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Ogni lavoro, si sa, richiede il suo attrezzo specifico, senza il quale non potrebbe essere svolto completamente; ciò succede per l’operaio che senza spatola e carriola non potrebbe nulla, succede per il salumiere che senza coltello ed affettatrice dovrebbe chiudere e succede per il meccanico che senza la sua chiave inglese non sarebbe un meccanico. In un giardino, in un orto accade esattamente lo stesso, occorre l’attrezzo giusto per i vari compiti da svolgere: così troviamo la vanga, la zappa, la pala, il rastrello e poca altra roba. Con questi pochi e semplici attrezzi, peraltro gli stessi che usavano i nostri bisnonni per le stesse operazioni, si può tenere molto decentemente in piedi un giardino, soprattutto se ad essi aggiungiamo una bella dose di voglia di stancarci un po’. Oggi, nell’ambito del giardinaggio, c’è una grande facilitazione a questi lavori, rappresentata essenzialmente dagli attrezzi meccanizzati che oramai si sono molto diffusi grazie ad una qualità di costruzione ed al prezzo che sono rispettivamente saliti e scesi. Essi sono nati specificatamente per il giardinaggio, per renderlo più fruibile e meno faticoso, in modo da attirare sempre più appassionati; alcuni tra gli attrezzi meccanizzati più diffusi sono il tosaerba, il trattorino ed il trituratore.
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Tra i tanti attrezzi da lavoro meccanizzato in giardino in questo articolo parliamo e presentiamo il troncatore: esso è un attrezzo che ci aiuta (ed il nome ce lo suggerisce ampiamente) a “troncare” soprattutto dei rami di varie dimensioni, cosa che potrebbe essere sia faticosa che pericolosa (soprattutto per i meno esperti) se compiuta con l’attrezzo classico, che può essere o una forbice da troncatura oppure una sega. La costruzione del troncatore non è molto semplice, perché il movimento automatico che esso deve compiere non è comune; viene prodotto con due lame sovrapposte e leggermente sfalsate, entrambe collegate ad un motore che provvede a muoverle alternativamente avanti ed indietro in modo che taglino ciò che viene posizionato tra di esse. Per far ciò deve anche esser presente un meccanismo che stringa le due lame, altrimenti taglierebbero fino ad un certo punto e poi non troveremo niente più su cui operare. Ciò che c’è da notare è che questa non è l’unica via di costruzione del meccanismo del troncatore, ma a seconda della casa produttrice si possono trovare diverse tecnologie, più o meno efficaci ma anche più economiche o meno; la vera differenza però la fa spesso l’alimentazione del motore che muove il tutto.
Continuando sulla scia del precedente paragrafo, vediamo l’elemento che più contraddistingue i vari tipi di troncatori: il motore; esso può essere, essenzialmente, sia elettrico che a combustione interna (cioè come quello delle automobili). Il motore elettrico è di più recente introduzione (per via del solo recente sviluppo di batterie almeno decenti in potenza fornita e durata garantita) e garantisce solitamente maggiore silenziosità di funzionamento, che in un utilizzo in un giardino di casa può essere un requisito fondamentale per non disturbare né i nostri familiari e né tutto il vicinato; ciò è notevole soprattutto rispetto alla a volte eccessiva rumorosità dei modelli con motore a scoppio (soprattutto di non recente costruzione), che però riescono a garantire una maggiore affidabilità ed ad una più alta durata in uso, dato che non bisogna attendere la batteria che si ricarica ma basta rabboccare il carburante e continuare a lavorare. Come prezzi, i modelli di troncatori con motore elettrico costano di più ma solo perché la loro introduzione è più recente e si vuole sfruttare l’onda dei vari discorsi ambientalisti tanto in voga soprattutto tra i politici bisognosi di arricchire il loro elettorato; in generale il prezzo è dovuto anche alla potenza di taglio, legata al materiale di costruzione delle lame.
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