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Il sorbo preferisce climi temperati, ha una buona resistenza alle basse temperature invernali ed alle estati calde; vegeta bene in ambienti collinari e montani soleggiati e ventosi, spingendosi fino ad un’altitudine di 900 m. In fatto di terreno è una specie adattabile, infatti si insedia bene su suoli argillosi e calcarei, pur prediligendo terreni freschi, profondi, ben drenati e con una buona dotazione di sostanza organica. Il sorbo domestico è originario dell’Europa meridionale, dell’Asia Minore e dell’Africa settentrionale, trova le migliori condizioni di sviluppo nel bacino del Mediterraneo; in Italia lo si trova ovunque, perlopiù nelle aree marginali.
Le cultivar di sorbo domestico si distinguono tra loro in base all’epoca di maturazione, variabile da agosto ad ottobre, ed alla forma del pomo, tendenzialmente maliforme o piriforme. Tra le varietà reperibili quelle di maggior pregio sono la “Sorba-pera maggiore settembrina” e la “Sorba-mela ottobrina”; quest’ultima è la migliore dal punto di vista qualitativo.
Il sorbo domestico si moltiplica per seme o per innesto; le piante ottenute da seme, oltre ad essere eterogenee, si sviluppano molto lentamente, entrando in produzione al 15° anno di vita.
Per anticipare la messa a frutto viene innestato sul biancospino o sul cotogno, quest’ultimo è sensibile a calcare e siccità, però una produzione costante non si ottiene prima del 10° anno; per questo motivo il sorbo è poco diffuso sottoforma di impianti frutticoli specializzati, oltre alla grande dimensione dell’albero che ne rende difficile la raccolta.Le forme di allevamento attuabili sul sorbo sono la piramide, il vaso e la forma libera, con sesti d’impianto compresi tra 4 X 3 m e 6 X 4 m, con un investimento di 400-800 piante/ha.
Generalmente non si effettuano operazioni di potatura, eccetto qualche taglio in fase di allevamento e dei rami secchi o malati una volta che la pianta è adulta, per cui si accentua il fenomeno dell’alternanza di produzione ottenendo anche 2 q/ha di sorbe nelle annate di carica. La concimazione viene eseguita a fine inverno con del letame maturo oppure somministrando concimi a base di azoto e potassio per favorire il rinnovo vegetativo e la fruttificazione. L’irrigazione riguarda i giovani esemplari, mentre le piante adulte si accontentano delle piogge e resistono bene alla siccità. Raramente vengono svolti i trattamenti contro i parassiti nonostante la sensibilità del sorbo alla ticchiolatura, che ne deprezza i frutti, questi ultimi inoltre sono particolarmente appetiti dagli uccelli. Il legno è ottimo per i lavori di ebanisteria, la pianta è molto decorativa quando è carica di frutti, per questo motivo si preferisce utilizzarla a scopo ornamentale. Dal punto di vista frutticolo è una coltura indicata per la coltivazione biologica nelle aree marginali.Al momento della raccolta le sorbe sono molto astringenti, con una polpa chiara e priva di qualsiasi profumo ed una buccia giallina. I pomi si raccolgono prima della completa maturazione, in seguito sono sottoposte ad una fase di post-maturazione, detta anche ammezzimento, nella paglia che, grazie ad una leggera fermentazione, porta ad un imbrunimento della polpa, la quale assume una consistenza molliccia e ad un’accentuazione del colore della buccia che diventa rossiccia; dopo questa fase i frutti hanno un sapore dolce ed acidulo in quanto contengono molto acido malico e vitamina C. La commerciabilità delle sorbe è limitata molto dal fatto che sono commestibili soltanto dopo l’ammezzimento, infatti sono ricercate soltanto da una ristretta cerchia di consumatori che richiede frutti non sottoposti a trattamenti chimici. Oltre che al consumo diretto, le sorbe possono essere utilizzate per preparare un particolare sidro molto apprezzato, per marmellate e liquori.
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