Purtroppo sono molto poche le persone con la reale possibilità di una cosa con giardino: dal punto di vista economico è già una spesa importante per coloro i quali posseggono una casa con spazio vicino e/o intorno, figurarsi per coloro che, per necessità o per scelta, vivono in affitto in appartamento. Per fortuna la nostra creatività ha sviluppato soluzioni che riescono a creare un giusto compromesso per dare davvero a chiunque questa possibilità: le piante in vaso sul balcone, sul terrazzo o in casa stessa! Con il piccolo sacrificio di spazio, si può provare a curare delle piante anche in appartamento ed avere dei risultati soddisfacenti. Ovviamente moltissimo dipende dalla specie che scegliamo, in quanto non tutte sono adatte alla vita di appartamento, soprattutto per via delle particolari condizioni ambientali che vi si trovano: temperatura costante, scarsa luminosità, elevata umidità e poco movimento di aria fresca. Nel corso degli anni, sia studiando che sperimentando direttamente, si è provato a capire quali sono le specie più adatte a questo ambiente e si è trovato che molte di origine tropicale rispondevano bene all’introduzione in appartamento; in effetti le piccole piante tropicali crescono coperte dai grossi alberi di quelle foreste con le loro chiome, quindi come occlusione da sole, aria e rinfrescamento siamo a livelli simili.
Una pianta tropicale che ha trovato enorme apprezzamento da parte degli appassionati e che è riuscita subito ad entrare in moltissime nostre case è l’orchidea: essa viene apprezzata e celebrata per l’eleganza con cui si mostra, soprattutto nella sua parte fiorale, ma a tutto ciò coniuga anche una straordinaria longevità in termini di vita in appartamento. I fiori di orchidea si distinguono per la loro forma particolare, con alcuni petali che sono degenerati per diventare strutture protettive degli organi atti alla riproduzione che si trovano nella parte centrale di questo (e di tutti quelli esistenti) fiore. Non solo, da comprendere nel discorso “eleganza” ci sono anche le foglie: poche ma di un colore verde intenso e molto consistenti, solitamente sono a metà stelo e fanno da piacevole contorno al fiore, comunque pezzo forte della pianta. L’origine di questa pianta è tropicale, ma è diffusa con specie autoctone anche in Italia; esse però sono così rare che esistono dei gruppi di appassionati che ne vanno alla ricerca in tutto il territorio, visto che in commercio se ne trovano solo di ibridi e cultivar. Non solo, ci sono collezionisti di orchidee che spendono migliaia di euro per avere specie “originali”, anche se in molti stati è reato prenderne dalla natura e portarle in cattività, proprio per salvaguardare le poche specie rimaste.
Anche il collezionista più folle non spenderebbe le cifre prima citate senza la certezza che la pianta di orchidea abbia una certa longevità; queste piante, se trattate nel modo giusto (peraltro nemmeno così complicato), riescono a sopravvivere per anni, giustificando ogni investimento degli appassionati. Tra le tante cose che la orchidea sopporta del clima dobbiamo escluderne una: i ristagni idrici, davvero letali per questa specie vegetale. Per questo aspetto, nell’ambito della cattività, è molto importante il terreno in cui la pianta vive, è infatti dalle sue caratteristiche che si vede quanta acqua possa essere drenata e quindi non si deposita sul fondo: esso deve essere ricco di elementi grossolani, soprattutto sul fondo, in modo che l’acqua si accumuli sotto di essi e lontana dal terriccio stesso. Solitamente per far ciò si mischiano delle pietre alla terra, posizionando le più grosse sul fondo del vaso. Questa operazione è da eseguire anche perché l’orchidea è una pianta con parte aerea delle radici, ovvero in teoria non avrebbe nemmeno bisogno della terra perché capace di assorbire nutrienti dall’umidità dell’aria (che quindi deve essere elevata).
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