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Le foglie delle orchidee sono grandi, lunghe, lanceolate, di colore verde scuro e carnose. Talvolta possono svilupparsi in maniera sparsa o alternata, altre volte possono comparire in forma opposta, dipende dalla varietà. In ogni caso è bene conoscere le loro caratteristiche per intervenire in maniera corretta durante le operazioni colturali. Come già detto, le foglie delle orchidee sono molto carnose e questo consente loro di sopportare anche qualche breve periodo di siccità o di scarse irrigazioni, ricordando però di non esagerare, perché le orchidee non hanno sistemi di immagazzinamento idrico e non possono resistere a lungo alla carenza di acqua. Le foglie delle orchidee sono anche molto sensibili alla luce, sia in eccesso che in difetto. Nel primo caso possono accartocciarsi, impedendo la formazione delle nuove gemme, nel secondo possono ingiallire o seccare. Le strutture fogliari delle orchidee vanno anche “eliminate” periodicamente, perché l’eccessiva presenza di foglie impedisce la corretta penetrazione dell’aria e della luce nelle gemme e nei fiori. La pulizia delle foglie si effettua estirpando delicatamente quelle secche o ingiallite e lasciando stare quelle che sono ancora verdi e in buone condizioni. Prima di effettuare la pulizia fogliare bisogna ricordarsi di lavare bene le mani e di indossare guanti puliti e disinfettati, perché le orchidee sono tra le piante da appartamento più suscettibili alle malattie.
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Le foglie delle orchidee vanno preferibilmente bagnate una volta al giorno, spruzzando, sulla pagina superiore, acqua preferibilmente non calcarea. Durante le bagnature bisogna fare attenzione a non lasciare gocce d’acqua negli interstizi delle foglie , dei fiori e sulla superficie del vaso, perché l’umidità è spesso causa di marciumi. In genere, per le orchidee, la frequenza delle irrigazioni è superiore in estate, con quattro interventi settimanali, mentre nei mesi più freddi si può intervenire anche solo una volta a settimana.
Le foglie delle orchidee, come già detto, rappresentano una parte vegetale molto esposta alle avversità, sia di natura ambientale che infettiva. Macchie, segni, accartocciamenti e modifiche del colore, sono sempre il segno che qualcosa non va nella salute della pianta. Molti di questi segni possono essere provocati da parassiti quali le cocciniglie, gli afidi ed il ragnetto rosso. Si tratta di insetti che, pur nella loro estrema diversità morfologica, presentano la comune caratteristica di succhiare la linga vegetale delle piante, infestando o la pagina superiore o la pagina inferiore delle foglie. Le cocciniglie, gli afidi e il ragnetto rosso si combattono con specifici insetticidi o anticrittogamici, ma, per evitare fenomeni di tossicità nell’ambiente e nella pianta, è meglio ricorrere a strategie preventive, come le bagnature fogliari per allontanare il ragnetto rosso, o a strategie manuali, come la rimozione delle cocciniglie e degli afidi usando cotone imbevuto con alcool o sapone. Gli errori colturali possono anche provocare infezioni fungine, batteriche e virali. Le malattie fungine sono in genere causate da eccessivi ristagni di umidità. Accade quando l’acqua ristagna nel vaso senza essere facilmente drenata o sgrondata. Nelle orchidee coltivate in vaso si ricorre spesso a un fondo di argilla espansa, che favorisce il drenaggio dell’acqua ed evita i ristagni idrici. Le infezioni fungine provocano spesso il marciume delle foglie e delle radici: malattia visibile dalla particolare colorazione scura delle foglie, che si raggrinziscono come se fossero state immerse in un liquido. Le malattie batteriche e virali si possono trasmettere alla pianta durante le operazioni di potatura eseguite con attrezzi poco puliti e non disinfettati. Le ferite di taglio rappresentano un facile veicolo per infezioni causate da batteri e da virus vegetali. Anche in questi casi, i sintomi sono ben evidenti sulle foglie, che possono presentare macchioline gialle o scure. Le malattie batteriche e virali delle foglie dell’orchidea possono anche durare anni, ma quando si manifestano sono spesso incurabili, condannando la pianta a morte certa.
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