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L’aiutino di cui necessitano le nostre piante per produrre i frutti che desideriamo mangiare è l’innesto, ovvero l’unione di un ramo fertile e produttivo sul tronco della nostra pianta improduttiva, così che possa farla prolificare. Una delle tecniche più semplice ed efficaci è quella dell’innesto a spacco pieno: si pratica una taglio netto del tronco della pianta ospitante (o portainnesto), quasi come si volesse eliminarla; su questo spacco si pratica una “ferita” diametrale netta e profonda, in cui andremo ad inserire l’innesto, che sarà il ramo di un albero produttivo, sagomato a coltello per entrare perfettamente in questo spacco: Esso viene definito pieno perché si fa con il ramo da innestare con quasi la stessa dimensione del portainnesto, che quindi sarà una giovane pianta, mentre il ramo sarà più adulto e quindi diametralmente più sviluppato.
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Come abbiamo potuto vedere nel paragrafo precedente, l’innesto è una tecnica preziosa ed utilissima per far produrre alle piante i frutti così come noi li desideriamo; oltretutto essa è semplice e del tutto naturale, oggigiorno si utilizzano dei prodotti (comunque di origine naturale) sotto forma di crema che aiutano la cicatrizzazione dell’innesto evitandone la contaminazione con agenti esterni come virus, batteri o funghi. Ma l’innesto serve solo a far fruttificare delle piante? Assolutamente no! Esso è utilizzatissimo anche nelle piante da fiori, soprattutto a livelli di allevamenti che cercano nuove combinazioni cromatiche e di forme ed anche di resistenza a malattie ed a climi particolari. Ma l’innesto è praticato anche per salvare delle piante da malattie, prelevando i rami ancora non intaccati e generandone nuove piante.
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