Glicine in vaso

Glicine in vaso origini e caratteristiche

Il nome botanico del glicine è wisteria, è originario dell’Oriente, più precisamente della Cina e del Giappone, e fa parte delle papilionaceae, una famiglia che comprende circa dieci specie rampicanti. Il glicine è composto da due o tre tronchi basali che crescono in verticale a spirale, ossia si attorcigliano tra di loro: i sottili fusti che nascono da questi tronchi si avvinghiano a loro volta ai sostegni che trovano, come tetti o muri, o anche altre piante, altrimenti, se non hanno dei supporti, tendono a ricadere verso il basso con andamento pendulo. I fiori sono piccoli e di un colore molto particolare, a metà tra l’azzurro e il violetto: crescono a grappoli tendenti verso il basso che possono raggiungere anche i trenta centimetri di lunghezza. Di solito sono molto profumati ed è anche per questo che il glicine viene ormai molto coltivato in vaso.
I bellissimi fiori di glicine

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Glicine in vaso coltivazione

Un ramo fiorito di glicine Il glicine in vaso va posto a dimora nel periodo autunnale o invernale, ma non quando fa troppo freddo o si rischiano gelate. Serve un terreno argilloso, ben drenato e ricco di humus ed è preferibile tenerlo in vaso perché le radici tendono ad espandersi, dunque se viene collocato a terra potrebbe danneggiare gli apparati radicali delle piante vicine. Le annaffiature non devono essere troppo abbondanti, a parte nel periodo di messa a dimora; la fioritura inizia d’estate e dura al massimo un mese; questa pianta deve stare al sole o comunque in un luogo molto luminoso, altrimenti non produrrà fiori. La moltiplicazione può avvenire in due modi: per talea, da operare in estate prelevando delle porzioni di rami che andranno poi interrati in un terriccio composto da torba e sabbia; e poi per innesto, da effettuare in primavera prelevando delle porzioni di pianta dalla radice da interrare e mantenere a una temperatura costante che non superi i diciotto gradi. In alternativa, si possono sempre usare i semi per la naturale propagazione.

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Glicine in vaso cure

Un esemplare di glicine coltivato in vaso come bonsai Il glicine in vaso, così come quello coltivato a terra, ha bisogno di essere fertilizzato prima della fioritura ma non bisogna mai eccedere con i prodotti, perché altrimenti si potrebbero ottenere degli effetti collaterali, come una fioritura scarsa o come l’ingiallimento della foglie. Il glicine ha poi bisogno di una potatura regolare: va effettuata in estate, tagliando i rami prodotti nell’annata in corso di circa sei centimetri; a gennaio, invece, gli stessi rami vanno accorciati di circa tre centimetri. In tal modo la pianta si rinvigorirà e produrrà tanti fiori. Bisogna fare inoltre sempre attenzione agli afidi e ai ragnetti rossi che spesso attaccano questa specie, danneggiando soprattutto il fogliame. Un altro problema frequente è la clorosi, una patologia che comporta l’ingiallimento del fogliame: per combatterla bisogna eliminare subito i rami colpiti e agire con prodotti specifici.


Glicine in vaso messa a dimora

Un esemplare di glicine coltivato in vaso Per mettere a dimora in vaso un glicine bisogna seguire questa procedura: in primavera vanno piantati in un recipiente abbastanza capiente due o tre tronchetti, accanto ai quali va inserito un sostegno. Intorno a questo sostegno i tronchi si avvinghieranno, intrecciandosi tra di loro fino a formare un grosso tronco unico. Una volta che quest’ultimo raggiunge l’altezza che preferiamo, bisogna fornire al glicine dei sostegni laterali affinché i rami possano raggiungerli ed espandersi su di essi per andare a formare in breve tempo una folta chioma. Dopo diversi mesi i rami si saranno lignificati, saranno dunque diventati resistenti e andranno a formare un vero e proprio tetto di vegetazione, che regalerà un bello spettacolo al momento della fioritura. A questo punto è possibile togliere i sostegni perché la pianta si è irrobustita a sufficienza e sarà in grado di sorreggersi da sola.



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