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Come succede praticamente per tutti quei tipi di oggetti che riscuotono un enorme successo ed una conseguente grandissima diffusione nel pubblico, dopo essere degli oggetti di comune utilità, diventano degli oggetti d’arredo; ciò vuol dire che in parecchi casi vengono sì acquistati per l’utilità ed il servizio che offrono, ma vengono soprattutto acquistati per ciò che rappresentano, perchè sono una moda e perchè i designer ne stanno sfornando a ripetizione e sempre più belli. Questa cosa ovviamente ha portato i barbecue a diventare degli elementi di stile, comprati molto spesso per arredare quell’angolo di giardino ancora vuoto e poi quasi mai utilizzati per cuocere pietanze con gli amici, cosa che sarebbe la loro unica utilità almeno all’origine. Ebbene, questa corsa al design del barbecue ha fatto sì che i materiali utilizzati per costruirli siano passati da due a duemila. Se originariamente erano costruiti in metallo quelli con le ruote ed in muratura di mattoni rossi quelli fissi, ora troviamo cromatura, ruote grandi come auto, metalli pregiati e resistenti quasi da poter essere utilizzati in altoforni, oppure rivestimenti in pietre rare, marmi, pietre laviche per le piastre, ghisa per uniformità del calore e chi più ne ha più ne metta. La scelta del barbecue è diventato un vero ginepraio di proposte, in cui è difficile orientarsi per coloro che desideravano un semplice barbecue.
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Così come abbiamo analizzato precedentemente, oramai la scelta di un barbecue è diventata un’operazione molto difficile e labirintica proprio perché a causa del suo successo, esso è diventato un ricercatissimo oggetto d’arredo, cosa che ha scatenato le aziende produttrici e soprattutto i loro designer, che sono in quella fase dove per cercare di conquistare quote di mercato ed acquirenti, inoltrano al pubblico proposte finanche troppo particolari, con materiali che arrivano davvero a distanziarsi troppo dall’effettiva origine dell’oggetto. Questo è per esempio il caso dei marmi, oppure delle cromature, o dei metalli come il titanio, costosi e sprecati per un barbecue. Per fortuna non è il caso della pietra lavica: questo materiale è, come il nome fa ben intendere, una pietra che ha origine dalle colate di lava vulcanica. Detto così sembra ancora un vezzeggiativo d’utilità, ovvero sembra che utilizziamo un materiale solo per la moda o per la ricercatezza. In realtà non è così perché la pietra lavica ha delle particolari caratteristiche che ben si adattano all’utilizzo in barbecue: resistenza alle alte temperature, capacità di ricevere calore e di renderlo omogeneamente sulla superficie opposta, una certa capacità nel tenere costante la temperatura anche per molto tempo e con sbalzi di fonte di calore.
Insomma, elencate nel precedente paragrafo le caratteristiche termiche della pietra lavica, abbiamo visto come il suo utilizzo nel barbecue sia giustificato ed anche conveniente. Sarà un po’ per il nome ed un po’ per la tristemente famosa anche se affascinante natura dei vulcani, ma la pietra lavica sembra un qualcosa di raro e di ricercato, anche costoso. In realtà non è così, perché al giorno d’oggi i vulcani attivi sono tanti ma pochi rispetto ad un passato anche abbastanza recente, e per questo motivo colline e montagne intorno a noi considerate insospettabili possono nascondere una natura d’origine vulcanica. Ciò vuol dire che la pietra di cui sono fatte sarà pietra vulcanica, ovvero sarà lava solidificata proveniente proprio dal vulcano ora non più attivo. Il costo d’acquisto della pietra lavica un po’ più alto del normale può essere dovuto a due fatto: il primo è il trasporto di questo materiale se non siamo in una zona vulcanica, il secondo è una certa speculazione da parte dei venditori sul nome che questo materiale ha e sulla sua influenza.
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