelatine, torte, gelati, sorbetti, per aromatizzare l’aceto e come coloranti per alimenti.


Rovo - Rubus fruticosus: Parassiti

L’unico problema per il rovo è rappresentato dalla malattia fungina della muffa grigia, che causa marciume sui frutti durante la fase di maturazione con vegetazione troppo fitta ed umidità elevata. Gli interventi da attuare sono agronomici e consistono nell’adozione di ampi sesti d’impianto in modo da permettere un ottimale arieggiamento ed illuminazione della vegetazione. Se è ritenuto opportuno l’impiego di fungicidi si effettuano tre trattamenti: in prefioritura, a fine fioritura ed in prossimità della maturazione. È fondamentale mantenere un ambiente equilibrato dal punto di vista ecologico, in modo tale che il danno causato dai parassiti non abbia un’entità superiore rispetto alle soglie economiche d’intervento.



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