Capsule

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I preparati erboristici vengono commercializzati sotto diverse forme, una di queste, forse la più utilizzata, è la capsula. Si tratta di un piccolo contenitore solido, al cui interno è contenuto il principio attivo del composto vegetale, principio che viene conservato sotto forma di polvere. Le capsule vengono usate anche per contenere principi attivi d medicinali tradizionali, di integratori alimentari e complessi vitaminici di sintesi o naturali. La loro facilità di assunzione ( si prendono per via orale) li rende dei prodotti utili ad essere utilizzati con continuità e per periodi più o meno lunghi, in base alle indicazioni del medico tradizionale o ai suggerimenti dell’erborista. Con le capsule si evita di assaporare il gusto, spesso sgradevole, della sostanza in esse contenuta e si ha il vantaggio di ingerire, in pochi secondi, una formulazione farmaceutica o fitoterapica in grado di aprirsi lentamente nello stomaco e di rilasciare la sostanza attiva senza danneggiare il tratto gastrointestinale.
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Tipologie

capsule erboristiche Le capsule erboristiche, ma anche farmaceutiche, possono essere di due tipi: a consistenza molle e dure. In quest’ultimo caso si parla di opercoli. Le capsule molli sono composte da un’unica struttura e contengono principi attivi liquidi o pastosi. Questi composti vengono prodotti interi e non possono essere aperti se non dopo averli tagliati o perforati. Le capsule dure sono formate da un involucro molto solido, solitamente apribile, perché formato da due parti: un coperchio ed il contenitore, al cui interno è contenuta la sostanza attiva sotto forma di polvere. La polvere dei rimedi erboristici deriva dall’estratto secco delle piante, ovvero dalla pianta fresca fatta essiccare e poi ridotta in polvere. La composizione delle capsule erboristiche permette di sfruttare al meglio i principi attivi delle piante utilizzate, ottenendo una concentrazione di sostanza superiore a quella della pianta fresca. Le capsule erboristiche possono essere anche molli, in tal caso il composto comprende l’estratto fluido del fitocomplesso, miscelato ad altri componenti per ottenere una percentuale di principio attivo con una certa efficacia erboristica. Le capsule erboristiche contenenti la polvere di estratto secco sono invece titolate e standardizzate.

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Estratti titolati e standardizzati

capsule erboristiche Quando si acquistano delle capsule erboristiche, nella confezione, di solito, viene riportata la dicitura: “ Estratto standardizzato e titolato di…” con indicazione della parte di pianta utilizzata che può essere la radice o la foglia o altro. Un estratto si dice standardizzato quando viene raccolto e lavorato tenendo conto dell’assenza di pesticidi e di tutti i controlli di qualità che garantiscono l’assoluta naturalità della sostanza estratta. La standardizzazione deriva dalla titolazione, cioè dalla quantità di principio attivo contenuta nella capsula, principio che deve essere identico in tutti gli altri rimedi erboristici a base della stessa sostanza. La percentuale del titolo viene fissata dalle Farmacopee ufficiali o da studi scientifici ben precisi. Nonostante questi limiti rigorosi, nelle confezioni delle capsule erboristiche viene spesso specificata la dicitura che si tratta di integratori alimentari che non hanno proprietà terapeutiche, né capacità di prevenzione o di cura delle malattie umane. Questa segnalazione è comunque indice di estrema serietà da parte dei produttori che non vogliono in alcun modo incentivare il consumo delle capsule per meri scopi “miracolistici”.


Perché si usano

capsule di erboristeria Le capsule erboristiche si usano per vari motivi, ma mai con la speranza di guarire da malattie gravi e invalidanti. Spesso questi composti vengono assunti in abbinamento alle terapie tradizionali o come coadiuvanti. In molti casi le capsule erboristiche si assumono per alleviare fastidi comuni, come dolori mestruali, ritenzione idrica, stati di stanchezza, di ansia e di insonnia, cioè disturbi lievi e transitori che possono risolversi in un ragionevole lasso di tempo. A volte le capsule erboristiche vengono usate per puri scopi estetici, come dimagrire o combattere la cellulite. L’effetto delle capsule dipenderà sempre dal principio attivo contenuto.


Cosa contengono

Le capsule a base di composti erboristici possono contenere diverse polveri vegetali, sia singole che miscelate ad altre. Queste capsule contengono, al loro interno, l’estratto secco di diverse parti vegetali, dai fiori, alle radici, alle foglie. Le piante, o meglio, le parti vegetali che si prestano all’estrazione e alla preparazione dell’estratto secco in capsule, sono, tra l’altro, le radici di rodiola, utili in caso di affaticamento fisico e mentale; l’iperico, ideale in caso di depressione; l’artiglio del diavolo, benefico in caso di dolori alle articolazioni, e l’ arginina, aminoacido di origine proteica e principio attivo di capsule usate per risolvere i problemi di erezione.


Come sono composte

esempio di capsule erboristiche Le capsule, come già detto, sono composte da un involucro solido e da una polvere interna. La composizione delle capsule è differente e varia in base alla sostanze in esse contenute, anche se la base dell’involucro è sempre formata da gelatina di origine alimentare. Le capsule farmaceutiche sono inoltre composte da: sostanze plastificanti e conservanti, tra cui amidi, sorbitolo e piccole quantità di anidride solforosa che impediscono la proliferazione di batteri e muffe sulla superficie dell’involucro. La capsula viene poi colorata con l’aiuto di sostanze naturali a effetto opacizzante, tra cui il titanio biossido. In assenza di quest’ultimo, le capsule sarebbero trasparenti. In base ai coloranti usati si possono avere capsule rosse, verdi, gialle, blu, insomma di infiniti colori che aiutano a identificare meglio il prodotto e ad assumerlo con più facilità . Il colore, infatti, esercita una certa attrattiva sul consumatore. Naturalmente la colorazione delle capsule non risponde a fini terapeutici, ma solo a scopi commerciali. L’involucro permette anche di “marchiare” ogni singola capsula con il nome e il codice del produttore. Le capsule erboristiche sono sempre composte da un involucro esclusivamente vegetale, fatto di cellulosa, da antiagglomeranti, come il biossido di silicio e il magnesio stereato vegetale, e da un agente di carica, la cellulosa microcristallina. Gli antiagglomeranti impediscono alle particelle vegetali di aderire l’una all’altra, mentre gli agenti di carica aumentano il volume della sostanza contenuta all’interno della capsula. Naturalmente i componenti chimici delle capsule, come il biossido di silicio, vanno aggiunti entro i limiti previsti dalla legge perché sono ancora aperte le discussioni sulla tossicità del biossido di silicio a concentrazioni elevate.


Come vengono prodotte

Le capsule molli vengono prodotte dalle stesse case farmaceutiche, mentre quelle dure e vuote vengono realizzate solamente da industrie specializzate e commercializzate alle case farmaceutiche che dovranno riempirle. La lavorazione e il riempimento delle capsule avviene in maniera completamente automatizzata e ciò velocizza le fasi di produzione e commercializzazione ed evita il rischio di errori di dosaggio nella fase di riempimento della capsula.


Chi può assumerle

capsule di erboristeria Le capsule farmaceutiche vanno usate solo in caso di prescrizione medica e secondo il dosaggio suggerito dal medico stesso. Le capsule erboristiche possono essere acquistate da chiunque, sia in farmacia che in erboristeria o nelle parafarmacie. I rimedi erboristici vengono, infatti, spesso auto prescritti, anche se in ogni caso sarebbe sempre utile consultare il proprio medico di fiducia o il proprio medico erborista. Alcune erbe possono avere effetti abortivi e ormonali e, pertanto, le relative capsule non vanno assunte da donne in gravidanza o in allattamento. Altre polveri vegetali incapsulate possono nuocere a chi ha problemi cardiaci o di ipertensione o in chi fa uso di farmaci anticolagulanti e pertanto, l’uso concomitante delle capsule erboristiche non è consigliato. Questi prodotti non vanno somministrati ai bambini troppo piccoli e fino agli otto anni di età, poiché quest’ ultimi possono presentare difficoltà nella deglutizione della capsula.


Modalità di assunzione

Le capsule vanno deglutite con acqua, in base alla prescrizione medica o alle indicazioni riportate nel prodotto ( prima, dopo o durante i pasti). Chi avesse difficoltà a deglutire le capsule, può aprirle e versarne la polvere interna in un bicchiere d’acqua, in modo da assumere solo il principio attivo della sostanza desiderata. Questa pratica però potrebbe modificare le caratteristiche di assorbimento del prodotto e va eseguita solo dopo essersi adeguatamente informati con il medico, con l’erborista o con il produttore. La quantità giornaliera di capsule da assumere varia in base al principio attivo contenuto e alla sua quantità. Il dosaggio delle capsule vegetali è generalmente più alto rispetto a quelle farmaceutiche, con una media che va una a quattro capsule al giorno. Anche per il dosaggio va sempre richiesto il parere del medico o dell’erborista.


Costi

vasetto di capsule Le capsule vengono commercializzate in confezioni da 40, 50 o 100 opercoli, in bottiglie di vetro contenute all’interno di una scatolina di cartone che riporta tutte le indicazioni dell’azienda produttrice. Nel mondo erboristico, molte capsule vegetali vengono vendute nella bottiglietta, ma senza la confezione di cartone, a dimostrazione della naturalità del prodotto. La quantità, in milligrammi, della polvere delle capsule, può essere da 350 mg, da 500 mg, da 250 mg, e persino da uno e da 15 grammi. Una confezione di 100 capsule da 350 mg, a base di iperico, costa 12 euro, una confezione da 60 capsule da un grammo, a base di rodiola, può costare anche 33 euro; una confezione da 90 capsule, a base di artiglio del diavolo, costa circa 15 euro. I costi delle capsule erboristiche variano anche in base ai canali di acquisto. Le erboristerie online praticano degli sconti sui prodotto, ma prima dell’acquisto bisogna accertarsi che si tratti di vere e aziende erboristiche e non di venditori anonimi. In molti casi, però, l’acquisto on line delle capsule erboristiche è più costoso rispetto a quello tradizionale, poiché sulla consegna si pagano anche le spese di spedizione che, per il territorio italiano, si aggirano intorno ai 5 euro. Se il prodotto viene spedito da una casa erboristica estera, i costi di spedizione possono superare anche i 15 euro, ma quando si tratta di prodotti da assumere per bocca, è sempre meglio affidarsi a canali di vendita il più possibile vicini al proprio luogo di residenza, in modo da segnalare per tempo qualsiasi effetto indesiderato che dovesse verificarsi durante l’assunzione delle capsule.




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