Molto spesso l’ “aiuto” (o help, per riprendere il titolo del primo paragrafo) che abbiamo chiesto alla natura era per provare a migliorare le nostre condizioni di salute; in effetti, tempo addietro, i medici erano considerati ed erano quasi dei maghi, perché più che medicine preparavano pozioni: quando ancora la ricerca medica e biologica non era nemmeno stata ipotizzata, ci si poteva affidare solo alle piante, a qualche pietra ed a parti di animali per provare ad estrapolare qualche intruglio positivo che potesse aiutare in certi casi. Beh, bisogna dire che questi “alchimisti” della medicina non ci sono poi andati così lontani, perché al giorno d’oggi abbiamo la fitoterapia che è esattamente l’utilizzo di piante e parti di esse per migliorare salute e benessere dell’essere umano. Questa disciplina ha come materia prima le cosiddette piante officinali, ovvero delle specie vegetali a cui sono state riconosciute precise e verificate proprietà benefiche per l’organismo umano. Detto così può anche sembrare un qualcosa che tocca poche e selezionate persone, ma ci fa piacere sorprendervi ancora: persino la camomilla, il calmante per eccellenza di grandi e piccini, non è altro che un infuso di una pianta simile alla margherita comune.
Ogni pianta officinale conosciuta è classificata in base al gruppo, genere e specie a cui appartiene, ma soprattutto essa è catalogata in base all’effetto che può garantire, e ce ne sono di molti e molto vari. In questo caso ci concentriamo sulla tintura madre di iperico: questa pianta deve il suo nome all’unione di due parole greche che stanno per “sotto” ed “erica”, in modo da far capire che la pianta cresce sotto la comunissima rampicante erica; in realtà si tratta addirittura di una pianta spontanea, ovvero una di quelle classiche piante verdi che cresce nei terreni incolti o comunque un po’ più liberi. Come spesso accade per questo tipo di piante, è difficile riconoscere una zona di origine precisa, perché le piante spontanee sono diffuse dal vento e da altri fenomeni puramente casuali; l’unica cosa che possiamo permetterci di affermare è che l’iperico si trova comunemente nelle zone di pianura e di medio-bassa montagna dell’Europa, dell’Africa e dell’America del Nord. La sua tintura madre non è altro che un estratto in forma liquida estremamente concentrato, a tal punto che la sua assunzione è prevista in qualche decina di gocce al giorno al massimo.
Ma quale è l’effetto predominante per cui l’iperico e la sua tintura madre sono tanto famosi? Ebbene, questa pianta, la cui parte utilizzata per ottenere sostanze con tali effetti positivi è quella di sommità in cui si trovano i fiori e le piccole foglie, ha la proprietà di essere un buon antidepressivo, capace in parecchi casi di far scomparire con estrema gradualità anche forme medie di depressione. Spiegare dal punto di vista scientifico e biologico quali sono le sostanze presenti nell’iperico ed implicate in tali delicati effetti non è il nostro obiettivo, però ci assumiamo la responsabilità piena di quanto affermiamo perché ci sono studi scientifici che hanno confermato il senso di tali effetti. Le situazioni per cui l’assunzione di tintura madre di iperico è consigliata sono quelle che vedono una depressione di bassa o media entità, oppure la classica depressione post-parto e quella comunque frequente dovuta alla menopausa. Dal punto di vista della posologia, detto che moltissimo dipende dalla percentuale di concentrazione della tintura madre, solitamente si assume l’iperico circa tre volte al giorno in acqua tiepida, per un totale di circa quaranta gocce. E’ bene non andare oltre certi livelli consigliati perché tutte le piante hanno un livello di tossicità e l’iperico non fa eccezione.
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